Storia di lui e di lei, del loro primo appuntamento, del durante, del dopo.

Quella sera lui non sapeva che cosa sarebbe successo, forse niente o forse tutto, o più banalmente qualcosa poco più di niente, o poco meno di tutto se proprio vogliamo trovare delle alternative.

Sono le aspettative quelle che fregano, succede ogni volta che si programma, è inevitabile, di fianco ad ogni prima cresce l'attesa del dopo, prima di ogni "possibile" prende forma l'idea di quel che verrà.
Prende forma, si colora, nascono profumi e sensazioni attese, la fantasia diventa ieri-oggi-adesso-questa notte-domani mattina, è facile perdere il contatto con la realtà e abbandonarsi ad un crescere confuso di  "sarà, sarà, lo so che sarà". 

E' così che va la vita, ed proprio per questo che quella sera, prima di ogni altra cosa, lui fece un bidè. 
Sì lo so, questo dettaglio a questo punto rompe la poesia e incrina l'atmosfera, ma ogni futuro che si rispetti nasce da un bidè precauzionale, non fate finta di non averlo mai fatto che non siete credibili, ci siamo passati tutti.

Ma ora ritorniamo sul pezzo, dicevo si fece un bidè e si versò un bicchiere di sangiovese, riserva ma non troppo, quello che aveva a portata di mano, una bottiglia aperta due giorni prima, comprata al Conad Filanda di ritorno dall'ufficio, 7 euro e 50 centesimi in offerta, prezzo onesto per un 13 gradi e mezzo del 2018.
Perché un sangiovese dopo il bidè? Perché il sangiovese a piccole dosi scioglie senza sconvolgere, un calice da 0,40cl ha un effetto rilassante, attenzione non bisogna esagerare ché altrimenti l'effetto diventa depotenziante, e non è bello, soprattutto a una certa età.

Quella sera lei non sapeva che cosa sarebbe successo, forse tutto o forse niente, o più banalmente qualcosa poco meno di tutto o poco più di niente se proprio vogliamo trovare delle alternative.

Rileggendo dall'inizio vi accorgerete come oltre alle aspettative sono i punti di vista a fregare, tutto e niente vivono ai confini dello stesso attimo, si confondono, si sovrappongono, l'uno o l'altro per dire in fondo la stessa cosa.
E comunque anche lei, visto che il tempo tiranneggiava, decise di fare un bidè, avrebbe preferito la doccia s'intende, signora anche in questo, ma avrebbe fatto tardi oltre il tollerabile e scese quindi a compromessi.

Ma chi erano lui e lei? 
Erano due ragazzi, o due adulti se preferite, quaranta-quarantacinquesei anni più o meno, meno di novanta in totale, secondo me ragazzi, secondo altri di più, ma non importa, erano un lui e una lei come potreste incontrarne a bizzeffe (non in questo periodo che non c'è un'anima in giro, ma normalmente a bizzeffe).
Erano due ragazzi che un giorno decisero di darsi un appuntamento, uno di quelli così, nati per caso, dopo una vita di:
"Dai si potrebbe fare" 
"Prima o poi" 
"Un caffè, un aperitivo, una cena, quello che ti va" 
"Mi va! Ok! Ma non in quest'ordine"
"Cosa? In che senso in quest'ordine"
"Un aperitivo, una cena e un caffè. Questo è l'ordine giusto"
"Ah perfetto, allora facciamo questa sera?"
"Va bene, alle venti parcheggio del Cinedream"
"Ok"
"Ok"

Erano le cinque e quarantacinque del pomeriggio, per quello non ci fu tempo per la doccia.

Lei mentre si preparava sorrideva, lui mentre si preparava si agitava.
Lei chiudendosi la porta alle spalle: "ma farò bene?", lui chiudendosi la porta alle spalle: "ma perché ho aspettato fino ad ora?".
Lei salita in macchina controllò il rossetto, lui salito in macchina controllò l'alito.
Lei guidando cercava di immaginarlo più bello di come lo ricordava, lui guidando cercava di immaginarla più nuda del solito.
Lei prima di scendere dall'auto nel parcheggio del Cinedream ricontrollò il rossetto e chiuse la borsa, lui prima di scendere dall'auto nel parcheggio del Cinedream ricontrollò l'alito e "tirò indietro" la pancia.

"Ciao, scusa il ritardo!!"
"Figurati, sono arrivato ora anch'io"
...smack... smack... (rumore di baci di saluto sulle guance - nda)

Si guardarono, si guardarono forse per la prima volta davvero, un secondo più del dovuto, indugiarono l'una negli occhi dell'altro, un lieve rossore riscaldò il viso di lei, una punta di malcelato imbarazzo rese la voce di lui meno ferma del solito.

"Andiamo"
"Ok"

Ora potrei raccontarvi l'aperitivo, la cena, il caffè, le chiacchiere, il vino, la storia della vita di lui, la storia della vita di lei, gli ammiccamenti, i sorrisi, i non detti e gli stradetti, i telefoni in silenzioso e i messaggi ignorati, lui che la osserva mentre va in bagno, lei che lo osserva mentre va a pagare, i due passi uscendo, il mare, il profumo della primavera, le mani che inavvertitamente si sfiorano, una battuta sulle scarpe rosse di lei, un commento sulla sciarpina un po' da checca di lui, le testa di lei che civettuola si abbandona sulla spalla di lui, lui che ha mollato definitivamente la pancia raccontando che a una certa età il muscolo fa cafone, gli sguardi che si incrociano di nuovo, il cuore che batte, quello di lei o quello di lui? Bah, non so, non si capisce da qua.
Potrei raccontarvi tutto questo ma non lo farò, non c'è spazio, non c'è tempo e poi lo sapete già come funzionano queste cose, siete grandi ed espertissimi, no?!
Però vi racconterò che cosa successe in quel preciso istante che separa il niente dal tutto, che poi succede in buona parte degli istanti come quelli, successe chee... che la brezza, il mare... le aspettative, i punti di vista... lui, lei, loro, la cena, il sangiovese... beh.. successe che si trovarono di fronte all'auto e... e salirono e lui mise in moto e partirono.

Brutto eh? Delusi vero? Eh ma troppo facile il lieto intermezzo tutto cuori e perfetto, ormoni e passione, luna e stelle, baci e carezze e amplessi sulla sabbia come non ci fosse un domani.
"C'han" quaranta-quarantacinqeseisette anni più o meno, quasi novanta in due, e un sacco di vissuto alle spalle, le emozioni a questo punto spaventano e quindi la prospettiva non poteva che essere il parcheggio del Cinedream.

Viaggio di rientro.
Lei non pensò, parlò poco, ma sorrise dolcemente guardandolo.
Lui non pensò, parlò poco inanellando frasi confuse, ma sorrise dolcemente guardandola.

Momento dei saluti:
"Ciao..."
"Ciao... è stato bello sai?"
"Sì, voglio rivederti"
"Anch'io"
"Quando?"
"Presto"
"Ok"
"Ok"
"Grazie"
"No, grazie a te"
...smack ...smack (rumure di baci di commiato sulle guance - nda)
"Notte..."
"Notte a te..."

E ognuno ripartì verso il proprio dove.

"Driiiin... " o "Dlin dlon..." se vi piace di più, comunque è il rumore del campanello della casa di lei
Lei guarda dallo spioncino, sorride, apre.
Lui entra.

"Ma che ci fai qui?! Sei matto?"
"No perchè? Hai detto presto!"
"Mah... veramente"
"Ora è presto, domani è tardi...."

E potrei raccontarvi di nuovo del rumore di cuori (quello c’è sempre), dei vestiti sul pavimento, delle scarpe sul tappeto, le autoreggenti una sì e una no, la saliva, le mani, il letto, i cuscini, l'ansia da prestazione, la voglia di volersi, le coccole, la passione tribolata, il "mi sono dimenticato i profilattici", "sei un cretino però baciami", il bello di tutto quello che è bello da qualunque punto di vista lo si guardi, i capelli spettinati, l'ancora, "l'adesso vado che sono le cinque", i "sei scemo", i sorrisi, gli odori, gli umori, i silenzi, i leccotti, i "pensavo peggio", i "fantastico", il sapore che persiste tra le lenzuola, i baci senza smack, e tutto quello che di solito si racconta in questi frangenti, ma non lo farò.
Chiuderò qui il racconto e lascerò a voi che avete avuto la pazienza di arrivare fino a qua il gusto di immaginarvi che cosa sarà del dopo, ammesso che un dopo ci sia, perché spesso, ricordatelo, un dopo non c'è e anche ci fosse non è detto che sia come voi lo vorreste, quindi per non deludervi lascio a voi la scelta, finitela un po' come vi pare!

Ciao, ciao e buona notte.