Convegno organizzato dall’associazione
“Amici del maschio 2.0”, titolo dell’incontro “La fenomenologia del Trombamico,
da Fabio Volo a Dostoevskij”, sottotitolo dell’incontro “Dostoevskij non c’entra niente ma così speriamo di catturare anche un
pubblico colto”.
Luogo dell’incontro sala a fiori
del Grand Hotel di Rimini, piano terra, zona piscina, “intervenite numerosi che
si possono fare delle domande”.
Luì era da quelle parti, come
spesso gli accade ultimamente aveva deciso di non aver nulla da fare in quel
week end, quindi ha deciso pure di registrarsi ed entrare. Ha deciso di entrare
perché il tema gli è parso curioso e voleva trarre qualche spunto per
rispondere con maggior cognizione di causa ad una sua amica che giusto qualche
settimana prima lo aveva accusato più o meno in questo modo: “.. sì, sì, ad
ascoltare te e le tue teorie qua finisce che si fidanzano tutte e io niente…
sei un consulente da ridere…”.
A Luì la definizione “trombamico”
l’avevano proposta la prima volta qualche anno fa, in un’occasione che si era
trovato a discutere per trovare la giusta definizione per un rapporto leggero
ma non troppo, coinvolgente quel tanto che basta, unico da potersi considerare impegnativo ma non abbastanza da potersi
considerare fidanzamento, divertente, spregiudicato, comunque rispettoso, fatto
di molta complicità, sempre sul punto di diventare qualcosa di più, ma che
inspiegabilmente è naufragato nel qualcosa di meno, con un certo rammarico da
parte di entrambi. Da allora di tanto in tanto Luì si è posto la domanda: “Ma perché?”.
Il convegno non ha forntio la risposta, “perché esistono
i trombamici” resta un mistero, ma soprattutto: esistono davvero?
Pare di no, è quasi assodato. I
trombamici non esistono, forse esistono nel breve, sono una leggenda. I lavori del
convegno hanno portato ad una classificazione per specie, una fenomenologia
appunto, una tripartizione, Luì non ha
fatto domande, più che altro ha ascoltato.
Il rituale d’approccio è risultato
essere piuttosto comune a tutte e tre le specie: ci si conosce, si passa del tempo assieme,
si passa più tempo assieme, spesso sul lavoro, qualche volta nel tempo libero,
ci si parla, ci si parla del niente qualche volta anche del tutto, ci si
racconta, ci si sfiora mentre si parla, ci si da appuntamento per un aperitivo o per un caffè, così… “perché dai
è piacevole parlare con te, davvero… non mi è mai capitato di essere così in
sintonia con qualcuno”, il passaggio successivo è la cena (o il pranzo), c’è
anche chi inizia direttamente dalla cena ma è rischioso, troppo lunga l’intimità,
ci si può perdere. Poi finisce che da “è piacevole…” si passa al “è fantastico
venire a letto con te, davvero, non mi è mai capitata una roba del genere”, tutti e due se lo
dicono, uno dei due sa che l’altro mente, a volte lo sanno entrambi (che uno
dei due mente), però se lo dicono talmente tante volte che finiscono col
crederci davvero. Così inizia, così prosegue, quasi sempre finisce. Le
variabili? Lo status dei due.
Ci sono “i trombamici entrambi single”,
non importa perché lo sono, ma è così. Solitamente sono gelosi della propria
libertà, della propria indipendenza, però non fino in fondo, vogliono comunque condividerle
con qualcuno: “Ci vediamo questa sera?”, “Sì ma non diamoci appuntamento,
vediamoci se ci va, all’ultimo minuto, da me o da te non importa, lasciamo fare al caso”, “Bello
così, sì, liberi, senza regole”. Solitamente questi sono quelli che su FB hanno
come status “relazione aperta” che diventa “relazione complicata” verso la fine.
Entrambi automuniti sono incredibilmente fedeli l’un l’altro. Non si dicono mai
di amarsi, quando succede che uno dei due contravviene questa regola non
scritta tempo tre settimane e la storia finisce. In questo caso i trombamici
restano amici, anzi ritornano amici passati sette mesi dalla fine della storia. Caratterialmente sono irrequieti e perennemente insoddisfatti.
Poi ci sono “i trombamici
entrambi impegnati”, anche qui non importa come sono impegnati, ma di fondo c’è
troppa gente, un casino… almeno quattro. Qui la molla non è il desiderio di
libertà, è il desiderio di fuga trasgressiva dal quotidiano, dichiarata pure: “ci
vediamo ma non ci raccontiamo nulla delle nostre vite perché se volevamo un
marito/moglie/fidanzato/fidanzata già ce l’avevamo ed è inutile che stiamo a
moltiplicare i problemi, però ci vediamo in posti scomodi che fa più
trasgressione ”. La parola amore viene aborrita come la peste. Le storie
fatte così resistono solo le prime due settimane dopo la cena, se ci si vede
poco, quindi scadono, perdono di intensità, anzi sono la molla per recuperare
le proprie vite di partenza, per apprezzare il quotidiano da cui si voleva
fuggire. Una volta finita i trombamici restano amici, sempre che gli altri
rispettivi due non si siano accorti di quello che è successo e allora ci si
continua a vedere in Tribunale e o si fa amicizia con gli avvocati o ci si può
sentire molto soli. Caratterialmente sono entrambi agitati a giorni alterni, insoddisfatti di
fondo finché ciascuno a se stesso dice: “va bè, in fondo la mia vita non è poi
così male, non la cambierei”.
Poi ci sono “i trombamici uno dei
due è impegnato l’altro meno, anzi quasi niente”. Non è un’inutile precisazione
perché “il single meno impegnato dei due” passati tre giorni dalla cena o dal
pranzo (quando ci son di mezzo altri impegni ci si deve organizzare) diventa “single
impegnato per niente”. E’ una regola non dichiarata, lui o lei non l’ammetteranno
mai, ma è così. In questo caso può anche succedere di dirsi “mi sto innamorando
di te”, se proprio vogliamo esagerare anche un: “sono innamorato di te”. Il
sesso diventa una parte importante ma non l’unica e comunque non la principale,
e qui già si contraddice la definizione di partenza, si parla molto, ci si
racconta, a volte l’impegnato/a racconta dei propri problemi, il meno
impegnato/a ascolta neanche infastidito più di tanto (almeno per i primi
quattro mesi e mezzo). Questa storia ha una durata variabile, può andare dalle
15 settimane ai due anni, solitamente finisce perché l’impegno di uno dei due se
ne accorge e possono presentarsi due alternative: fa una strage, è furbo/a e
recupera. I trombamici dopo non restano nemmeno più amici. In questo tipo di coppia gli
stati d’animo sono variabili, si va dalla foga iniziale di entrambi, all’appaloramento
di uno dei due (il più impegnato), all’agitazione dell’altro, al pentimento per
esserci caduti di nuovo.
“Luì se n’è fidanzata un’altra!!!
E io? Colpa tua” – “Guarda ora sono impegnato, sono qui ad un convegno, sto
studiando, dammi tempo, adesso prendo appunti e ti spiego tutto appena torno!!! fidati di me!!!”.
I trombamici esistono. E sai perché? Perché la società si evolve. Perché la coppia è asfittica, è roba vecchia, è noiosa. Forse fra un po' non esisterà neanche più...non tanto presto però, la gente si stacca a fatica dalle proprie abitudini, sono comode anche quando non hanno più senso. Le coppie vere già non esistono quasi più. Quelle in cui si è davvero solo in due. E non che uno dei due ha il trombamico perché si sentiva trascurato dall'altro. E l'altro magari ha avuto qualche occasione che non poteva proprio lasciarsi scappare...del resto ogni lasciata è persa. E' successo, è capitato, doveva andare così, si crede di essere in due, ma si è almeno in quattro, cinque. Perché due sono troppo pochi, in due a volte ci si sente più soli di quando si è da soli. E persino più annoiati.
RispondiEliminaF
Le coppie vere esistono, sono quelle che superano anche l'affollamento, l'essere in quattro o cinque o sei! Quelle che resistono perché c'è qualcosa di più forte della noia temporanea o dell'errore di un attimo. Le coppie vere hanno alla base un ingranaggio che attrae, che non si logora, che spesso ha bisogno di manutenzione ma è inossidabile! I trombamici sono una finzione, a volte un'illusione, spesso una medicina per uno dei due, qualche volta manutenzione per ingranaggi altrui!!
RispondiEliminai trombamici esistono...solo perchè è un retaggio culturale di origine religiosa, il fatto che l'uomo sia monogamo...L'essere umano è curioso, è in evoluzione, non è statico. E l'amore....cos'è...Non saprei dirtelo,ma quando c'è, non hai bisogno di trombamici...
RispondiEliminaCos'è l'amore non lo so nemmeno io, e ci penso spesso sai? Col tempo ho maturato questa convinzione, rubo una citazione (scusa se mi ripeto, l'ho già scritto altre volte ma ogni giorno ho nuove prove!): "Gli ingranaggi sono come le persone, dopo tanto tempo insieme si attraggono per tutta la vita". Ecco l'amore è un ingranaggio, nel mezzo a volte entrano impurità più o meno fastidiose ma gli ingranaggi resistenti le espellono! Quelle impurità, a volte, assumono le sembianze dei trombamici di tipo due e tre!!
RispondiEliminaFinalmente qualcuno che la pensa almeno un po' come me...ovviamente mi riferisco all'anonimo del commento numero tre...la monogamia, la coppia sono solo costruzioni sociali, gabbie mentali in cui ci siamo imprigionati da soli...ma non fanno parte della natura più profonda dell'essere umano, per questo non funzionano. Abbiamo inventato noi il mondo così come lo conosciamo, la società moderna...abbiamo inventato le religioni e persino l'amore. E la cosa che più mi meraviglia è che, nel 2013, tante persone, anche molto intelligenti come te, si appoggino ancora a queste stampelle per menti deboli.
RispondiEliminaF
Stampelle per menti deboli!!! Mi hai demolito!!!
RispondiEliminaMa se ho detto che sei molto intelligente! Prova a guardare la cosa dal mio punto di vista, tu per esempio cosa pensi delle persone che credono agli oroscopi? o al malocchio? ...non volevo demolire nessuno, semplicemente non riesco a concepire certe credenze così prive di razionalità.
RispondiEliminaF
F ma io credo agli oroscopi e al malocchio!!!!😄😄😄😄
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