Sessantottopercento sensazioni

“Ciao”
“Ciao”

“Com’è?”
“Cosa?”

“Come cosa? Lei!”
“Ah! Allora Chi!!!”

“Sì, lei insomma... dai”
“Bella”

“Solo?”
“Perché Bella ti sembra poco?”

“No, ma un tempo mi avresti sommerso con un profluvio di aggettivi per descriverla”
“Vado sintetizzando questa sera, Bella con la B maiuscola spiega già molto da sè”

“Maiuscola?”
“Sì, la B”
“Ah”

“Vedi... quando incontri una donna mai vista prima  il sessantotto per cento è sensazione, il dodici per cento è pregiudizio e il venti per cento è caso. 
La sensazione la fa sempre da padrona perché è lei a  trasmettere...”

“Trasmettere cosa?”
“Trasmettere il senso”

“Il senso?”
“Oh ma qual è il problema, perché mi fai ripetere continuamente?”

“Dai vai avanti”

“Il senso di sé. 
Semplicemente il senso di sé.
La sensazione cattura i particolari e i particolari danno il senso al tutto.
Particolare è ciò che dice e come lo dice, il tono, lo sguardo mentre ascolta, la voglia di raccontarsi ma anche no, i colori, l’impazienza, la nochalance con cui si sfila il giubbotto, il modo di ordinare e bere il caffè, un’antica timidezza nascosta da un’altera e splendente ritrosia. 
Un intuito fuori dal comune malcelato da educati silenzi.
Le gambe.
Le mani.
La cura del dettaglio.
La capacità di nascondere pensieri che vorresti indovinare.
La diffidenza.
I sorrisi in crescendo.
Il rossetto.
La perspicacia.
La complessità, l’evidente complessità.
La forza.”

“E tutto questo tu lo capisci così, al primo fugace incontro per caso?!”
“Sì, esatto così”

“E il dodici per cento di pregiudizio?”
“Si chiama esperienza”

“E il venti per cento di caso?”
“Si chiama culo, ci vuole un gran culo a incontrare per caso una donna così”

“Ed è solo Bella?”
“Con la B maiuscola”

“E quindi che farai ora?”
“Niente, niente più di quello che ho già fatto, le cose che vogliono succedere succedono, tu chiedi una volta, due volte, due volte e mezzo, e poi tocca a loro, alle cose che han voglia di essere, al tempo, al culo e alle sensazioni.
Inutile inseguire oltre il dovuto”

“Dici?”
“Dico”
“Bene....”
“Dai”

“Ciao Luì”
“Ciao Doc”



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