Quel ragazzino l’italiano non ce l’aveva proprio chiaro chiaro, credo la dad abbia lasciato più di un segno, ma “lei è” lo sapeva bene.
“Lei è bella” scrisse sullo scoglio con un indelebile rosso, “lei è bella bella” aggiunse subito dopo, “lei è bellissima” insistette due righe appresso.
“Lei è mia” osò, “lei è mia mia” andò in crescendo, “lei è miissima” forzò.
“Lei è tanto” continuò, “lei è tanto tanto” sottolineò, “lei è tantissimo” concluse.
“Lei è lei” riprese, “lei è lei lei” si ostinò, “lei sei tu…” le disse smettendo di scrivere.
Lei lo guardò, non aggiunse nulla e sorrise, due lacrime calde le inondarono quello sguardo adolescente, le labbra fremettero, arrossì, lo abbracciò come aveva fatto solo con il vasetto maxi della Nutella.
Stavano diventando grandi…
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