L'amore ai tempi del coronavirus

Son giorni difficili per chi si ama… e in fondo anche per chi non si ama.
Giorni di baci sterilizzati dal Tantum Verde, giorni di Amuchina e di soluzione alcolica al 90% etanolo, amplessi con profilattici al cloro, carezze con i guanti di lattice - quelli neri - da cameriere pop.

"Sei raffreddato? Voglio il divorzio!"
"Hai la tosse? La nostra storia non ha futuro"
"Mi ami? Voglio vedere il tampone"
"Il naso ti cola? Esci da questa casa maledetto"
"Me la dai?" - "Ce l'hai la Tachipirina 1000?" - "No!" - "Allora scordatela!"

Il corona ha preso il sopravvento sui sentimenti, il sesso è diventato una pericolosa complicazione da farsi solo fuori dalla zona rossa, gli inviti al ristorante si accettano solo dopo adeguato periodo di quattordicena.

"Luca ci vediamo domani sera alle otto al solito posto?"
"Va bene Clara, però porta anche tuo marito, prima voglio vedere come sta!"

Gli over quarantacinque non si scambiano più i messaggi su WhatsApp: "Usiamo Telegram, ho letto su Twitter che è impermeabile ai virus!".

"Sky tg24" consiglia di dormire in letti separati, il "TG COM" consiglia camere separate, a "Porta a Porta" il capo delegazione all'ONU della regione Molise (il cui cugino ha sposato in seconde nozze la sorella del primario del reparto di odontostomatologia dell'ospedale di Pizzo Calabro) ha dichiarato che per limitare il contagio "la lei" dovrebbe cenare al piano terra e "il lui" al primo rialzato, a pranzo va bene la mansarda per entrambi: "me l'ha detto mio cugino!".

Ma l'amore, dico quello vero, non ascolta le raccomandazioni si sa, non accetta imposizioni, se ne frega di Amadeus, fugge le dieci indicazioni utili della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e si lascia vivere senza mascherina, perché gli innamorati si vogliono, si cercano, si rincorrono, fanno abbondante uso di saliva e di altri liquidi corporei, osano persino abbracciarsi quei negazionisti del contagio facile..

Ho visto amanti darsi appuntamento al supermercato, reparto penne lisce in semola di grano duro, quelle che non essendo state oggetto di razzia danno ancora riparo, li ho visti nascondersi dietro scaffali stracolmi, li ho visti limonare con inusitata foga: "me ne frego di morire... baciami... bacia tutta la mia pelle, ti farò arrivare fino alle stelle… parola di Julio!".
Ho visto Ezio e la Maria fare l'amore nel frigorifero vuoto del reparto frutta e verdura della Coop Estense di via Montecucco 23, quella dietro la stazione, e mentre lo facevano la commessa del reparto pesce nebulizzava candeggina come non ci fosse un domani.
Ho visto un virologo neolaureato di Borgo Rivola (in provincia di Ravenna) chiedere la mano della paziente zero di Villa Vezzano (frazione di Brisighella): "ti starò vicino, ti amerò e ti studierò per sempre... come non ho mai studiato nessuno prima, finchè Covit non ci separi".

La categoria che sentimentalmente meno soffre quest'agitata epidemia è il medico di base specializzato in infettivologia: ho visto pazienti picchiarsi nelle sale d'aspetto del poli-ambulatorio per consegnare per primi una proposta di matrimonio alla dottoressa di turno, proposta scritta su ricetta rossa prioritaria s'intende.

Amarsi è difficile di suo, l'ho già detto più di una volta, in tempi di epidemia e di accaparramenti alimentari stile Iraq alla vigilia della prima guerra nel Golfo, lo è ancora di più, e sarà ancora peggio quando tutto sarà finito.
Sì perché sarà allora che scatteranno le accuse, quando l'emergenza sarà al temine e l'adrenalina che unisce sarà un vago ricordo, verrà il tempo di:
- "Ma che cosa cazzarola ci facevi a Codogno il 22 pomeriggio che mi avevi detto che saresti stato impegnato in una riunione fiume con quella merdaccia del tuo capo nella sala azzurra del motel Romolo vicino all'uscita Firenze Scandicci??"
- "Ma perché hai fatto un selfie con l'infermiera del reparto geriatria che era pure spettinata e con il rossetto sbavato?"
- "Perché tu e la Luisa siete gli unici di tutta Palermo ad aver contratto il Covit 19 e tu dici di averla incontrata per l'ultima volta alla gita di terza media il 23 maggio del 1987??"
- "Lo sapevo, tu non mi ami, se tu mi avessi amata non mi avresti rinchiusa nel box doccia sigillando le fughe con il silicone trasparente!"

Non è vero che i virus uniscono la coppia, almeno non il coronavirus, forse il morbillo un po' ma non ne sono completamente certo, i virus sono l'anticamera della fine del rapporto, come il secondo figlio che arriva quale estremo tentativo di riaccendere la motivazione di un amore che fu: superata la convalescenza, così come superato lo svezzamento bis, scatta immancabile la voglia di mandare l'altro (o l'altra) a quel beneamato paese.
L'unica differenza sta nei tempi: quattordici/ventuno giorni per la quarantena, due/tre anni per il secondo figlio.

Sono tempi difficili sì, la globalizzazione ha abbattuto i muri, i social favoriscono un fluido sentimentalismo, i rapporti stabili hanno lasciato spazio ai rapporti precari, i precari stanno soppiantando i "posto fisso", Greta Thunberg si è fidanzata con un NoVax (si sposeranno ad ottobre pare!), le banche si fondono e i dipendenti esuberano, Conte è diventato Presidente del Consiglio dei Ministri per ben due volte, e in tutto questo non si riesce nemmeno più ad innamorarsi ché arriva un coronavirus bastardo a far impazzire la chimica che dava il là alla principessa dei sentimenti.
Bha…. siamo davvero una generazione sfortunata!!!


Il mare e le genti

La luna, il mare, l’uomo.
Quando il giorno che si spegne fa posto alla sera, lo sciabordio si confonde e ci confonde, i ricordi camminano sulla sabbia, le conchiglie, l’ormeggio, la barca e la vela, e pensare che il Mare quella volta non mi piaceva.
A due passi da te un cane rincorre il gabbiano che se ne frega bellamente di quel quattro zampe senza le ali, “che cosa rincorri cosa?? Io volo!”, metafora perfetta che racconta la condanna di ogni sognatore.
La ragazza e il ragazzo si tengono per mano, aggrappati all’amore adolescente, quello che un giorno crescerà facendosi disillusione, o illusione... come vi piace di più.
La chiatta fa da sfondo a selfie improbabili, romanticismo che sa di cherosene direi.
La salsedine combatte con il Fahrenheit 32 della giovane con i tacchi a spillo.
Il tramonto nasconde storie di vite diverse che attraversano lo sguardo di chi si diverte ad osservare raccontando.
Succede cosi, per caso.