Dice la mia amica F., che cito perché è l’unica che legge con
costanza ciò che scrivo cercando di capirci qualcosa, ed incredibilmente ci
riesce nove-volte su dieci, ecco dice F che ci sono dei particolari “che non li
cancella nemmeno il Vermentino” . Ora premetto che il Vermentino non mi piace, mi fa acidità,
ed effettivamente anche se un post fa mi lamentavo della scarsa quantità dello
stesso a fini “dimenticanti”, in realtà mentivo, non mi piace affatto
utilizzare integratori etilici per dimenticare, anzi non mi piace proprio
dimenticare, non mi piace dimenticare ciò che da noia e nemmeno ciò che da
gioia (sono un tecnico della rima, davvero impressionante!!), quindi in fondo
sono contento che il Vermentino non abbia annebbiato totalmente la capacità
cognitiva del regista da macchina, qualche barlume di lucidità è rimasto, anzi sono
rimasti 17 secondi di barlume, se contiamo il back up arriviamo a 34 secondi, e se contiamo che scrivere di questo porta un
tempo di lettura successivo di almeno 2,30 minuti, allora siamo arrivati a
quasi 3minuti di ricordo complessivo e lo scopo è stato raggiunto.
Riprendiamo il filo perché mi pare di aver
cincischiato un po’ troppo con i particolari e non va bene. Dicevo della
bulimia narrativa, sì, diciamo che ho l’impressione di essermi contagiato di
sta roba qua, pare che sia una malattia, una roba rara, ti vien voglia all’improvviso
di scrivere di tutto, vuoi raccontare un dettaglio, un fatto, sì vuoi
raccontare dei fatti, ed è quello che è successo in questi nove mesi di
gestazione, di montagna che ha partorito un topolino, mi sono dilungato in
piadine, tacchi a spillo e barachine, torridi pomeriggi estivi, fresche mattine
vissute di corsa, di orchi con il panta aerodinamico, di viaggi interspaziali
sull’autostrada Bologna-Verona, ho raccontato, almeno credo, che tutto è
iniziato quando hai saputo che se guardi un cartone con l’uomo della tua vita e
senti il bisogno di raccontarlo a me, bè allora ti convinci che deve essere
qualcosa di importante. E allora un giorno decidi di comprare un libro che si
chiama “un giorno”, perché eri alla ricerca di una storia che confutasse la
teoria secondo la quale l’eterno non esiste, un eterno in particolare poi, il
libro l’hai comprato, l’hai letto, l’hai consigliato ad altri che poi hanno
fatto un gran casino anche loro, l’hai regalato, sì l’hai anche regalato, perché
ti era piaciuto talmente tanto, eri talmente convinto, che hai detto: “Ecco
qua, te lo regalo, che così ti renderai conto che ho ragione”. Ho avuto torto,
l’eterno, quell'eterno in particolare non esiste, al massimo dura nove mesi, un eterno a
termine, bella fregata. Ora non spaventatevi se non si capisce niente, nemmeno
tu F , sto cercando solo di "sgarbugliare" sto gran casino per arrivare in fondo
alla narrazione. Ho l’impressione di aver raccontato, post dopo post, una
storia che non ho capito tanto bene nemmeno io, non l'ho capita ma mi ha appassionato mica pochino, e lo devo fare necessariamente
così perché essendo una storia fantastica (tipo fantascientifica) ha bisogno di
una narrazione fantastica (tipo spaziale), quasi surreale aggiungerei. Diceva il mio amico Doc oggi pomeriggio, che
se inizi qualcosa che sai già di partenza che non è da fare dopo poi non ti
puoi lamentare delle conseguenze, si parlava d’altro, di lavoro, di lavoro portato
a casa in particolare, e tu non avevi mai portato lavoro nella tua casa, ma il
collegamento è presto fatto. Una storia sbagliata porta al fallimento, ecco che
allora fa il paio con la successione di racconti postati in questo blog,
provate a rileggerli tutti, iniziate dal prequel, indugiate sulla piadina che
fa vedere il mare e non è nemmeno allucinogena, rileggetevi che cosa diceva il
Notaio d’assalto, e l’architetta, sì l’architetta impegnata tra un caffè e un
capuccino, e l’orco, che fine avrà fatto l’orco scivolato sull’asfalto viscido
di fronte al bar d’asporto?? E poi il povero Luì morto ammazzato sulle strisce
pedonali? Rileggete tutto e secondo me la morale che ne uscirà potrebbe essere più o meno questa: le storie sbagliate sono sbagliate, d’accordo, ma l’eterno, uno in particolare, esiste, è un eterno che può durare anche solo nove mesi per uno e molto di più per l’altro perché si sa che il tempo è relativo, è un eterno che ti fa raccontare i particolari in maniera confusa ma precisa, criptica ma intensa, è un eterno che se anche si passa dal caldissimo di cento telefonate, che arrivavano anche se non c'era campo, al gelo di un “ti disturbo??”, behh... io me ne frego, me ne frego perché cazzarola io a Bagnacavallo il mare l’ho visto davvero e non ero mica da solo, c'era almeno un testimone, sono sicuro.