La fonte è un’amica che dice di aver sentito raccontare sta cosa da
un altro suo amico, uno che la sa lunga, e lei che di professione fa la
filosofa sperimentale (nel senso che sperimenta le teorie) ha preso nota e mi
ha illuminato. Sinceramente non mi sembrava troppo convinta nemmeno lei, però…
Ora alla base di questo teorema stanno diversi postulati: “dopo
un anno finisce”, “perché diventar matti quando si potrebbe star comodi sul
divano”, “fidanzarsi tranquillamente”, “la noia incombe”.
“Dopo un anno finisce”… mah?!… Non credo... anzi dipende… da cosa?
Dipende. Certo dopo un anno finisce se non è mai iniziata, e non è difficile
capire se non è mai iniziata, sono i particolari a dirtelo. Prendi la prima volta
che l’hai vista, ti ricordi a distanza di quattro settimane i dettagli della
prima volta in cui sei uscito con lei? Del tipo: “Dove?”, “A che ora?”, “ Qual’era il colore delle sue scarpe?”, “Che cos’ha ordinato a cena?”, “Quando
ordinava guardava te o il menù?”. E la
prima volta che vi siete baciati? Occhi aperti o chiusi? Avevi la salivazione
inizialmente azzerata e poi un crescendo oppure la bava alla bocca e poi “la
smetti di infastidirmi con quella lingua che devo andare a dormire”? E quando l’hai
baciata la prima volta erano le sei e trenta del mattino? O forse le quattro
del pomeriggio? O piuttosto le venti e trenta? Oppure erano le sei e trenta-le
quattro-le venti e trenta-le ventitre-l’una-le sette e trenta-le nove oppure erano le undici
che l'orario ti sfugge perché tanto è sempre la prima volta? E la prima volta che hai fatto l’amore
con lei? Ti sei tolto nell’ordine i calzini, i jeans, la cintura, la maglietta,
i boxer e sei andato sotto alle coperte non prima di aver sistemato tutto sulla
spalliera della sedia ai piedi del letto, oppure sei volato sopra alle coperte
e ti sei tolto nell’ordine i boxer, la maglietta, i jeans, un calzino, un
braccialetto della Tod’s che si era impigliato nella spalliera, l’altro calzino,
e quando tutto è terminato vi siete ricordati di aver dimenticato la scatola di
Hatù in farmacia? E la seconda volta che sei uscito con lei, l’avete deciso a
tavolino con largo anticipo oppure semplicemente vi siete trovati per caso nello
stesso posto, nello stesso momento, con un tuo cliente che aspettava te dall’altra parte della città e la
sua estetista che aspettava lei nel suo centro estetico? E “cazzo io adesso non
riesco a fare a meno di te!” lo dici? Oppure lo pensi? O lo dici perché lo pensi?
Ecco, da qui si capisce se è iniziata davvero...
“Perché diventar matti quando si potrebbe star comodi?”
Altro postulato. Beh.. qui non la farei troppo lunga, la differenza sta ancora
una volta nelle possibili alternative, facciamo
un'analisi logico temporale: sono in
ferie, lei no, posso stare a letto, lei no, lei sta per prendere il caffè nel
bar di fianco alla stazione, fuori c’è la brina, sono le 7.30, io mi rigiro
dall’altra parte e abbraccio il mio comodo cuscino, lei invece entra nel bar
poco prima di entrare in ufficio, attenzione, ci sono io, lì sullo sgabello di
fianco al bancone, come? Ma non sono a letto? No, sono lì. Lei “Tu? Qui? Ma non
sei in ferie?”. Tu: “Certo! Per questo
sono qui!!!”. Lei va al lavoro, tu in un altro bar, a prendere un altro caffè,
sorridi, da solo, sembri matto, non sei comodo ma sei felice. Così…
“Fidanzarsi tranquillamente”. Allora diciamolo: tranquillamente
fa schifo. Se voglio star tranquillo mi iscrivo ad un corso di yoga, non m’innamoro.
Se voglio star tranquillo faccio una polizza vita, magari la kasko, una polizza
infortuni , una rc del capofamiglia e voto Lista Civica, e non decido invece di
non poter far a meno di essere tachicardico. Se voglio star tranquillo decido
di mettere la testa a posto ché c’ho già quarant’anni per la miseria, e non decido invece
di perdere la testa ancora una volta che c’ho solo quarant’anni per Dio!! Se
fidanzarsi tranquillamente è bello allora anche mangiare la pasta scotta col
burro, poco sale e il grana biologico, è fantastico! Se si arriva a pensare che
possa iniziare fidanzandosi tranquillamente non ci si deve poi meravigliare che ad un
certo punto ci si possa accorgere che tranquillamente è finita, o peggio ancora non ci
si accorga nemmeno!!
“La noia incombe”. Ahhh la noia. Sempre uguale, tutto
uguale, ogni mattina, ogni risveglio, ogni rientro a casa dopo il lavoro, “che
si fa stasera?”, “cinema?”, “pizza?”, “andiamo a casa della Cri?”, “passi tu a
prendere i bambini?”, “che cosa mangiamo?”, "e le bollette?", "e il mutuo?", “ma perché devo farlo io, non puoi
farlo tu?”. E si inizia con: “esco, non so a che ora torno”; e poi: “esco”; e
poi ancora: “dove sei??”-“sono uscito!”-“e perché non me l’hai detto???”-“eh mi
sono dimenticato”. E la noia porta a
pensare: “Ma perché è sempre così mora? E perché sempre quella faccia?” e lei: “Ma
perché è sempre così calvo? E perché sempre quella pancia?”; e lui: “Ecco lo
sapevo adesso dice così…”, e lei: “Ecco lo sapevo adesso si addormenta”; e lui:
“si ok mi giro, ha di nuovo mal di testa”, e lei: “si ok, mi ha fatto venire
mal di testa, girati va..”. E lei con le amiche: “si va bè, tutto bene, ma cosa
vuoi dopo un po’ si diventa amici… poi i bambini…”, e lui con gli amici: “andiamo
a giocare a calcetto lunedì? E martedì? Che ne dite di una bella partita a racchettoni
martedì? Andiamo a fare la maratona di Beirut a giugno? E venerdì, che ne dite di
un venerdì al Crazy Love?”, e gli amici “Carlo, venerdì non possiamo, è
vigilia!!”.
E lei: “Franco! Ciao tesoro, questa sera esco alle 18 dall’ufficio,
Carlo va a giocare a calcetto, rientra tardi, abbiamo un po’ di tempo per noi…”.
E Franco: “Dove ci vediamo?”. E lei: “Da te!”. E Franco: “Ma com’è successo fra
di noi? Perchè è così fantastico? Sarà stata la scarpa da ginnastica con quel panta di jeans con su il
capello mosso nel bar dell’angolo? O piuttosto quel bacio che non siamo
riusciti a non darci o il mio letto caldo e la farmacia chiusa e chissenefrega
e le notti insonni e le levatacce per il caffè alle sette e trenta e….”. E lei: “Ma quant’è che ci frequentiamo io e
te?”. E Franco: “Mah.. più o meno un annetto…”
“Carlo, ciao, sono rientrata..”, “Ciao tesoro, anch’io!”, “Avevo
voglia di vederti Carlo, è da un po’ che non stiamo insieme io e te…”, “E’ vero
cara…”, (beep-beep – messaggio entrante: “Carlo, oggi è stato fantastico…”), “Piccola,
di nuovo il mio capo, che noia, ora spengo….”, “ti aspetto sul divano…”, “sono
qui!”.
Qual'era l'inizio? Ah sì! L'inizio era: "Tanto vale non diventare matti e fidanzarsi tranquillamente". Appunto, questo stavo dicendo....