Falla ridere....

E poi ti dicono... se vuoi farla innamorare falla ridere, ridere, ridere… perché lei “al casello di Carisio vuole ridere, ridere, vuole sbellicarsi dalle risate”.
E poi ti dicono... se vuoi farla innamorare non parlarle mai delle tue ex, mai, mai nemmeno “per un minuto un soffio di fiato un attimo ancora”.
E poi ti dicono... se vuoi farla innamorare conquistala e riconquistala ogni giorno, come se fosse sempre la prima volta, “falla sempre sentire importante, dalle il meglio del meglio che hai”.
E poi ti dicono (sempre quello della riga sopra)... se vuoi farla innamorare “cerca di essere un tenero amante, ma fuori dal letto nessuna pietà”.

E poi ti dicono... le donne si innamorano dei padri responsabili, perché mentre tutti fuggono, il giovane padre responsabile ti da quel senso di uomo rassicurante di cui c’è tanto bisogno oggigiorno.
E poi ti dicono... le donne si innamorano degli stronzi, quelli senza arte né parte, dissoluti e maledetti, dal cuore duro e dallo sguardo dolce e caldo e delicato e penetrante e intenso e misterioso e possibilmente verde, perché dentro di loro prima di tutto c’è una mamma, poi una psicologa e infine una crocerossina.
E poi ti dicono... le donne si innamorano di chi fugge, perché dentro di loro si nasconde una maratoneta con lo spirito del cecchino.
E poi ti dicono... le donne si innamorano sempre del marito della loro miglior amica, convinte che abbia sempre saputo scegliere meglio di loro.

E poi ti dicono... se vuoi che non smetta mai di amarti aiutala senza che lei te lo chieda, stalle vicino ma non la soffocare, scaldale il cuore e un po’ anche i piedi, capiscila anche quando non dovresti, anticipala, sorprendila, scopala ma non quando ha mal di testa, non la fare annoiare, falle capire che il ciclo è una cosa meravigliosa ma non dirglielo mai.
E poi ti dicono... se vuoi che non smetta mai di amarti sii uomo, padre, figlio, fratello e anche sorella, amico e confidente e pure il suo chef personale.
E poi ti dicono... se vuoi che non smetta mai di amarti lasciale spazio, non “tarpare le sue ali” e lasciale “accarezzare nuovi scampoli d’assenza”.
E poi ti dicono... se vuoi che non smetta mai di amarti i suoi amici dovranno diventare i tuoi, i suoi parenti dovranno diventare i tuoi, il suo gatto dovrà diventare il tuo, le sue passioni dovranno diventare le tue.

E poi ti dicono... se vuoi che sia felice non devi cambiare, anzi no un po’ cambia ma senza farti accorgere, così come vuole lei ma dando l’impressione l’abbia voluto prima tu, e ascoltala senza interromperla, non parlare solo dei tuoi problemi.
E poi ti dicono... se vuoi che si fidi di te lascia il telefono senza PIN, sempre a “pancia in su”, sul tavolo del soggiorno anche quando sei sotto la doccia al piano di sopra.
E poi ti dicono... se vuoi che si fidi di te dalle la password di Facebook, di Instagram, di Linkedin e della tua mail personale.
E poi ti dicono... se vuoi che sia felice non uscire il venerdì con gli amici e se lo fai dai comunque l’impressione di divertirti poco, anzi annoiati proprio.

E allora non meravigliamoci se all’inizio l’uomo sarà un buffone il cui passato è iniziato due giorni prima, che regalerà fiori e biglietti d’amore, anelli e vacanze, e cene e sorprese, e sborantamila whatsapp-messanger-direct, e desidererà figli di cui non vorrà mai scegliere il nome, e fingerà di essere un duro come Bruce Willis, un focoso come Rocco Siffredi (sulle misure non potrà fingere ma si raderà lì attorno così da darne l’impressione), un attento come Hug Grant, e cucinerà per lei, e le preparerà la colazione, e saprà tutto di quella stronza della “sua collega e di suo marito”, e le farà trovare i Tampax nel mobiletto del bagno con un post-it appiccicato con scritto sopra “finalmente, non vedevo l’ora”, e andrà a letto con lei, l’abbraccerà tutta la notte, la capirà o certamente fingerà di farlo, organizzerà pranzi-cene-week end con le coppie amiche di lei, si taglierà i capelli come l’uomo della sua miglior amica e comprerà le sue stesse scarpe, la sua stessa auto ma di un colore diverso.
E posterà decine e decine di foto di coppia su ogni social, e cancellerà dalla rubrica tutti i contatti di persone di genere femminile, compresa la madre e pure la nonna, e abbandonerà lentamente i propri amici, e si farà concavo e convesso, comprensivo e deciso quanto basta.
E il venerdì la spronerà ad uscire che tanto lui l’aspetterà in casa guardando un film e riscaldandole il letto.

All’inizio sì, sì all’inizio l’uomo capace sarà così, perché all’inizio la vorrà davvero far innamorare, la vorrà davvero capire, far ridere, rendere felice, lasciarle spazio, starle vicino, farla godere, annientarsi in lei, perché l’amore è anche questo, mica son tutte fregnacce le canzoni, i libri, le poesie, mica sono state scritte a vanvera, Ferradini-Mogol-Jovanotti e pure Baudelair, Niccolò Ammaniti e financo Fabio Volo han scritto cantato e raccontato di vita vera… mica pippe.

Poi, poi spesso succede che non succede più, esattamente il perché non lo so, forse è l’aggiornamento di IPhone che suggerisce di inserire il pin che siamo tutti più tranquilli, e allora la paura degli hacker diventa il primo ostacolo alla serenità di coppia.
E se poi devo chiamare una mia ex compagna di classe per organizzare la cena di terza elementare se non ho il numero come faccio? E se faccio tardi in ufficio e sono tutte colleghe chi avviso?
E poi il marito della migliore amica di lei porta camice davvero brutte e gli è sempre stato un po’ sulle balle con quella faccia un po’ così.
E poi dormire appiccicati non è mica igienico, si suda.
E poi il venerdì in TV non c’è mai niente di interessante, che faccio in casa?
Ma poi siam sicuri che Edgardo sia un bel nome?
Ma scusa Moment Rosa non potrebbe darci una mano in alcune situazioni?

E così succede che non succede più, non sempre sia chiaro, ma spesso sì, sì spesso succede che non succede più, e sapete quand’è che diventa grave, quando pure per lei diventerà normale che non succeda più.
Sono i “non succede più” a far finire l’amore, non sempre ripeto, ma certamente più spesso di quanto si possa immaginare.

Riflessioni al semaforo


Non c’è nulla di più persistente dell’emozione, attimi che non finiscono, profumi che non passano, sorrisi nascosti, labbra che si sfiorano, luci ed ombre, lustrini paillettes e brividi, prosa e poesia, parole buttate lì per raccontarsi di fronte allo specchio, in un modo apparentemente sconclusionato, così che quasi nessuno ne capisca davvero il significato.