Metti una sera a cena da solo...

Cittadella... enoteca, cena da solo dentro la porta, la serata sa di mura antiche, vino rosso, lardo e crostini, sangue di tagliata, ragazzi che spritzano.

Sedersi di fianco a due francesi agée, che hanno ordinato polenta e porcini con contorno di costata di manzo, e ad una coppia di amici probabilmente lombardi che stanno importunando in inglese la cameriera di colore con accento veneto, ha tutto il suo perché.

Poco distanti, due tavoli a margine, stanno due coppie clandestine, evidentemente clandestine, ma clandestine tristi.

Sono diverse, diverse e tristi.

Una è lei che c'ha sonno e lui che c'ha sete; l'altra è lui che fa il galante e lei che fa la figa annoiata... "ho caldo, la luce è troppo forte, posso cambiare sedia, si può abbassare la filodiffusione, possiamo cambiare tavolo?".

Lei che c'ha sonno sta cercando di ravvivare la serata, spiega, si atteggia, si avvicina, si posiziona di profilo con la gamba accavallata e raccoglie i capelli per mostrare il profilo greco, che forse è un po' troppo greco e un po' troppo profilo.

Lei che si annoia, col capello rosso arrabbiato, cambia tavolo davvero e si destreggia per ancheggiare svaccando, con l'espressione da Crudelia de Mon (che non so se si scrive così ma va bene chè internet non funziona e non posso verificare). 

La lei che c'ha sonno ora ride, ride e toglie briciole dal tavolo, ride e in un impeto di romanticismo spinto poggia la mano sulla spalla di lui. 

Arriva un tiramisù.

Il lui della lei che si annoia si alza sconsolato, camicia sbottonata al quarto bottone, pelo sul petto con riporto, chiede il conto. 

Ora l'espressione di lei è simile a quella di Mano nella terza puntata della "Famiglia Addams".

Non ci sono più i clandestini di una volta, no, no... tristi pure loro, la nuova frontiera dell'evasione sarà la singoltudine irregolare, l'accoppiato insoddisfatto non cercherà più la trasgressione della relazione parallela, racconterà invece di una partita a calcetto il lunedì sera per uscire da solo.

Birra e salsiccia, You Porn e pop corn per sesso onirico e fuga dalla realtà, ma se vuole lasciare le briciole sul tavolo nessuno gli romperà i coglioni, e la musica a palla, e la sedia scomoda e il tavolo sotto ad un faro a led, e il vino, corposo, abbondante, rosso, in calici ampi, molto ma molto ampi.

La lei che c'ha sonno sta bevendo a carretta e si lascia andare ad un bacio appassionato a metà, però sorride, sembra un po' meno triste; la lei annoiata sta aspettando al tavolo, il lui che fa il figo è scappato con la cameriera veneta di colore, il titolare dell'enoteca è incazzato per la perdita della dipendente, io sto aspettando il conto, mi serve la ricevuta che poi devo fare il rimborso.

Una lacrima di grappa morbida addolcisce.

La serata sa di mura antiche, vino rosso, lardo e crostini, sangue di tagliata, ragazzi che spritzano.