NEGARE!!! NEGARE SEMPRE!!!

Negare. Negare sempre.

“Ma tuuu fottuttissimo stramaledetto!!!” – “Io? Io no!! Mai!! Non ero io, io non c’ero, ti sei sbagliata, è un misurdenstanding, ho un alibi, il mio amico, il calcetto, il meccanico, l’ufficio, la riunione, ahh la riunione, è finita tardissimo… non è come sembra, ti posso spiegare!!”

Da che il mondo è mondo il professionista nega, non è come sembra e ti posso spiegare. Punto. Il resto sono dettagli.
Pausa pranzo, 12.45-14.30, è l’ora dei professionisti, anzi delle professioniste, sì perché la statistica dimostra che il tradimento oggi è donna. L’uomo è un incidente, è capitato lì per caso, e se non è stato il caso  è certamente stato travolto dagli eventi. Eventi spesso tragici, azzarderei tragicissimi.

Dicevo, 12.45…
“Ciao sei uscita?”
“Sì, tu?”
“Sto parcheggiando al solito posto, quello del lunedì, ti aspetto”
“Sono salita in bici ora, ma il tacco mi sta rallentando, e la gonna è troppo corta e il tipo sulla panchina mi sta guardando il culo, ora suono da mia suocera e la saluto che così è blindata e poi sono da te”

Parcheggio dell’albergo, auto di lui in bella vista di fianco ad un furgoncino della Segafredo Zanetti, sì perché doveva proprio incontrare quell’agente di zona che doveva presentargli quel cliente di Lugo che aveva un affare per le mani che la moglie non può davvero capire quanto è importante.
E qui è già  chiaro come gli eventi stiano diventando travolgenti.

Lei entra dall’ingresso principale, il tacco è arrogante ma fa un leggero ticchettio, probabilmente si è rovinato sulla bici; lui entra dall’ingresso sul retro, l’uscita di emergenza praticamente, la camera  è già prenotata, la ragazza alla reception non sa nulla, non conosce nessuno, è lì da poco, dice solo: “stanza 305, terzo piano, la seconda a sinistra, lei è già dentro, gli asciugamani al solito posto, la finestra socchiusa come piace a te, quattro cuscini, e per mercoledì prossimo alla solita ora ho fissato la 309, ok?”. Gli eventi stanno diventando sempre più tragici.
L’ora che segue è di passione, passione vera, trasgressione, apici mai toccati, una-due-tre-quattro... facciamo tre volte, sguardi agitati, veloci, tesi, sudore e sorrisi, sorrisi e biancheria da buttare, vicini di stanza che fanno la Ola e cameriere ai piani con quella vena di malcelata invidia per un sessanta minuti di gloria. Adrenalina ai massimi che neanche ad un concerto dei Joe di Brutto.

Finito, si rientra in ufficio, il lui di lei chiama: “Tutto bene? Stasera? I bambini vai tu?”-“Certo, non preoccuparti, ti bacio!”; la lei di lui chiama: “Tutto bene? Stasera? La cena? Vai tu al Conad?”-“Certo, non preoccuparti, ti bacio!”. Che poi uno si chiede come mai l’80% di tutti gli accoppiati del mondo si chiami un attimo prima di entrare in ufficio e mai a metà della pausa pranzo, effettivamente troppa confusione per telefonare a quell’ora.
E poi la sera si rientra a casa, i bambini, il Conad, la cena, la doccia, la tv, il telegiornale, ahh il telegiornale… la morte vera di ogni passione, il Renzi del sentimento, poi il libro sul comodino, un bacio di circostanza, una buonanotte distratta, i denti prima di dormire, un bicchier d’acqua, la pipì, di nuovo la pipì se la prostata non funziona, la maschera al cetriolo per lei,  una sigaretta sul terrazzo, due passi in giardino, nudi, vestiti, vestaglione, babucce, la febbre, i bambini che demoliscono il salotto, il terremoto, un black out, l'ufficiale giudiziario di Equitalia, la macchina che va a fuoco in garage, la mamma di lui che chiama a casa: “Hei ciao, volevo solo dirti che oggi a pranzo ho visto Agata, che carina, è passata a salutarmi”, il ferro da stiro che fa saltare la luce in tutto il palazzo, gli eventi insomma stanno decisamente capitolando,  tutto può ancora succedere... ma! 
Ma resta e resterà un’unica e solida certezza: il cellulare in silenzioso... sempre, saldamente e costantemente bloccato nella mano sinistra. Quasi una paresi tecnologica.
Praticamente la difesa del sacro graal!
E il tutto tutto per: “Notte..” - “Notte a te…” -  “Fantastico oggi…” - “Sì pure ieri non è stato male…” - “Vorrei essere lì” - “No qui c’è troppa gente”” – “Scemo!” – “No pazzo... di te!” – “Domani?” – “Sì, certo!” – “Solita ora?” – “Solita ora!” - "Notte :-))" - "Notteee ;-)))".

“Caro ma che fai?? Vieni a dormire??” - (in realtà caro non lo dice più nessuno ma fa molto commedia all’Italiana  e allora l’ho scritto – nda).
"Sì un attimo, arrivo, devo rispondere al gruppo “gli amici del tartufo bianco di Norcia” su Whats App, e poi mi hanno scritto quelli del “gruppo di lotta e governo per la difesa della lepre nelle paludi della bassa Romagna” e pensa giusto ora “gli amici del venerdì”, mancano solo “i cugini del giovedì”, “gli ex allievi di Radio Elettra” e arrivo!

Ore 8.30, il giorno dopo, lui fuori dall’ufficio di lei, è capitato lì per caso, era già passato troppo tempo, un saluto rubato, un bacio furtivo, gli eventi stanno per diventare tragicamente travolgenti, da dietro la siepe che da sul controviale, tutto ad un tratto, quatta-quatta lemme-lemme, esce la moglie di lui: “TUUUU!!!! Maledetto bastardo, gran pezzo di… debosciato,  ti rovino, ti distruggo, ti flagello, ti massacro, hai detto sì di fronte a 1824 invitati di cui 824 abusivi…” e poi i fulmini, le saette, gli schiaffi, i graffi, i calci in culo, il coltello, la fuga con l’auto, l’inseguimento, i carabinieri, lo psicoterapeuta preallertato, quattro punti di sutura per lei, poi il silenzio e infine i netturbini che puliscono il campo di battaglia.
Ore 18.00 – lui rientra a casa – la loro – lei lo aspetta sulla soglia, livida in volto, ancora il sangue dell’altra sull’avambraccio, il coltello spacca ossa nella mano destra, il tagliaunghie nella sinistra… Lui: “Ciao cara, ma che succede, sei spettinata” – Lei: “Ma grandissimo stronzo, così ti presenti dopo quello che è successo questa mattina??” – Lui: “Questa mattina? Questa mattina quando?? Io? Ma a che ora? Alle 8? Ero in ufficio già da mezz'ora, guarda che non stai bene, non è che hai mangiato troppo oggi a pranzo? Forse avariato? Poi ti sanguina il naso, ti sei sporcata l'avambraccio... vieni tesoro, ora ti accompagno a dormire e mi metto lì di fianco a te..” – Lei, sbigottita, attonita, col sangue sempre più raffermo, irrimediabilmente travolta dagli eventi: “Sì caro, hai ragione, meglio se mi riposo un po' …”.
Il professionista nega, nega sempre. Buonanotte…