Le formiche 🐜

Hai presente un formicaio?
Ma un formicaio strano, una roba tipo dove le formiche formicano a dieci centimetri l’una dall’altra? 

So che si fatica a immaginarlo, non s’e mai visto qualcosa di simile, distanziamento insetto sociale, indaffarate come al solito ma lontane come mai, tutte a fare qualcosa ma diffidenti e distaccate.

Contro natura.


Anche le formiche asociali si trovavano a disagio, abituate a cullarsi nella solitudine faticavano pure loro a vedere tutti quei congiunti disgiunti.


Le formiche innamorate erano le più disorientate, le ho viste baciarsi senza lingua, abbracciarsi senza toccarsi, parlarsi senza ascoltarsi.


L’amante della formica regina, un formicone tutto muscoli e sguardo tenebroso era il più triste, non sapeva che fare, non aveva notizie, la regina se ne stava rintanata nel suo rifugio, manco un messaggino via telegram gli ha mandato da tre giorni, “il formico Re sarà con lei?!” sì struggeva il malvissuto.

E non si poteva nemmeno sbronzare poveretto, tutte le rivendite di alcolici gestite dal clan delle cicale erano chiuse, “Chiuso, forse riapriremo forse no”, era il cartello appeso al portone sbarrato.


I bimbo formica giocavano in silenzio, lo sguardo triste mentre disegnavano margherite e chicchi di grano sul loro album Fabriano A4, i compiti li avevano già finiti, nessuno però li aveva corretti.


La formica 🐜 escort era senza clienti, aveva abbassato pure le tariffe, venticinque euro per un têt à têt post romantico, “ambiente ozonizzato” garantiva, ma niente... manco un cliente a schiantare. 

E pensare che voleva solo vendere amore.


Alle cinque e venticinque sempre meno movimento, sembrava fosse scattato il copriformica come ai tempi della grande guerra contro i papatacci invasori.


Il portiere di notte del Grand Formica Hotel, 5 stelle extra lusso, guardava desolato il salone delle feste, due ospiti soltanto, un calabrone senza tetto ma ricco a bestia e una libellula sciantosa con tacco dodici, pelliccia di visone bianco con la martingala e rossetto rosso d’ordinanza.


Tutto era molto surreale, i più vecchi raccontavano che qualcosa di simile era accaduto centina di anni fa, la formicastrage bubbonica, una pestilenza devastante che per le vie di sabbia solo i bagarozzi monatti potevano andare, avevano il pass.


Il presidente del consiglio delle formiche, l’avvocato del popolo degli insetti, spandeva dpcdf a nastro, uno peggio dell’altro, astrusi, ottusi, desolatamente inutili.


Davvero dura la vita nel formicaio, nessuno più sorrideva, nessuno più formicava, tutti a lavarsi zampe e antenne ogni tre per due.


Sul molo, di fianco la ruota panoramica spenta, una formica trap contava una canzone triste mentre un grillo col monopattino elettrico faceva avanti indietro.


E stava per arrivare il Natale, babbo formico non sapeva ancora se avrebbe potuto consegnare i regali, nel dubbio aveva chiesto due mesi di cassa integrazione per i folletti e il reddito di formicanza per le renne.


Tutti aspettavano il formicavacino, i formicologi ci lavoravano da mesi, Astra Formica Zeneca (multiformicanazionale farmaceutica) era pronta, tra metà novembre e fine luglio del 2021 avrebbe sparato le prime dosi, “siamo alla fase tre o quattro tranquilli”.


I negaformiche non ci credevano però, “è un complotto delle cicale per farci morire tutti”.


Il portiere (quello del Grand Formica Hotel) si ruppe le balle di star lì a guardare il salone delle feste con le zampe nelle zampe, decise allora di suonare qualcosa al pianoforte, il calabrone e la libellula sentita la musica si avvicinarono, si guardarono e iniziarono a ballare, tutta la notte ballarono, poi si guardarono ancora, intensamente, libidinosamente, appassionatamente:

“Andiamo?”

“Andiamo!”

Salirono nella suite di lui, lei si sfilò la pelliccia e lasció cadere il tacco dodici ai piedi del letto, iniziarono a fare l’amore mentre fuori il sole stava sorgendo.

Fanculo la pandemia pensarono.

Il portiere sorrise.


Fu solo allora che la formica regina invió un messaggio al suo amante: “ti penso..”.


Ecco fu così che la vita nel formicaio in qualche modo riprese.