Ma poi davvero la
coppia chi è?
Io lo so che voi, voi
che state leggendo queste poche righe, sì proprio voi, voi che appena vi siete
trovati di fronte a questa parolina di sei lettere, una “c”, una “o”, due “p”,
una “i” e una “a”, avete pensato all’altro… sì all’altro dei due, all’altra
parte della mela, e non un’altra mela a caso, ma proprio quella mela lì, un’altra mela nello specifico.
Non importa se parliamo di una mela matura, appassita, dolce, croccante, scadente, rossa,
verde, raggrinzita, soda, è la mela e c’avete pensato.
E c’avete pensato non “uaooo”,
c’avete pensato “ahh…”.
Sì anche voi
innamorati, anche voi convissuti e conviventi, anche voi occupati, anche voi che
uno più uno fa sempre due, anche voi c’avete pensato “ahh…”.
E’ sì perché la coppia
in fondo è sempre prima l’altro, o l’altra, l’altro con le sue pretese, le sue
mancanze, i suoi spazi troppo occupati o troppo liberi, i calzini che puzzano,
il perizoma abbandonato sulla spalliera della sedia di fianco, l’altro con il
calice in lavastoviglie, l’altro disattento, l’altra attenta, l’altro caldo, l’altra
fredda, l’altro con la cervicale quando sta in casa e la camicia bianca aperta al terzo bottone quando
esce con gli amici, l’altra che balla il tango, la salsa, lo swing e non ha mai
tempo di parlare di voi.
Non negate, quando si
dice coppia il primo pensiero non è mai “due, ma è “uno” che interagisce con lo
spazio “dell’altra”, è “una” che occupa lo spazio “dell’altro”, in una
convenzione di intenti e di passioni d’amorosi
sensi.
La coppia è la somma di
“uno” più “una” o viceversa, un “uno” più “una” che non fa “due”, fa prima “uno”,
poi “una” e poi forse “due”, e molto spesso anche “tre” o “quattro”.
Non vi scandalizzate, è
normale, è così, non è mica brutto o cattivo questo primo vostro pensiero, è
solo un dato di fatto, è la natura.
Diceva un mio maestro: “l’uomo
e la donna sono animali sociali”!
Animali sociali perché amano
relazionarsi, amano socializzare, amano stare insieme a lei, a lui e agli
altri, e amano anche l’amore, ma aggiungo io: prima di tutto l’uomo, che lo
voglia o meno, l’uomo è sé stesso o quanto di più simile si possa immaginare.
L’essere umano è una
somma di silenzi, di caratteristiche, parole, saliva, foga, noia, lentezza,
velocità, fancazzismo e straordinari al lavoro tre volte la settimana.
E ancora è testosterone e
progesterone e poi quello che vi pare, e la coppia non è altro che un mix di tutte
queste cose, che in natura non stanno mica insieme da sole, ed è per questo che nel mondo degli umani noi le costringiamo.
Le costringiamo
per amore, altre volte per necessità, ma anche per paura,
per procreare, per convenzione, per andare al cinema il sabato sera e al centro
commerciale le Befane la domenica pomeriggio, da Bulzaga a Natale ed in vacanza
a ferragosto.
A volte le costringiamo
“perché di notte ho i piedi freddi e altrimenti come faccio?!”.
Spesso le costringiamo
per il sesso, bello-unico-intenso-avvolgente.
Anche il single è
coppia, è la coppia che non può essere (tu single che leggi lo sai, è dall’inizio
che stai pensando a quella castana con gli occhi verdi che lavora due scrivanie
da te e che non ti fila manco per niente, non mentire dai!!), ed è pure la coppia che è stato, che forse sarà, è la
coppia occasionale – quella da una botta e via, è la coppia scoppiata.
Il single è le coppie
di tutti i suoi amici, è il terzo o anche il quarto, è uno dei due solo che l’altra
ancora non lo sa.
La coppia è il tendere verso cui tutti costantemente s’incamminano,
è il cercarsi, il perdersi, il ritrovarsi, il riperdersi, la coppia è costellata
di botole mai aperte, di pensieri non detti, la coppia è pazienza.
Quest’analisi non ha
pretesa di nulla, è nata osservando due ragazzi che passeggiavano tenendosi per
mano, senza guardarsi, assorti nei loro mondi singoli, loro andavano ed io li seguivo a pochi passi,
non perché sono uno stalker ma solo perché mi precedevano lungo la via e il
ritmo del loro incedere non era il mio e io sono stato costretto a rallentare e
ad accorgermi di loro.
Secondo me si amavano,
si probabilmente si amavano, in maniera forse un po’ abituata, ma si amavano, l’ho
capito dall’andatura sincronizzata, avrei provato a separarli di qualche niente
e son sicuro che avrebbero continuato a camminare con lo stesso ritmo.
Una coppia di giovani
innamorati, prima uno e poi l’altra, una somma di single che si tenevano per mano.