Chiamale se vuoi... relazioni...

Relazioni: condizione propria di due o più termini in quanto analoghi, interdipendenti o reciprocamente commisurabili; rapporto.

Ed ho trovato un altro post-it, sempre giallo, sempre appiccicato alla mia auto, questa volta sul finestrino laterale, lato guida, stessa modalità, diversa grafia, mille punti di domanda!


"Relazioni, relazioni, relazioni, mi racconti di questo?? Mi racconti cosa sono?? E mi racconti anche chi sono?? E mi racconti cosa fanno?? E mi racconti perché?? E magari anche quando?? Relazioni, dai scrivimi di questo! Entra dentro, cerca di andare oltre, non essere banale, sii sentimentale ma non troppo, cinico ma non troppo, divertente ma non troppo, sii non troppo e dimmi perché uomini e donne fanno così!"




Leggere quelle poche e intense righe mi ha lasciato basito, ho impiegato un po' a riprendere lucidità, e il primo istinto è stato quello di lasciare a mia volta un post-it giallo appiccicato all'albero di fianco al quale avevo parcheggiato (era un platano, molto bello… l'albero dico): 

"Ma per chi mi hai preso? E che ne so io?? Ho fatto ragioneria e pure l'indirizzo commerciale, quello facile, come dicono tutti quelli che non l'hanno fatto".

Il problema è che non avevo post-it con me, solo lo scontrino della colazione, pasta e caffè 2,20 euro (due/20 euro) pagato con Satispay, mi son trovato spiazzato considerando che stava anche per iniziare l'oroscopo di Paolo Fox su Lattemiele. 
E visto che erano le sette e quaranta di un lunedì qualsiasi, che il cielo era azzurro, l'umidità abbondante, ed un gruppo di ragazzini/studenti attraversava sulle strisce di fronte, l'alternativa al pensare (ché non c'avevo tempo) era un qualsiasi dizionario on line.

"condizione propria di due o più termini in quanto analoghi… rapporto"

Io l'ho sempre saputo che nei dizionari si nasconde la saggezza, anche in quelli on line.
Intanto abbiamo capito che "la condizione è propria", dei termini s'intende, e ognuno ha la sua, e i termini non sono necessariamente due, ma pure tre, o quattro, e a volte anche sette, e mica tutti contemporaneamente, o almeno non necessariamente, l'importante è che ci sia analogia.
Questo è il rapporto uomo/donna: un'orgia di analogie.

La scrittrice di post-it la risposta l'avrebbe potuta agevolmente trovare da sola, lì, sul primo dizionario disponibile, piuttosto che chiedere a me una cosa così difficile.
Ma se me la cavassi così sarebbe troppo banale, offenderei la mia fama di analista del niente, e allora…

Le relazioni sono "le donne" e sono "gli uomini", il resto non m'importa ora, non ho interesse ad analizzare in senso lato, troppa noia e inutilità, roba buona per l'Istat e i sociologi, le relazioni qui sono solo gli uomini e sono solo le donne.
Le relazioni ai nostri fini sono capire cosa succede e perché succede, perché …i termini analoghi (uno o più)… si incontrano e si sviluppano, si cercano e si perdono, si sfiorano e si sfuggono, o anche solo perché, pur essendo analoghi e pur essendo termini, può capitare che non abbiano mai la fortuna di incontrarsi per davvero.

La prima ragione sta nella natura, la natura sì, gli uomini e le donne sono fatti per stare, per stare dove decidetelo voi, principalmente per stare insieme dico io.
Per sempre, per un po', per mai, per qualche volta… son tutti dettagli.
Le cose del quotidiano decidono il colore dei particolari ma non la sostanza (anche se ho sempre sostenuto che siano i particolari a fare la differenza), perchè "sì lo so" che c'è quel caffè che preso una settimana prima o una settimana dopo può fare la differenza (tipo che una settimana prima lui è libero e lei no e una settimana dopo lei è libera e lui non più), o c'è quel messaggio inviato troppo presto e letto troppo tardi, o c'è il caso, e ci sono le stelle, la pioggia e il vento, e pure quel rompicoglioni con la Panda gialla a metano che non si schioda dall'incrocio e tu arrivi che lei si è già innamorata di un altro, ma... e dico ma... se un uomo e una donna sono fatti "naturalmente" per stare insieme un giorno s'incontreranno, lo staranno, si relazioneranno, si ameranno e magari pure si odieranno, dopo però, prima la natura farà il suo corso.

La seconda ragione sta nelle analogie, "gli analoghi" sono fatti per stare, per stare dove decidetelo voi, principalmente per stare insieme dico io.
E' una puttanata quella che i simili si respingono e gli opposti si attraggono, una puttanata buona per le calamite…. gli uomini e le donne stanno se sono uguali.
Uguali dentro, uguali oltre le apparenze, uguali nella visione, nel piacere, nelle aspettative, nella voglia di avere voglia.
Gli amplessi epocali sono quelli dove lui e lei cercano lo stesso piacere nello stesso modo con la stessa intensità; le gioie sublimi sono quelle dove lei e lui sorridono nello stesso modo e nello stesso tempo e con la stessa voglia di farlo; l'intesa profonda è quella dove lui e lei pensano la stessa cosa nello stesso momento senza il bisogno di dirselo.
Gli uguali un giorno s'incontreranno, staranno, si relazioneranno, si ameranno e magari pure si odieranno, dopo però, prima l'ugualità farà il suo corso.

La terza ragione sta nella fortuna, il culo aiuta chi vuole stare, stare dove decidetelo voi, principalmente stare insieme dico io.
Sì ok l'impegno, ok la volontà, ok la pazienza, e ok anche il carma e il destino e ok anche Paolo Fox, ma il culo serve, e ne serve parecchio.
Conosco innamorati sfortunati che si sono amati molto ma che insieme non lo sono stati mai, o lo sono stati poco, o lo sono stati male, perché la vita ha deciso per loro, senza una ragione apparente, togliendo senza motivo, per il solo gusto di dimostrare che l'ineluttabile è dietro l'angolo travestito da gatto nero, da specchio rotto, da coccinella che si è spappolata sul vetro di un Suv rosso prima che potesse posarsi sulle vite di quei due.
I fortunati un giorno s'incontreranno, staranno, si relazioneranno, si ameranno e magari pure si odieranno, dopo però, prima la fortuna farà il suo corso (così come la sfiga).

La quarta ragione (e qui penso mi fermerò) sta nell'emozione, l'emozione aiuta chi vuole stare, stare dove decidetelo voi, principalmente stare insieme dico io.
Personalmente son convinto che l'emozione sia il collante più potente di una relazione, l'emozione è l'Attak di coppia, è il bicomponente chimico che appiccica per quasi sempre, è il pomodoro che limona con la mozzarella, è il carburante ed è pure l'innesco e anche l'ossigeno e certamente il fuoco… senza tralasciare il fumo.
L'emozione è vita, emozionarsi insieme è coppia, è godersi, è avere paura in due, è potenza, è mente e cuore e anche fegato (qualcuno si è spinto ad affermare che sia anche pancreas e milza), è futuro e anche passato, è oggi.
L'emozione è tachicardia, è odore, è la Nutella, sono i baci che non finiscono, gli sguardi che si cercano, sono le attenzioni tanto dolci da far cariare anche il fluoro.
Chi non si emoziona non si ama, chi non si emoziona più non lo ha mai fatto davvero neanche prima.
L'emozionata fa l'amore con l'emozionante, gli emozionati si trasgrediscono, l'emozione uccide la noia, brucia gli attimi, gli emozionati si ascoltano, si capiscono, si cercano, si pensano.
L'emozione deve fare paura.
L'emozione, quella vera, è rara, mooolto rara.
Gli emozionati un giorno s'incontreranno, staranno, si relazioneranno, si ameranno e non si odieranno mai per davvero, faranno solo finta, perché l'emozione a due non "farà il suo corso", l'emozione a due è il corso.

E' così... queste sono "le relazioni" amici miei che scrivete post-it, questo è il perché e un po' anche il per come, e se leggerete bene troverete anche il per quando, altrimenti fa niente, c'è sempre uno Zingarelli pronto ad ascoltarvi, che ne sa certamente più di me e non si lascia affascinare da voci ostinate che disturbano pensieri già di per sé confusi.

Ma è l’occasione che fa l’uomo ladro o è l’uomo ladro che fa l’occasione?!



Ma poi è davvero “l’occasione che fa l’uomo ladro” o è “l’uomo ladro che fa  l’occasione”?!

Sono domande queste che ad un certo punto della vita bisognerebbe porsi.

Trascorriamo il tempo immersi nei luoghi comuni, senza approfondire mai, ci fermiamo alla superficie, al pensare banale, allo spot, al tweet, al post acchiappa like.

Fosse vera la prima l’uomo sarebbe un santo a prescindere fino a quando le occasioni non lo trasformano in uno sporco approfittatore, lui li buono buono a fare niente e tutto ad un tratto zaac... l’occasione maledetta.
E allora eccolo a rubare cuori, denaro, mele, carrelli della spesa abbandonati nel parcheggio della Coop, sorrisi, le cialde già pagate del caffè, posti in fila alla posta, parcheggi, baci con la lingua, amplessi, sguardi, appuntamenti lasciati da altri.

Fosse vera la seconda il ladro che è dentro ciascuno di noi creerebbe occasioni a nastro, sborantamila occasioni, si farebbe cardiologo per trovare cuori, portavalori per trovare denaro, contadino per le mele, mendicante per i carrelli, pagliaccio per un sorriso, venditore di granì d’Arabica per le cialde, pensionato per le file, pilota per il parcheggio, piacione per limonare, superdotato per trombare, oculista per sguardi da vicino, inopportuno opportunista per farsi trovare pronto a sostituire.

Ma non è così, non è vera la prima e non è vera nemmeno la seconda, almeno non completamente.
L’uomo è “dipende”, dipende dall’occasione, dal tempo, dalla voglia, dallo spazio, dal parcheggio, dal carrello, dalla lingua, dalla scorta di profilattici e dalle gambe di lei, dalla voglia di stare svegli, dall’impiegata allo sportello, dall’intensità di uno sguardo all’improvviso.

Per ogni ladro la sua occasione.

Ma onesti non ce n’è allora? Oh si, ma sono noiosi, e spesso sono onesti per necessità, per incapacità, per paura, per pigrizia o per convenienza o perché c’hanno la pancia grassa e puzzano.
Gli onesti costretti non sanno cogliere né l’attimo né l’occasione, perdono il tempo e muoiono tristi.
Lo sguardo si spegne, i movimenti rallentano, i sorrisi ingialliscono, i capelli cadono, la Coop chiude, il caffè si raffredda, resta solo il reddito di cittadinanza, il generico del viagra e il rimpianto.

Analisi spettrale ed elogio del delinquente?
No, no! Solo istantanea della realtà.

Le occasioni capitano, a quasi tutti, certamente con diversa intensità e frequenza... ad alcuni rovinano addosso, altri ne sono letteralmente preda, certuni le rincorrono, molti le perdono, tanti non le vedono, molti le schivano (sono stanchi), pochi le riconoscono davvero per quello che sono.

E quindi?

Quindi niente, non c’è quindi, ci sono solo quelli che decidono di non rischiare per non farsi beccare dalle guardie del tempo, e quelli che decidono di rubare gli attimi e tutto quello che gli sta attorno.
La vita è data, spesso breve, i lenti e i confusi perdono, i lesti e decisi arrivano, arrivano dove non è sempre e subito chiaro, ma da qualche parte arrivano.

Conosco uno che conosceva un altro che aveva un amico che gli aveva detto che suo cugino una volta, da giovane, sapeva annusare l’aria e diceva sempre si e vinceva ogni sfida, a volte arrivava secondo, ma sempre podio era.

Era un giovane ladro di emozioni.

Ora è diventato adulto e passa il tempo a pensare, ma il tempo che passa non pensa a lui.
È un guaio questo, l’anticamera dell’inconcludenza.

La soluzione? Nessuna soluzione, se non quella di rubare come non ci fosse un domani, che se un domani c’è davvero nessuno la sa con certezza.