La notte non porta consiglio

La notte sarebbe bene dormire, a meno che tu non sia fornaio, perché la notte amplifica ogni pensiero, ogni rumore, ogni problema, ogni preoccupazione, e non c'è affatto bisogno di ingigantire sta roba.
La notte sveglia i ricordi, che arrivano quasi sempre nel momento sbagliato tra l'altro, come le cartelle di Equitalia.
La notte stimola i sogni, che dopo una certa età e certi fatti somigliano più ad una raccolta di occasioni perse, piuttosto che al libro dei vorrei... e quando si dice la prospettiva.
La notte è lunga senza il conforto di TopCrime e Giallo se il digitale terrestre ti abbandona.
La notte è la patria dei "se avessi" e non porta nessun consiglio sensato.
La notte non andrebbe affrontata da soli, ma nemmeno in compagnia di uno "scalda sonno", non serve, soprattutto se dormi poco e sei un tipo caloroso di tuo.
La notte è fatta per l'amore, sudato, agitato oppure solo abbracciato non importa, anche se personalmente, potendo scegliere, preferirei il primo pomeriggio che fa meno scontato e mezza giornata di ferie in camuffa.
La notte è troppo lunga per gli svegli, troppo corta per gli stanchi, troppo buia per i paurosi, troppo luminosa per chi non vuol vedere e troppo notte per tutti gli altri.
La notte secondo me l'ha inventata l'Enel, prima era solo un giorno un po' meno impegnativo.

Riflessioni in attesa che arrivino i giornali

Pensavo, ma perché è così radicata la convinzione che diventare grandi debba accompagnarsi con il diventare noiosi? Sì ripetitivi, forzatamente calmi, spenti, rassegnati al reumatismo, ma non quello artrosico (che non so se scientificamente si dice così ma a me rende l'idea) ma mentale.
Una vita a tappe: l'innocenza, la spensieratezza, l'eccesso tollerato, la forza e poi la noia.
Quasi la noia fosse un punto d'arrivo, diventi grande e devi essere noioso, nell'accezione stanca del termine, sei grande e devi avere la testa a posto, e mai nessuno che dica qual'è il posto giusto.
Nel luogo comune degli spenti si confonde la noia con la saggezza, quasi fossero sinonimi.
Voglio sfatare il mito, si può diventare grandi senza essere noiosi, si può esser saggi senza essere omologati, può calare la vista ma non la voglia di fare, si può essere seri quando serve senza rinunciare ad essere scemi quando non serve essere seri.
I grandi possono sostituire l'ormone calante con la voglia di fare, una faccia seria non è il volto che si dà al senso del dovere.
Conosco uno che da una vita fa tutto quello che deve fare, senza sosta, senza nessuna sosta, ora è grande, ma non è noioso, qualche volta è un po' scemo, ma continua a fare tutto quello che deve fare, inseguendo ugualmente  le proprie passioni che possono essere pure quelle di un adolescente. Non è vietato, giuro!

La barba bianca viene dal freddo

Quasi niente è davvero come sembra, molti recitano una parte, spesso a propria insaputa! 
Che detta così è pure una grande banalità, un po' come i ricordi, non sono quasi mai veri, bensì sono l'apoteosi dell'automediazione, sono finti, passati, edulcorati, depurati da ciò che si vuol dimenticare, arricchiti dal ciò che ci piacerebbe e da quel  raccontare a colori che ogni volta aggiunge qualcosa.
So di persone che son partite con amplessi di una mezz'oretta e alla terza versione già si raccontava di una notte intera. 
Trombate epiche a durata flessibile.
Spesso mi chiedo se tutto quello che ricordiamo sia davvero successo.
Forse è verosimilmente successo.
Così come le convinzioni,  molti sono convinti che "io ne so una più di lui"
, lo dicono, lo fanno capire, ne sono certi, cercano di dimostrarlo, e sono talmente concentrati su questo che finiscono col dimenticarsi quello che erano convinti di sapere.
Si stimano, si stra-stimano, spesso parlano a voce alta per sentirsi meglio, si circondano di mediocri per esaltare il proprio ego. 
In realtà passano la vita a farsi trainare, e magari arrivano pure lontano.
Poi c'è qualche persona vera, poche, io credo di averne incontrate due, ad una sono molto grato, perché è un giusto e in quanto giusto destinato al "meno di quello che vale".
Sono le 00.48, che cazzarola c'entra questo pippone a quest'ora?? 
Niente, però a questo stavo pensando adesso, qui, prima di addormentarmi, potevo scrivere in alternativa della mia barba sempre più bianca, e potevo cercare di spiegare che è così per colpa del freddo, ma sarebbe stato troppo complicato e sì sa, io scrivo per rilassarmi.

IL FASCINO SUPERIORE DELLE CIRCA QUARANTENNI

Postulato: oggi la donna top è la circa-quarantenne. 

Il "circa" sta per "un po' di meno" - "un po' di più", quanto po' dipende, può essere un "po' tanto" o "un po' poco", nessuna regola fissa!

Questo, detto in maniera così decisa, è per replicare seccamente ad una mia fascinosa amica che si colloca in quella fascia e che sostiene invece che lo scettro sia strettamente in mano alle ventenni.

Ora non voglio attirarmi l'ira delle ventenni che non si sa mai, ma questi sono i fatti e non è colpa mia.

Certo serve la base, non è sufficiente avere quarant'anni per avere fascino, tutt'altro! Il fascino è fatto di particolari, e i particolari da un lato sono parte della persona, stanno nel patrimonio genetico, ma dall'altro nascono dall'attenzione.

I particolari genetici sono il modo in cui la quarantenne ti guarda, quello in cui sorride, quella ruga leggera d'espressione che arriva giusto giusto due attimi prima delle labbra, il tono della voce, quel non prendersi troppo sul serio pur avendo la consapevolezza del potenziale, la sensualità quotidiana, e poi la capacità di ascoltarti... ma quanto è affascinante e rara in una donna la capacità di ascoltare??
E particolari che partoriscono fascino sono pure i fianchi appena appena più morbidi, che partono subito dopo una gamba che sa quello che fa ogni volta che si muove! 

Poi ci sono i particolari figli dell'attenzione, e qui gioca l'esperienza e la voglia di essere attente, tipo il modo in cui ci si siede su uno sgabello piazzato lungo uno dei corsi principali della città in una giornata di sole! 
In questo caso l'irruenza delle ventenni, che lo prendono e ci siedono a cavalcioni, si disintegra di fronte alla sicurezza della quarantenne che dice: "scusa... lo sgabello è mio" e lo conquista, non lo occupa!

La quarantenne affascinante è sicura di se, quando cammina per strada o tra le scrivanie in ufficio, magari con quella longuette nera tipica di chi vince senza stravincere (il contrario della minigonna da diciottenne modello "stasera esagerissimo"), lo sa che lui il culo glielo guarderà, ma non perché è un depravato, ma solo perché è uno attento ai particolari che fanno la differenza.

La quarantenne non ha paura, ha le sue debolezze, magari si emoziona, ma non ha paura. 
Se c'è da scappare scappa, senza fuggire però,  accelera il passo; se la domanda è "esci con me questa sera?", la risposta è "dove mi porti?" oppure semplicemente "no!".
Qualcuna si inventa che non può perché i figli di sua sorella festeggiano l'onomastico, in quel caso o deve uscire con l'amante oppure ha la cena del corso di pilates allo Sporting di Milano Marittima e non ha piacere che si sappia! 

La quarantenne affascinante si è ritagliata i suoi spazi che fanno spesso pandan con il tacco 9,5 che porta con la disinvoltura della scarpa d'ufficio; è sicura di se perché non deve dimostrare niente a nessuno, e l'uomo, sempre poverino ricordiamocelo, non va in ansia, lo percepisce e si mette a suo agio, e solitamente pure lui da il meglio di se. 

La quarantenne è disinibita, conosce il proprio corpo e conosce pure quello dell'uomo, e non è arrogante ma solo consapevole, e questo rende la cosa decisamente più interessante.

La quarantenne sa che l'amore esiste, si è innamorata in passato, forse si innamorerà di nuovo in futuro, a volte è innamorata nel durante, però non esagera, non sono tutti cuori-fiori-cioccolatini-peluche e selfie on the web, ma "mi piace stare con te ora, perché mi piace la tua pelle e mi piace quello che dici e come lo dici, e mi fai ridere!" (l'importante è che questa cosa qui da ultimo non venga detta al povero uomo quando nudo si alza da letto per raggiungere il bagno, potrebbe non capirne il senso profondo e rimanerci male - nda).

La donna quarantenne affascinante attenta al particolare non si lascia coinvolgere dal toy boy, per questo non ho una spiegazione scientifico-sociologica ma, se è vero com'è vero tutto quanto detto fino a qui, la soggetta in questione cerca il meglio e il meglio lo può trovare solo nel quarantenne affascinante attento al particolare e un po' paraculo, che non fa massa, fa singolarità! 

I nemici della quarantenne affascinante sono la noia, la convinzione dell'ineluttabilità del quotidiano, i peli sotto le ascelle, la mancanza di complimenti veri detti al momento giusto senza secondi fini, il troppo pensare! 

Sì perché pensare troppo intristisce, e l'intristimento fa venire le rughe cattive e i capelli bianchi, e questo fa passare la voglia di piacersi e di piacere, e di ancheggiare, e di andare in bici con la gonna e gli stivali.

La donna quarantenne affascinante ha solo un difetto, che potrebbe essere pure un'opportunità se vogliamo, è spesso sentimentalmente impegnata, e questa è una complicazione per l'uomo quarantenne affascinante single, che anche lui dal par suo ha solo un difetto, è un po' lento, e questa invece, sempre alle volte, potrebbe essere una complicazione non proprio opportuna!!!