Desideri cadenti in una notte di stelle che traballano

Desideri? 
San Lorenzo? 
Stelle cadenti? 
Caricare troppa aspettativa sulle spalle di chi sta scendendo non mi sembra bello.
Sìì fa romantico, certo, è vero, ma mi pare faccia pure un po' "me ne approfitto".
Tutti a chiedere di esaudire, tutti mendicanti di sogni, tutti a pretendere che luna si spenga anche solo per un attimo che altrimenti il desiderio non si vede.
E le nuvole? Tutti a maledirle queste poverette se solo provano ad oscurare, specchio opaco delle difficoltà, le nuvole a San Lorenzo son come le sfighe svolazzanti che capitano proprio quando il "vorrei davvero tanto" prende forma. 
Siamo dei razzisti temporali, degli autogiustificatori che si arrabbiano con il cielo se quello che vorremmo non diventa presente.
E allora ci si attacca ad una stella, e mica quella bella luminosa che fa un po' patacca là in mezzo a tutte quelle presuntuosette, no, ci si appiccica a quella più piccola, a quel frammento piangente che lacrima scie iridescenti.
Mai nessuno che abbia chiesto di cadere alla stella polare, lei zitta a segnare il nord e le altre a traballare.
E allora San Lorenzo va bene per i baci senza pretese, per i brindisi sulla spiaggia, per i grilli tra i calanchi, il profumo del fieno, le promesse che durano il tempo di un niente, le auto cabriolè, l'amore sudato ma non troppo.
Notte di ogni prima volta, dove lei è convinta sia stato amore, e lui è convinto di essere irresistibile.
Notte di passioni cadenti e futuro incerto, di stalle all'aperto, di musiche soffuse, notte per sceneggiatori, papponi, illusi speranzosi e amanti traditi, sì traditi, traditi da tutte quelle stelle che non sono cadute mai, e forse la colpa del "non succede" è solo la loro, di quelli che si ostinano a non mollare.

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