Perché l’abbia chiesto a me lo ignoro, io non ho competenza
in materia, non sono mica diventato un maledetto, sono un bravo ragazzo, un po’
usato forse, ma bravo, mi hanno pure regalato una medaglietta con su inciso “Bravo
Ragazzo”, e si sa scripta manent…. Però
l’ha chiesto a me, e visto che non mi
tiro mai indietro provo a fare un due tre ragionamenti.
Il tema è spinoso perché si rischia di cadere nel parlare
troppo dell’una o dell’altra cosa, troppo del bravo ragazzo e delle sue
caratteristiche o troppo del cuore che si spezza, perdendo di vista il punto
focale: “il bravo ragazzo può diventare maledetto?”.
Io voglio partire da un assunto, perché mi piace avere dei
punti fermi, almeno in teoria : bravi si nasce, cattivi pure, i cambiamenti
sono apparenti e dettati dalla convenienza o dalla difficoltà del momento.
Il più flessibile dei due è certo il maledetto, è quello “più
disposto” a fingere di cambiare per ottenere ciò che vuole, il maledetto sa
essere romantico, rude, scostante, presente, sfuggente, fuggitivo, difensore
degli oppressi, poeta, esperto di calcio, un modaiolo con i jeans
biodegradabili e la spilletta di Greenpeace, si trova a suo agio in società
come in terza classe nella metropolitana di Napoli, sempre un po’ snob,
aristocraticamente snob ma con il capello lungo, che si vede che ha sofferto
dalla cicatrice che ha sullo zigomo sinistro, appena appena sottolineata da un
velo di fondotinta, un passato da sportivo di successo ora seniores nella
locale squadra di qualsivoglia sport.
Al maledetto il cuore non si spezza, è flessibile, al massimo
si piega: “…quella donna (mai ragazza,
sempre donna – nda) mi ha piegato il cuore…” . Questo è il suo vantaggio,
cuore flessibile che si adatta alla situazione, volto sempre sofferente con una
velatura di mistero e l’ironia tagliente di chi lascia le battute sempre a metà
ma tutti ridono ugualmente.
Quindi diventare così partendo da tutt’altro è cosa niente
affatto semplice.
Sì perché il bravo ragazzo è invece rigido. Lui fa le cose
per bene, dice per favore-grazie-prego, sorride educatamente, dice “scusi
signorina”, buongiorno e buonasera, “posso entrare?”, “disturbo?”, offre la
cena, il caffè, l’aperitivo, il long-drink, sì lo so che questo spesso lo fa pure
il maledetto, ma il bravo ragazzo lo fa anche dopo che la lei di turno “gliel’ha
data”, il maledetto solo prima. No non sono un qualunquista, fate una statistica,
al massimo dopo la terza volta il maledetto ha dimenticato a casa il
portafogli. Altra differenza abissale è il “ti amo”, il bravo ragazzo dice “ti
amo” dopo il primo bacio con la lingua, spesso anche dopo il primo bacio sulla
guancia, e lo dice convinto, il maledetto invece dice “ti amerei, ma…”, e lo
dice l’ultima volta che vede una donna, quando deve spiegare che le vuole
troppo bene per restare con lei, lei che merita molto di più… (il maledetto
questo l’ha imparato dalle donne, prima dicono sta minchiata poi passano al
silenzio chiarificatore, ma questa è un’altra storia…). Ecco allora che quando
una storia finisce il maledetto-flessibile in questo modo lascia sempre una porta
aperta, un pertugio da cui eventualmente riaffacciarsi, il bravo ragazzo rigido
invece, avendo dato tutto l’assoluto che aveva nei primi cinque minuti, si
auto-squalifica da solo. Ma la differenza prima è che il maledetto spezza, il
bravo ragazzo si fa spezzare.
Ed ecco allora che arriviamo al secondo elemento: il cuore
spezzato. Il cuore spezzato è una roba grave,
si perché fa sofferenza vera, fa insonnia, fa tachicardia, fa Xanax, fa
telefonate patetiche che riascoltate a mente fredda farebbero venir voglia di
tentare il suicidio per la vergogna, fa crisi di gelosia convulsa con spasmo
addominale, fa errore continuo, fa fuggire l’80% delle persone che stanno
attorno (l’altro 20% dice sempre di sì ma non ascolta una parola di ciò che il
cuore spezzato dice), fa melodramma, e tutto quello che può venirvi in mente.
Quindi bravo ragazzo rigido con cuore spezzato ad un certo
punto, solitamente dopo un periodo di tempo variabile che verosimilmente è pari
a quanto è durata la storia che ha prodotto il disastro, decide che è ora di
basta. E dice: “Ah sì!!!” – dice proprio così: “Ah sì!!” – “Ah sì, bene, adesso
basta! Adesso si cambia, ora esco e poi zac… se è capace lei sono capace anch’io”,
che lo sa perfettamente che non è vero ma ci crede un casino, ci crede come
quando dice “ti amo”, e allora inizia la sua improbabile collezione. La
partenza è sempre ambiziosa, si lancia sulla strafiga di turno, che irrimediabilmente
lo snobba, dopo tre tentativi falliti si lancia sulla normale (single o non
single non importa) che da un po’ di corda, perché “lo spezzato” (chiamiamolo
così per semplicità) si impegna, vuole raggiungere l’obiettivo, è attento, e la
ragazza abbozza, le piace farsi corteggiare con tanta insistenza, lo annusa e
cerca di capire, al che possono succedere due cose: ci sta, non ci sta. Se ci
sta, “lo spezzato” ha un bisogno impellente di raccontarlo a tutti: “Hai visto
è? Sono capace anch’io, e lei… poverina… mi spiace, mi ha solo incontrato sulla
sua strada…”. Se non ci sta scende ancora di uno scalino, un mio vecchio amico
diceva: “il leone colpisce la gazzella zoppa quando ha fame..”, lo so che il
paragone è azzardato e potrebbe aumentare il disprezzo che le donne stanno
iniziando a provare per questa storia, ma chi me lo raccontava era un maledetto
vero, forse un po’ troppo maledetto ma la sapeva lunga. Quindi dicevo scende di
uno scalino e non scarta più nulla: “spezzato razzolatore folle con la testa
sempre e comunque da un’altra parte”.
Poi irrimediabilmente capita un fatto, un fatto grave, nel suo
continuo e spericolato razzolare “lo spezzato” ad un certo punto inciampa in
una ragazza che… che… che ad un certo punto lo bacia, ma lo bacia guardandolo negli occhi, con una certa
intensità, e lui all’improvviso,
cianotico e balbettante, inizia con: “Grazie,
posso offrirti qualcosa da bere? Hai caldo? Hai freddo? Andiamo a cena, ti
passo a prendere alle 19.00? Alle 20.00? Alle 21.00? Dimmi tu, quando vuoi. Hai
visto quel pulloverino in vetrina, ti piace, posso regalartene tre? Sei bella
sai? Molto. Sei dolcissima sai? Molto. Sei un casino sai? Molto”.
Nooo, di nuovo, dopo
averla riaccompagnata a casa, la prima sera, con lei che non gliel’ha ancora
data, lui le scrive prima di addormentarsi un: “Ti amo sai?! Molto”, ed è
finita, “lo spezzato” inizia il nuovo circolo vizioso, fatto di rigidità e
cecità, con il suo cuore che si appresta a rimediare una nuova profondo crepa.
Ecco “F”, spero di averti risposto, e comunque per fortuna
che io mi sono innamorato solo due volte per ora… perché lo sai che io sono
bravo, me l’hanno detto, e questa sarebbe la mia fine. Forse…