Credevi fosse vero, era tutto verosimile

Le emozioni... ahhh che belle che sono le emozioni, così stratosferiche, fantasmagoriche, indelebili ahimè, vibranti, rincoglionenti, uniche, gratis come lo zucchero nel caffè, bagnate, calde, rabbiose, insonni, anormali, insostituibili (quelle vere), profonde, paurose, dolci come la cioccolata, rare come la marmellata di more fatta a mano, inutili, sfuggenti ma così persistenti nei loro colori.

Le emozioni sono fatte di luoghi, di sapori, di sguardi, di muretti, di sorrisi che credevi unici, di parole date e ricevute che credevi sincere, di languori, di andare e ritornare, di salite, discese, telefonate annoiate e fuoco e passione, fughe e rimpianti.

Le emozioni sono bar e caffè ai bordi dell’autostrada, sole e castelli, tartare e Sangiovese, urla e silenzi, vibrazioni, panorami e pattìni, foto sopravvissute alla furia della vendetta.

Emozionarsi è struggersi, sprofondare, volare, amare.

Le emozioni sono fatte di non so perché, arrivano da sole e lasciano cenere.

Ma le emozioni sono soprattutto inevitabili, eh sì proprio così.... inevitabili.
Le cerchi, le trovi, te ne innamori e inevitabilmente le perdi affogate nella pozzanghera del verosimile. 
Il verosimile che tutto inghiotte, il verosimilismo, l’evoluzione del nichilismo, credevi fosse vero invece era staminchia.



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