Sono vent’anni che ci conosciamo, sono vent’anni che non siamo
mai partiti tutti assieme. C’è sempre stato qualche impedimento oggettivo, prima
c’era il popolo da sfamare e io dovevo fare la pizza, e venerdì e sabato e
domenica e Natale e Santo Stefano e Pasqua, e al massimo gli altri prendevano
la scala mobile che li portava dal parcheggio al Primo Piano figurati l’aereo.
Poi la moto, ma una carovana Harley, Suzuki, Honda, Alfa Romeo e Bmw col
cardano non era troppo comoda, perché quando provavi a parcheggiare l’Alfa sul
cavalletto di fronte all’Anitona non ci stava, e poi il gel con il casco non è
mai andato d’accordo. E poi c’era il territorio da difendere e la rotonda di
Bagnacavallo da presidiare che al massimo per stare assieme qualche volta siamo
andati a fare outing misurandoci il tasso alcolemico a vicenda non prima di
aver dimostrato di avere il numero di cellulare del Maresciallo, perché altrimenti
ti ritirava la patente, anche se c’era lui di pattuglia: “Se non hai il mio
numero non sei mio amico e se sei ubriaco ti ritiro!”, “Ma Capitano ho bevuto
pochissimo!”, “Non cercare di corrompermi con i complimenti, 0,501543% sei
fradicio!”, “Ma no Colonnello, non è vero, c’eri anche tu a brindare con noi,
dai ti ricordi… il maestro di cerimonie, il taglio classico, il mistino senza
cassata perché a Roberto gli fa male?!!”, “Niente da fare, fammi vedere se hai
il mio numero di cellulare!”, “Generale non fare così, tre mesi senza patente
non si può stare, ho perso il telefono, anzi ho perso il tuo numero perché il
touch screen è una merda e pigio tutto sbagliato, però dai se mi perdoni ti offro una pasta da Fred e Vilma come ai vecchi tempi”.
E altre volte ancora il Maestro doveva volare sopra l’Atlantico
per andare a vendere un due-trecento pallet di piastrelle 120*120 a Bill
Clinton. Pare che la stanza ovale, quella di Monica, sia rivestita made in
Faenza. E nemmeno la neve è riuscita a
portarci tutti assieme perché lo snow sì e gli sci no, no anzi gli sci sì e lo
snow no, e poi i tempi sfalsati. Ehh effettivamente i tempi sfalsati c’hanno messo del loro, prima si fidanzava uno
che poi si mollava ma quando era fidanzato non si poteva, e poi si sposava l’altro
che non si mollava e faceva un figlio e per un po’ non c’era, e poi un altro che
se ne andava a vivere lontano lontano, lontano tipo Bologna che non potevamo
mica fare tutta quella strada per andare a trovarlo e lui che sta sempre chiuso in casa e non può ritornare a Faenza, poi si sposava un altro
che ha fatto talmente tutto in fretta che sembra quasi che non si sia nemmeno
sposato, poi un secondo figlio fatto apposta per fidanzarsi con la figlia dell’altro,
e poi ancora il lavoro e poi ancora Giuda Iscariota che a volte scompare e a
volte ritorna come il Figliol Prodigo. Insomma, tempi sfalsati.
Ma stavolta si va, ehh sì, stavolta si va, l’abbiamo deciso
a casa di Marco, a casa di Marco perché è lui che sponsorizza il viaggio per
via di un scommessa persa o mi pare che al massimo abbia pareggiato, comunque in
ogni caso paga lui e ci sembrava bello dargli la possibilità di prenotare da
casa sua. Abbiamo deciso di deciderlo
una di quelle sere che ci ha invitato a mangiare la pizza in tavernetta, che non ho ancora capito perché siamo quasi
sempre dispari tipo uomo-donna-uomo-donna-uomo-donna-uomo e immancabilmente
Lorenzo chiede: “Solo???”, che non sta proprio bene bene ma il Maresciallo si
sa che è un cinico. E quindi abbiamo fatto l’itinerario: Barcellona, Sagrada
Familia, la via del Santo che passa da quelle parti, il Chiostro di Maddalena,
la pinacoteca di Dalì, il museo di Franco, la biblioteca di Stato, un corso di
spagnolo, a letto alle 22 in piedi alle 5.45 per il rosario in ginocchio sui
ceci. L’itinerario è stato stampato e distribuito alle donna-donna-donna
presenti alla serata (ne è avanzato uno e non ho ancora capito bene perché), in
modo che le ragazze sappiano sempre dove si trovano gli uomo-uomo-uomo, così che possano essere tranquille perché noi ci teniamo alla tranquillità.
Insomma un viaggio della madonna. Va bè...
se avanza un po’ di tempo un salto alle Ramblas per fare un due filmati con il
telefonino, che poi ci servono per completare il video della nostra vita
iniziato tra i tavoli di Tiffany quando tutti avevamo ancora i capelli neri e
soprattutto i capelli, ci sta, tranquillo ma ci sta... sì così... magari una sera
che andiamo a letto alle 22.15 anziché alle 22.
Sì dai, questa volta si parte, magari è meglio prendere la
caparra anticipata, far firmare due cambiali, un impegno scritto col sangue,
far deliberare tutto del Consiglio Comunale, mettere in atto una serie di ricatti per cui tutti quelli che sanno qualcosa di
qualcun altro si impegnano a tacere solo se si parte tutti insieme, e si va. Riepilogando: partenza 5.15, ritrovo la sera
prima 20.45, brindisi benaugurante, volo
di classe, non so quale ma di classe, durante il viaggio breve discussione su
come fare il colpo della vita che ci farà diventare tutti ricchi sfondati, atterraggio,
convenzionalmente 40 anni per tutti, rientro. Spettacolo come al solito,
grandissimo come negli ultimi vent’anni di Compagnia!!
Il resto della storia dopo il rientro….
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