E’ questa la nuova frontiera dell’approccio maschile, ne
parlavo giusto una sera di queste con un’amica
filosofa, in queste poche parole, in quest’invito anomalo a volte lasciato cadere sottovoce ed un poco sottotraccia, si nasconde un mondo, quello dell’uomo single
malinconico.
Immaginatelo porello… ogni giorno che rientra a casa dall’ufficio, è tardi, spesso
molto tardi, la testa piena di pensieri, molti problemi, qualche soluzione, una
Moretti in fresco, le scaloppine al limone, la moka pronta per un caffè lungo
quasi americano, vorrebbe far due passi dopo cena ma piove, poi l’ha appena chiamato il suo amico figo, quello
che: “Heii!! Sai ieri? No dai... meglio che non ti dica! Fantasticaaaa, un
vulcano! Aggiungo solo: terribile! Poi innamorata eh? Subito! Un casino, l’ho capito immediatamente. Quando si dice il colpo di fulmine, anzi
fulminissimo. Oh e lei ancora si deve riprendere!! Devastata!!” – “Ah bene,
bello! E ora dov’è?” – “Chi? Lei? Ora? No ora…. no ecco ora non lo so…, l’ho
chiamata poco fa sai... per salutarla, non volevo
fare quello che se ne frega, ma il suo cellulare non prendeva, cioè prendeva ma prendeva male… cioè prendeva ma lei non l'ha sentito, sì un paio di squilli, così solo per salutarla ti dicevo, perché mica m’importa, ma lei era fuori,
con lui… sì lui l’altro, sì quello che adesso smettono, probabilmente non ha
risposto perché ho chiamato mentre lei gli stava dicendo: Adesso Smettiamo! Così, bella
decisa, ne sono certo”.
Ecco allora che il single malinconico pensa che così non va
bene: “No come lui no, questa fine qua io non l’ho da fare”, e allora decide che
la malinconia deve essere scacciata e pensa a come far scattare la trappola, l’obiettivo
è: compagnia, certezza del risultato, fascino, sensazione di potenza, "magari se
va tutto bene dopo il film mi sposo".
E non c’è niente di meglio del film brutto per tutto questo.
Se la ragazza dice sì ed aggiunge: “Dai alle otto sono da te, porto un vino rosso
ma tu mi raccomando i calici!”, nove su
dieci è fatta.
Dico nove perché la certezza del dieci lui ancora se la deve
giocare, non è sufficiente il “sì vengo”, è tanto ma non basta, è conditio preliminare ma poi, l’uomo singolo,quasi ex-malinconico, deve fare ancora un po’ di attenzione al
particolare, ed è per questo che diventano fondamentali tre cose: l’abbigliamento, il
capello, il saluto.
Per vedere un film brutto con la donna della svolta l’uomo
deve indossare un jeans a vita bassa sdrucito sul ginocchio destro che fa
vissuto, niente cintura, pulloverino a V aderente se c’è l’addominale, un
pelino più rilassato e nero snellente se l’addominale c’era. Poi il capello
spettinato, ma spettinato con cura, uno spettinato ricercato che si noti che c’ha
perso un trenta minuti per ottenere quell’effetto. E la porta si deve aprire,
quasi spalancare, deve dare un senso di accoglienza, ed ecco l’uomo che si affaccia, la luce
soffusa, un sorriso misterioso che si perde nella barba incolta, i due calici nella mano destra pronti per il
primo brindisi, lo sguardo penetrante ed un bacio distratto con passione, tipo Mickey
Rourke prima della scena del frigorifero, e per chiudere: “Ciao, sono molto felice che tu sia qui…”.
Se tutto questo succede e lei non scappa prima di entrare il
risultato è assicurato, siamo al dieci su dieci, il film brutto e noioso scorrerà a margine, il vino
scorrerà nei calici, il jeans a vita bassa si ritroverà piegato sulla spalliera
del divano, tutti belli concentrati a recitare la propria parte, serata di
passione mediocre che entrambi si racconteranno come “irripetibileee!” ma che
tra se e se ricorderanno con: “beh ok… in tv non c’era niente…”. Poi lui a
letto e lei a casa, la propria, tutti e due tristi, ma di una tristezza spenta,
che è peggio della tristezza normale, è di più, è lei che pensa: “ok prima di
andare a dormire passo da C&P a comprarmi una pasta per la colazione di domani”, e lui che rigirandosi nel letto aggiunge: “ahh, mi sono dimenticato di fare
il bidet…”.
Ebbene sì, il film brutto non è stato un grande affare, ok
guardata dal punto di vista dell’amico figo fa statistica, dal punto di vista dell’amica di lei fa “beh almeno
hai fatto serata!”, e dal punto di vista di C&P fa “beh almeno ho venduto due
paste”, però credetimi, insisto, non è stato un grande affare.
Sì certo… può capitare che una mattina in ufficio il lui o
la lei di turno se ne stiano lì ad ascoltare
con scarsissimo entusiasmo un cliente spaccaballe che si lamenta dell’eccessiva
esosità della commissione sull’accordato,
e mentre questo si lamenta lei o lui pensano: “cazzarola volevo innamorarmi e
invece sono solo malinconico!”, ecco può capitare, ma la soluzione non è il
film brutto, no, la soluzione è sorridere.
Sì sorridere. Sorridere lasciandosi andare, a quello che
succede oppure a quello che succederà, anche se non hai la più pallida idea di
che cosa sarà dopo, non si deve pensare troppo, non ci sono i tipi e nemmeno
gli stereo-tipi, non c’è strategia, non
c’è la donna ideale cos' come non c'è l'uomo ideale, non c’è il dvd, non
ci sono i calici, non c’è il vino rosso, non c’è il capello spettinato e nemmeno
la luce soffusa, c’è un jeans a vita bassa però…., sì quello c’è… ma non è piegato
sulla spalliera del divano ma scaraventato sul tavolo del salotto o dimenticato
dentro al frigorifero aperto poco prima per prendere una Moretti ghiacciata, perché si inizia sorridendo
e si finisce che non sai che cosa succederà al tuo jeans, e fondamentalmente non te ne può fregare meno di un'emerita mazza, ed è solo allora che
potrai dire di essere davvero felice, e sudato, e non dico innamorato ma certamente non malinconico, al più se proprio vogliamo, leggermente nostalgico... ma questo poi passa.
E C&P? Beh, le paste magari le compriamo venerdì prossimo, andiamo assieme però, da solo non mi va!!