“Ciao..”
“Ma che fine hai fatto??”
“Io? Io sono sempre qua, qua dove mi avevi lasciato tu!”
“…”
“Sicuro? Sei sempre lì? Che strano, avrei giurato il
contrario… E’ da un sacco che non ci sentiamo, è da un sacco che non mi vieni a
trovare, e poi l’ultima volta che sei passato andavi di fretta, mi hai salutato
distrattamente, andavi veloce, pensavi ad altro, poi eri triste, eri così triste… ma che cos'era successo? Anzi che succede??”
“Come che succede? Ma non mi avevi detto tu che tanto avresti saputo sempre tutto? Mi dicesti: … dai chiamala tu la macchina, quella che va
veloce, digli di venirmi a prendere, io non riesco dai, sono qua che mi sono
sdraiato un attimo, dovrei telefonare ma non ne ho voglia, non ce la faccio, dai
chiama tu…”, “E io ho chiamato, già ho impiegato un quarto d’ora a spiegare dov’era
la nostra casa, mi facevano ripetere, non si fidavano di un bambinotto agitato
che da indicazioni stradali, poi sono uscito fuori a corrergli incontro che
faceva pure freddo, e poi ti ho detto:.... ma torni? E tu hai detto sì, hai
detto torno subito, se non torno proprio subito non ti preoccupare che se
comunque hai bisogno io ti vedo, vedo tutto lo sai!”
“Ah ti ho detto così?!”“Si’ certo, non ti ricordi?!”
“Allora è per questo che sei arrabbiato? Per questo non
vieni più a trovarmi??”
“Ma no, che c’entra, dicevo così, ti raccontavo, lo sai che
mi piace ricordare i particolari…”
“Sì, esatto, il problema è che ha volte perdi di vista l’insieme,
ti concentri sul particolare e non vedi tutto il resto..”
“Sì ma sono i particolari che fanno la differenza! E’ nei
particolari che sta il segreto, che sta la felicità, che sta l’infelicità, che
sta il fascino, che sta il bello, che sta il brutto… Vivere senza particolari è
una noia assurda, no, no, odio la noia”
“Stuvanè sei cambiato!”
“Perché mi chiami così? Non mi chiamare così anche tu!”
“Io ti ho sempre chiamato così e continuerò!”
“Non sono d’accordo!”
“Non importa se non sei d’accordo, io faccio quello che
voglio!”
“Ah sì?! Anch’io faccio quello che voglio!”
“Lo so, l’ho visto”
“Mi stai sgridando?”
“No, ne sto prendendo atto, sono trent’anni che ti osservo
da lontano”
Questa è la storia di un sogno, fatto di notte, mentre
dormivo, lo specifico perché a volte capita di sognare pure di giorno, mentre
si crede di essere svegli, ma è un’altra cosa. Perché l’ho raccontato? Per
evitare di dimenticarlo. Ed era così importante tenerlo a mente? Sì, era
importante. Ed è finito così? No, non è finito così. E allora? Allora il racconto lo faccio finire
qui, continuassi passerei alla fantascienza e non mi sembra il caso. Buonanotte.