Tanti cari saluti a voi e famiglia

Ed è così che una sera all’improvviso ti accorgi di non avere più niente da dire.

Ed è così che saluto questo blog e le sue storie che han segnato il loro tempo.

Tempo che come sempre continuerà a scorrere incurante, inesorabile, annoiato, deludente, acquietante, immodificabile, travolgendo convinzioni e togliendo forza, idee e volontà; con la serenità stravagante della senilità intellettuale.

Statemi bene.


La prima volta

Ricordo la prima volta che la incontrai, sapeva di buono... sì di buono... di buono e di diffidente.

Parlava poco e ascoltava molto, o forse ero io a parlare troppo, credo di averla sommersa di parole, come faccio sempre d’altronde, o meglio, come faccio sempre quando ho qualcosa da dire.

Il vino era rosso e faceva pendant con l’avorio del tovagliolo e inarcando liberava tannini esausti, il sole si stava lentamente nascondendo, il tempo passava veloce, il cuore batteva forte, non ricordo che cosa abbiamo ordinato ma sicuramente era al sangue.

Il primo appuntamento è fatto di curiosità, incredulità e confronto.
Confronto con quello che immaginavi, con quello che non immaginavi, con quello che cercavi e quello che non cercavi più.

Il secondo appuntamento è fatto di aspettativa, di passione e di saliva.

L’ultimo appuntamento è fatto di freddo, buio, distanza, silenzio, rancore e di un lentissimo  bisogno di fare presto.

In mezzo a queste parentesi c’è la vita.
In mezzo succede.
In mezzo autoreggenti e perizoma, complicità e insieme.
In mezzo lampi di gioia e schizzi di tutto su lenzuola sgualcite.
In mezzo c’è anche il futuro, il mio il tuo il suo, quello che lì accade ti seguirà per sempre.
A volte ti inseguirà.

Ricordo la prima volta che l’ho baciata, sapeva di buono, sì di buono... di buono e di diffidente, ed era solo un bacio che si lasciò rubare, senza troppa resistenza a dire il vero.

Ricordo che iniziò così, tra sguardi intensi e congetture, caos e mani sfiorate, alcuni pensieri trattenuti ed altri gettati tra le fiamme del nostro discorrere, fantasmi, entusiasmo, brividi, fatica, passione e passioni, io e lei.

Ed infine ricordo di ricordare, lo faccio ogni giorno, sì ogni giorno da quel sempre che fu quella prima ed unica vera volta.

Umane relazioni



Lui cerca Lei, la trova, la perde, la ricerca, la ritrova, non è più la stessa.
Lei cerca Lui, lo trova, lo perde, lo ricerca, lo ritrova, non è più lo stesso.

“Ma perché sei cambiato?”
“Ma perché sei cambiata?”

In realtà nessuno è cambiato, son solo ritornati se stessi, quelli di sempre, quelli di prima.

“Prima di chè?”
“No prima di chè, prima di chi!!”
“Prima di chi??!!”
“Si prima di te!!!”

È qui il punto, è nel “prima di te”.

Il prima di te è rassicurante, equilibrato se volete, banale a tratti, emozionante alle volte e incompleto quel tanto che basta.
Il prima di te si porta dietro quell’eterno senso di incompiuto che ci spinge a cercare, a cercare l’altra, a cercare la felicità, a cercare il dopo.

È un po’ come la Vigilia, il Natale e il Santo Stefano, una continua successione di vorrei tornare un giorno indietro per arrivare di nuovo. 
Pensate che casino per Babbo Natale.

Son così pure i diciotto, i trenta, i quaranta e i quarantacinque, vorresti raggiungerli  il prima possibile, viverli di corsa, fermarsi per sempre, tornare al via.

L’uomo e la donna sono dei perenni insoddisfatti, dei traballanti, un po’ come i mobili dell’Ikea, sembra tutto a posto ma alla fine avanza un pezzo, e vorresti restituirlo... ma  non sai bene a chi.

Poi c’è Eros che confonde, il rosso delle labbra, il calore della pelle, il nero dei capelli,   il persistere di un profumo, il silenzio di uno sguardo, l’arroganza del piacere, l’umido suadente di un bacio rubato, tutte droghe naturali che prima alimentano la passione, poi sublimano il ricordo, e infine si nascondono nelle pieghe inverosimili di un post coito vissuto comunque e sempre in solitudine.

L’uomo e la donna sono come le nocciole e l’olio di palma, insieme fanno male ma senza non sarebbe Nutella.

L’uomo e la donna sono serio e buffo e non necessariamente in quest’ordine.
Sono i bigliettini scambiati tra i banchi di scuola, poi nascosti dentro l’auto, poi dematerializzati in sborantamila sms, poi sepolti nello scomparto segreto di uno scrittoio Inglese da viaggio.

L’uomo e la donna si cercano con la stessa facilità con cui si perdono, cazzo... ma un navigatore no?

“Ti amo”
“Anch’io”
“Solo?”
“Solo cosa?”
“Solo anch’io?”
“E cosa vorresti di più?”
“Vorrei ti amo senza anch’io!”
“È va beh, ma cosa cambia?”
“Cambia tutto!”
“Ma va..”
“Arido”
“Fissata”
“Stronzo”
“Permalosa”
“Patetico”
“Anche tu!”
“Anche tu cosa?”
“Anche tu io ti amo”
“Sei sicuro?”
“No”
“Mi sposo con un’altro”
“Va bene, pure io!”
“E con chi?”
“Con un’altra”
“E mi inviti al matrimonio?”
“No”
“Perché?”
“Perché ti amo”