L'irrequietezza: quell'eterna lotta tra l'ormone, la saggezza e l'età

A chi non è mai capitato di sentirsi dire "sei irrequieto"?? 
A me è successo due giorni fa, e chi me lo ha detto ha pure aggiunto "chi si accontenta gode".
A parte che secondo me chi si accontenta gode poco, più che altro si accontenta e basta, diciamo che godicchia, sì magari sta tranquillo, anzi apparentemente tranquillo, di quella tranquillità un po' insipida però, che necessita di frequenti iniezioni di sapidità perché possa sopravvivere.
Di quella tranquillità agitata soltanto da momenti di colpevole evasione: uno o due tocchi di incoscienza ogni sette giorni. Non solo incoscienza sentimentale si badi, ma anche professionale, e sociale, e relazionale. 
Oppure tutte le cose insieme che fa più figo, del tipo che due volte alla settimana ci si incontra con l'amante (sentimentale), subito dopo l'orario d'ufficio con la scusa del lavoro (professionale), in un luogo pubblico e pieno di gente (relazionale-sociale), così da crearsi un alibi da negatività plausibile ("troppo evidente perché nasconda qualcosa"), che se anche qualcuno dovesse beccarli a limonare potrebbe pure pensare che sono solo troppo amici, quasi al limite "dell'amicissimi" per essere precisi.
Sarebbe molto più grave un bacio in auto in un luogo appartato dopo le 23.00, con le luci spente ed il freno a mano inserito, e con le labbra che si avvicinano solo tre secondi dopo che si è spento il lampione a controllo del movimento sul marciapiede di fianco. 
In questo caso ci sarebbe il dolo, non solo apparente ma proprio specifico.
Ecco questi sono alcuni esempi di "tranquillità agitata salva coppia stabile", molto frequenti in quel periodo della vita in cui l'ormone fa a botte con la saggezza per dimostrare di essere ancora vivo, e fa bene fra l'altro, perché la saggezza fa invecchiare precocemente, quanti ventenni saggi con i capelli già bianchi, è una costante, la saggezza è un po' come l'acqua ossigenata: sbianca. 
L'età manco a dirlo è quella nota, quella che va da subito dopo i quaranta per fermarsi un attimo prima dei cinquantotto (il limite massimo l'ho fissato questa sera, prima non c'era!), solo qualche differenza uomo donna, ma cose di poco conto, la donna "agitata tranquillamente" inizia a 42, quelle in pista già da prima meritano un capitolo a parte, siamo nell'ambito del "killer professionista", un'altra storia.

Comunque, a parte questa digressione involontaria, io sono qui per dire, cara amica mia, che non sono affatto irrequieto, sono solo un "incontentabile", che come definizione non mi piace affatto ma non ho trovato niente di meglio.

E gli incontentabili sono un'altra categoria, sono quelli che cercano non solo il meglio, ma il meglio impossibile, così da essere ben sicuri di non riuscire a trovarlo, tanto da poter continuare ad aeternum nella propria ansimante ricerca!
Mi spiego con due esempi collegati a quello che dicevo prima, così magari si capisce meglio: l'incontentabile, l'amante, oltre a volerla bisettimanale e finalizzata al rompimento della routine quotidiana, la vorrebbe pure follemente innamorata e, assurdo per assurdo, vorrebbe innamorarsi pure lui!
E se poi proprio proprio potessero vedersi solo in auto e solo dopo le 23, con tutte le cautele di cui si è detto sopra modello agente Cia infiltrato nella mafia, va bene, ma finito di "baciarsi" poi si va insieme al Linus a prendere un caffè con affogata una pallina di fior di latte appena uscita dalla mantecatrice.
Questo sono gli incontentabili, dei ricercatori del quasi impossibile, che spesso trovano solo il temporaneamente possibile a dire il vero, l'emozionantissimo a scadenza detto in altri termini... degli utopici del sentimento in sostanza.

E qual'è l'età media di questi personaggi? Dai 40 ai 58 per gli uomini, per le donne inizia un po' dopo... verso i 42!

Riflessioni semiserie sulla finta libertà

E poi c'è chi dice che la solitudine sia il prezzo che si deve pagare alla libertà.
Altri invece sostengono che la libertà sia la scusa per chi è costretto a stare solo, solo per colpa degli eventi, o per via delle responsabilità che lo inseguono, responsabilità talmente ingombranti da togliere spazio a tutto il resto.
Quindi libertà come rifugio, libertà di tacere, di fare, di andare, di non andare, tanto liberi da poter far tutto ciò che si vuole... sì... solo quando non c'è altro che li obblighi ad essere "liberi in consequenza".
E che vuol dire "liberi in consequenza"??
Vuol dire che c'è tempo, ci deve essere tempo, vuol dire che la libertà viene dopo, viene dopo una sequenza di "devi", tipo devi essere e devi fare, e soprattutto dovevi fare e dovevi dire, che è pure peggio... perché oltre alla limitazione della libertà c'è il germe del senso di colpa, quello che poi crescendo diventa "hai sbagliato tutto", e il germe del senso di colpa è costantemente annaffiato dall'egoismo di chi non molla, il padrone delle responsabilità.
E allora ecco che il solo finge di essere libero, e aspetta, così, un po' tutti i giorni, e il tempo passa.
E insieme al tempo passano le persone, passano le situazioni, le opportunità, gli eventi, spesso passano gli amici che saranno pure un po' meno liberi ma, ma certamente lo sono per scelta non per dovere. 
E passano i giorni, gli anni, potrei aggiungere pure le settimane ma farebbe troppo calendario.
E più il tempo passa e più i doveri che hanno reso libero il solo, diventano insopportabili. 
L'ineluttabilità diventa cinismo, aridità, incapacità di innamorarsi, di godere e soprattutto di scegliere.
Insoddisfazione.
Che brutta roba che è l'insoddisfazione negativa, quella figlia della delusione, non quella gioiosa che stimola il riscatto, quella tignosa del "mi sono rotto le balle e succeda un po' quel che vuol succedere".
Consequenza di stati d'animo, via l'uno avanti un altro in rapida successione.
Un po' come quello che ogni nuovo giorno una nuova storia, amanti in sequenza, tutti progenia dell'insoddisfazione, spesso auto-obbligati al ritorno nel porto sicuro della relazione originale, quella stabile, quella un po' meno libera ma più rasserenante.

Ah sì, quanto è solo il libero... ma... ma quanto è poco libero il solo.