Riflessioni in attesa che arrivino i giornali

Pensavo, ma perché è così radicata la convinzione che diventare grandi debba accompagnarsi con il diventare noiosi? Sì ripetitivi, forzatamente calmi, spenti, rassegnati al reumatismo, ma non quello artrosico (che non so se scientificamente si dice così ma a me rende l'idea) ma mentale.
Una vita a tappe: l'innocenza, la spensieratezza, l'eccesso tollerato, la forza e poi la noia.
Quasi la noia fosse un punto d'arrivo, diventi grande e devi essere noioso, nell'accezione stanca del termine, sei grande e devi avere la testa a posto, e mai nessuno che dica qual'è il posto giusto.
Nel luogo comune degli spenti si confonde la noia con la saggezza, quasi fossero sinonimi.
Voglio sfatare il mito, si può diventare grandi senza essere noiosi, si può esser saggi senza essere omologati, può calare la vista ma non la voglia di fare, si può essere seri quando serve senza rinunciare ad essere scemi quando non serve essere seri.
I grandi possono sostituire l'ormone calante con la voglia di fare, una faccia seria non è il volto che si dà al senso del dovere.
Conosco uno che da una vita fa tutto quello che deve fare, senza sosta, senza nessuna sosta, ora è grande, ma non è noioso, qualche volta è un po' scemo, ma continua a fare tutto quello che deve fare, inseguendo ugualmente  le proprie passioni che possono essere pure quelle di un adolescente. Non è vietato, giuro!

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