L'atmosfera del particolare

E comunque è il particolare quello che conta, è l'atmosfera che fa la differenza. 
Sono i dettagli che fanno il sapore.

È un po' come baciare al buio, lo si può fare indossando i calzini corti a metà polpaccio, oppure nudi di fronte ad un caminetto acceso, c'è la stessa differenza che passa tra il bere un Tignanello 2003 in un bicchiere di plastica o in un calice di cristallo.

Non lascia la stessa persistenza.

Ci si fa distrarre dall'insieme e poi non ci si accorge che è quel modo buffo che aveva di toccarsi la punta del naso che accompagna i secoli.

Ma davvero pensate che se la scarpetta di Cenerentola fosse stata di nappa sfoderata marrone il Principe si sarebbe innamorato ugualmente?

Siamo fatti di immodificabili cumuli di eccentriche eccezioni, eccezioni che fanno il tutto, un tutto che si chiama io, e si chiama tu, e se ti dice di culo si chiama noi, e pure voi, e qualche volta loro.

Dettagli, quelli di cui ti accorgi senza parlare, semplicemente incrociando i pensieri, quelli che poi escono sempre allo stesso modo, da quel sorriso un po' così che sa tanto di bello.

Sì... atmosfera, se ci penso mi vengono in mente le more, le castagne, il mare, quel perizoma giustamente eccessivo, la neve e quel fiocco più leggero degli altri che sciogliendosi ha fatto un rumore che manco so raccontartelo, ma ricordo che ha fatto freddo, ma un freddo, ma così un freddo che ancora oggi lo sento arrivare.

Uguali uguali o diversi diversi? Qual'è il segreto?

Ma dico io, per funzionare dobbiamo essere simili o diversi? Uguali o differenti?
Tipo "castano e castana" o "bionda platino e nero pastello"?
"Alto e bassa" o "bassa e basso"?
"Giovane e datato" o "giovane e giovane"?
"Simpatica e antipatico" o "entrambi antipatici come la peste"?
"Diavolo e acqua santa" o "ninfomane e allupanato"?

E’ dalla notte dei tempi che se ne dibatte, ho visto coppie scoppiare perché non hanno trovato una risposta a questo enigma, con lui che accusava lei di essere troppo diversa e lei che accusava lui di essere troppo uguale. 
Se non si fossero posti il problema probabilmente sarebbero ancora lì ad invecchiare insieme, invece…

C’è chi sostiene che la diversità arricchisca, io non ne sono del tutto sicuro, la diversità secondo me segmenta.
Sì, segmenta. Segmenta gli spazi e segmenta il tempo.
La coppia di diversi si seziona, architetta, divide, e divide prima la casa secondo una logica di spartizione per zone di comfort individuale: il bagno di sopra e il bagno di sotto, la tv grande e la tv piccola, il divano e la poltrona, il lato del letto vicino alla finestra e quello vicino alla porta, l’armadio e la cassettiera, sedia di destra e sedia di sinistra in sala da pranzo.
Solo l’amore fisico unisce, se la coppia è diversa ma sessualmente molto compatibile, ecco che allora gli spazi diventano un tutt’uno, il sopra si confonde col sotto, l’armadio col letto, la cucina con la salo da pranzo, e non mi spingo sui particolari che siete grandi e c’arrivate da soli e questo è un blog semiserio e non posso fare il pornografo.  
Solo un problema, se vive in un monolocale con una finestra sola, la coppia che segmenta è spacciata, finito il coito finisce la convivenza.

Poi dopo aver diviso lo spazio subito pronti a dividere il tempo, e lo si fa funzione del lavoro, dei figli, ma soprattutto  di se stessi, e così lunedì calcetto, il martedì pomeriggio estetista, il martedì sera poker, mercoledì corso di inglese (lei), giovedì latino americano (lei), venerdì amici (lui), sabato e domenica dipende, lei –lui-loro, si fa qualcosa tutti insieme.
La sintesi del tempo diviso è sempre un attimo prima di dormire e due attimi dopo aver fatto l’amore, ci si racconta distrattamente che cosa è successo, confondendo i ricordi in racconti verosimili, con dettagli volutamente celati e ricostruzioni parziali, e se si potessero riassumere i bisbigli di sintesi in camera da letto ne uscirebbe che: “il prof di inglese giocando a poker con una tipa che balla il merengue, ma solo dopo una epilazione laser total body, le ha detto I love You, ma era solo una frase buttata lì per portarsela a letto la settimana dopo, dopo la partita e dopo la pizza”. 
Ed ecco che i bisbigli scemano dolcemente in un “notte” – “notte” – un piedino di lei, un piede di lui, ci si addormenta.
Se poi i due di coppia non convivono e sono pure diversi, allora la segmentazione non divide solo gli spazi tra le stanze ma proprio le case, e la sintesi della settimana non è fatta dai bisbigli sul lettone ma dai bip-bip della chat di WatshApp, dove è stato creato un gruppo a due intitolato “Un po’ di noi diversi”.

E gli uguali? Beh gli uguali, sono uguali.
Io qui sotto-dividerei in due grandi sotto-categorie: “gli uguali innamorati” e “gli uguali ne ho le balle piene”.
Partiamo dalla seconda che è più facile, questi non si amano, se va bene si stimano, se va male negano a se stessi di essere identici e si detestano, ma stanno comunque insieme, almeno sette anni, perché sette anni è il tempo necessario a che le balle piene esplodano.
Perché dite succede questo? Perché sono la stessa cosa, e quindi troveranno la stessa finta ragione per farla durare finchè dura, e possono essere i figli, oppure le rispettive famiglie di provenienza, o il mutuo cointestato, oppure “cosa vuoi…  è così”.
Gli uguali di questo tipo hanno profondi problemi di convivenza, perché vogliono lo stesso bagno, la stessa Tv, lo stesso armadio e lo stesso lato del letto.
Quando fanno l’amore vogliono stare tutti e due sotto o tutti e due sopra.
E pure quando devono organizzare la settimana è un casino, entrambi  il lunedì a calcetto ed il martedì dall’estetista. Davvero complicato.

Poi ci sono gli uguali innamorati.
Beh questa è un’altra categoria. 
Ora rallentate un attimo a leggere, pensate virgole e punti anche dove non ci sono, pure un qualche punto e virgola, calatevi nella parte, concentratevi un secondo che qui è intensa,   
Gli uguali innamorati li riconosci da un ventitre-ventiquattro cose fondamentali, non le dirò tutte, mi limiterò alle principali.
La prima è che gli uguali innamorati si cercano, si cercano e si cercheranno.
Lo fanno continuamente, lo fanno per raccontarsi, per guardarsi, per rassicurarsi, per eccitarsi, per perdersi e poi ritrovarsi, per baciarsi con la lingua.
Si cercano continuamente per ridere insieme delle stesse cose, per piangere anche in momenti diversi della vita ma per le stesse ragioni, pure a distanza, pure senza dirselo esplicitamente, ma tanto lo sanno che lei sa che lui sa, sono uguali.
Si cercano perché non possono farne a meno, l’essere uguali  fa sì che uno più uno diventi “uno un po’ più grande”, che è una cifra molto più forte di due, perché non si divide, è il numero primo per eccellenza.
Si cercano per organizzare lo spazio e il tempo, e le piazze del letto si confondo sovrapponendosi, l’armadio e il cassettone, le due TV accese sullo stesso canale nella stessa stanza, un bagno solo, a volte una casa ma che possono essere anche due, dove si cena da lei, si dorme da lui e si fa l'amore anche sulle scale e qualche volta si tromba pure.
E si cercano per organizzare il tempo, ma non organizzano proprio un bel niente, perché il tempo semplicemente succede da solo, con o senza gli amici, con o senza il calcetto, con o senza peli e con buona pace dell'estetista, perchè gli uguali innamorati possono godere della libertà di essere liberi insieme, da soli in due senza soffrirne, uguali, innamorati, per sempre.

Volete sapere le altre ventidue-ventitre cose? No, non importa, sono solo ininfluenti dettagli.




La nostalgia fa l'amore con la malinconia

#particolari #pensieri #scribacchiando 

La nostalgia è il sentimento del giorno dopo, di un qualsiasi giorno dopo, non è legata ad un luogo, ad una persona, ad un gelato, è uno stato dell'animo.

La nostalgia si nutre di tempo che passa, che trascorre, a volte del tempo che deve ancora arrivare, conosco genti nostalgiche del futuro, di quello che sarà, che sarebbe stato, di dovrebbe.

Il nostalgico è a prescindere.

La nostalgia fa l'amore con la malinconia, ne nascono sorrisi spenti ma veri ed occhi profondamente trasognanti. 

La nostalgia la trovi in riva al mare, lungo la via, l'ascolti in una musica jazz misto blues, la sorseggi in un calice di Sangiovese riserva, l'assaggi in una piadina salsiccia e scuacquerone, la nostalgia la porta via il vento, sa di camion lungo l'autostrada, di profumi di cantina, di voci che non ricordi, di marmellata di more, di sogni ad occhi aperti e di progetti ad occhi chiusi.

La nostalgia è romantica, come solo gli stricchetti al prezzemolo di romagnola ricetta possono esserlo, sa di casa e di vacanza, di ultimo giorno di scuola e primo giorno di lavoro.

La nostalgia è un chiringuito sulla spiaggia, una manina che ti stropiccia la guancia prima di addormentarsi.

Questo non è l'elogio a questo nobile stato, è un frullato di pensierini, così per chiacchierare tra vecchi amici, è un modo per colorare un attimo come un qualsiasi pittore di parole, un tentativo di trasmettere un'emozione, cercando di darle forma, rendendola vera, vera come i sogni, persistente come i ricordi, ironica come la gazzosa.

Desideri cadenti in una notte di stelle che traballano

Desideri? 
San Lorenzo? 
Stelle cadenti? 
Caricare troppa aspettativa sulle spalle di chi sta scendendo non mi sembra bello.
Sìì fa romantico, certo, è vero, ma mi pare faccia pure un po' "me ne approfitto".
Tutti a chiedere di esaudire, tutti mendicanti di sogni, tutti a pretendere che luna si spenga anche solo per un attimo che altrimenti il desiderio non si vede.
E le nuvole? Tutti a maledirle queste poverette se solo provano ad oscurare, specchio opaco delle difficoltà, le nuvole a San Lorenzo son come le sfighe svolazzanti che capitano proprio quando il "vorrei davvero tanto" prende forma. 
Siamo dei razzisti temporali, degli autogiustificatori che si arrabbiano con il cielo se quello che vorremmo non diventa presente.
E allora ci si attacca ad una stella, e mica quella bella luminosa che fa un po' patacca là in mezzo a tutte quelle presuntuosette, no, ci si appiccica a quella più piccola, a quel frammento piangente che lacrima scie iridescenti.
Mai nessuno che abbia chiesto di cadere alla stella polare, lei zitta a segnare il nord e le altre a traballare.
E allora San Lorenzo va bene per i baci senza pretese, per i brindisi sulla spiaggia, per i grilli tra i calanchi, il profumo del fieno, le promesse che durano il tempo di un niente, le auto cabriolè, l'amore sudato ma non troppo.
Notte di ogni prima volta, dove lei è convinta sia stato amore, e lui è convinto di essere irresistibile.
Notte di passioni cadenti e futuro incerto, di stalle all'aperto, di musiche soffuse, notte per sceneggiatori, papponi, illusi speranzosi e amanti traditi, sì traditi, traditi da tutte quelle stelle che non sono cadute mai, e forse la colpa del "non succede" è solo la loro, di quelli che si ostinano a non mollare.

Siamo quello che siamo stati, diventeremo quello che siamo

Dico io... qualche volta sarebbe bene ricordare di dimenticarsi.
Perché è vero che siamo quello che siamo stati, ma diventeremo pure quello che siamo, in un circolo vizioso dell'essere, dove le persone non cambiano e il tempo si attorciglia.

E fidatevi, succede e succederà senza riuscire ad innovare nulla, e per fortuna aggiungerei, o tutto sarebbe solo un gran ricominciare da capo, uno strafottuto spreco di energia senza costrutto in una foga distruttiva di quello che c'era prima.

"Siamo nani sulle spalle di giganti", quanto mi piace sta frase, quasi quanto la cioccolata, ha quel non so che di epico-romantico-lungimirante, omini che sfruttano il sapere d'altri, un sapere che trapassa, liquido come il miele d'acacia, ma incapace di far cambiare l'orizzonte.
Tutti a guardare nella stessa direzione.
Sarà che i nani son troppo nani e i giganti troppo poco giganti.

Accumuli di ricordi, di esperienze, d’abitudini, di vizi, di caratteri, d’incontri, di scontri, di colori e profumi.
Accumuli di amori, di storie d'amore, di odio, di disprezzo, di paura, e poi caldo, e passioni, passioni, passioni, di quelle mai sopite o di altre solo accennate.
Accumuli di caso, ricoperti di destino, di errori, di grandi successi, di quelli che inebriano nel breve ma che distraggono alla lunga.
Accumuli che rendono gli uomini miopi, capaci di vedere ad un palmo ma senza prospettiva.

Accumuli, di quelli che solidificano e rafforzano, da qualche parte lì che non sai dove e sai poco anche perché, ma sai che stanno sempre in mezzo alle balle, questo sì lo sai.

Ecco cosa intendevo io, riflettendo poco fa di fronte alle repliche di Bones 11^ stagione.

Le persone non cambiano, semplicemente perché si sono costruite così.