Siamo quello che siamo stati, diventeremo quello che siamo

Dico io... qualche volta sarebbe bene ricordare di dimenticarsi.
Perché è vero che siamo quello che siamo stati, ma diventeremo pure quello che siamo, in un circolo vizioso dell'essere, dove le persone non cambiano e il tempo si attorciglia.

E fidatevi, succede e succederà senza riuscire ad innovare nulla, e per fortuna aggiungerei, o tutto sarebbe solo un gran ricominciare da capo, uno strafottuto spreco di energia senza costrutto in una foga distruttiva di quello che c'era prima.

"Siamo nani sulle spalle di giganti", quanto mi piace sta frase, quasi quanto la cioccolata, ha quel non so che di epico-romantico-lungimirante, omini che sfruttano il sapere d'altri, un sapere che trapassa, liquido come il miele d'acacia, ma incapace di far cambiare l'orizzonte.
Tutti a guardare nella stessa direzione.
Sarà che i nani son troppo nani e i giganti troppo poco giganti.

Accumuli di ricordi, di esperienze, d’abitudini, di vizi, di caratteri, d’incontri, di scontri, di colori e profumi.
Accumuli di amori, di storie d'amore, di odio, di disprezzo, di paura, e poi caldo, e passioni, passioni, passioni, di quelle mai sopite o di altre solo accennate.
Accumuli di caso, ricoperti di destino, di errori, di grandi successi, di quelli che inebriano nel breve ma che distraggono alla lunga.
Accumuli che rendono gli uomini miopi, capaci di vedere ad un palmo ma senza prospettiva.

Accumuli, di quelli che solidificano e rafforzano, da qualche parte lì che non sai dove e sai poco anche perché, ma sai che stanno sempre in mezzo alle balle, questo sì lo sai.

Ecco cosa intendevo io, riflettendo poco fa di fronte alle repliche di Bones 11^ stagione.

Le persone non cambiano, semplicemente perché si sono costruite così.

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