Il jat lag fa male

Brioche e cappuccio, giornali, li guarda ma non li legge, come gli capita spesso ultimamente, è presto, troppo, Luì deve essere in ufficio solo fra un paio d'ore ma il jat lag da ora solare lo ha un po' scombussolato e si è svegliato prima del solito.
Al bancone la solita ragazza riccia con gli occhiali da sole incorporati sulla faccia ma con un culo che parla, che compie ogni mattina lo stesso movimento regolare vetrinetta paste-lato ovest bancone, una passerella virtuale. Anche Luì indossa spesso l'occhiale da sole, nero, pure con la nebbia, ma solo perché non vuole perderlo, c'è troppo affezionato e distratto com'è...
Ieri sera se n'è andato al cinema a vedere un film brutto, uno dei personaggi si chiamava Luì, tre al mondo, due nella stessa sala cinematografica. Quando è uscita la fidanzata di Luì l'attore e si è presentata, Luì lo spettatore se n'è andato, perché ve bene le coincidenze ma così no... meglio due margherite e una birra piccola alla Pizzeria Italia.
Sul cornicione lato auto un piccione sta minacciosamente mirando Luì che se ne sale in macchina, "papà se un piccione ci fa la cacca in testa è un bel guaio!", così direbbe sua figlia, dopo aver detto un sacco di altre cose... 
Nei giorni scorsi, quando l'ho incontrato, mi raccontava proprio di questo, di quello  che spesso gli dice sua figlia, era sorpreso della perspicacia. Come fa una bimba di tre anni a capire esattamente cosa stai pensando: io sono lì, lei mi guarda e mi dice che va bene ci posso pensare ancora un po' perché "è da tanto che non la vedi, però giochiamo  con i Lego dopo?". E quando ho chiesto: "non la vedi chi??" - "Dai papà giochiamo con i Lego!".
Luì dovrebbe imparare da lei a gestire le situazioni.
"Papà dopo, più tardi, quando andiamo a dormire, ti sto appiccicata vicino alla faccia. Va bene?"

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