Gli aggettivi

Non sarà mai tutto perfetto, ma può essere bello, divertente, intenso, colorato, a volte pure triste, fiammante, appassionante, impossibile, coinvolgente, invadente, delicato, ma anche sexy, veloce, lento, improvvisamente noioso, ma pure eccitante, bagnato, caldo, silenzioso, stropicciato come lenzuola dopo l’amore, e perché non anche fragoroso? Poi incomprensibile, confuso e subito dopo splendidamente o paurosamente chiaro, certamente elegante, vero, razionale ed irrazionale allo stesso tempo, umano… sì umano. Quindi complicato, per questo affascinante, perché l’inutile non porta né dubbi né fuochi d’artificio.

Il segreto sta negli aggettivi, sì proprio lì, gli aggettivi, lo sostengo da sempre, tutti quelli che ci stanno, tutti dentro la stessa storia, più sono e più è storia.

Che poi tutti siamo concentrati a definire quello che viviamo, a catalogare, a sostantivare, a questo e quello, al giusto e allo sbagliato, la libertà si e la libertà no, ma perdiamo di vista il senso, lo perdiamo di vista e ce lo lasciamo sfuggire. 

Ed è proprio per evitare di perde il senso che abbiamo bisogno degli aggettivi, ci servono fantastico, troppo, spettacolare, incredibile, suoermegatop, brutto e bruttissimo, terribile, luminosa, fascinosa, Bella al limite della gnoccaggine… vedete come suona diverso?

Una volta “qualificato”, il segreto è correre il rischio, il rischio di vincere o di perdere, tutto insieme, tutto subito, tutto dopo, tutto sempre, ma anche tutto mai ahimè… o ahinoi… o anche solo ahivoi. L’importante però è fare, insistere, provare, e bisogna fare pervicacemente, ostinatamente, follemente, leggermente, insensatamente, senza paura di avere paura, perché tanto quella ci sarà a prescindere, perché solo l’inutile non fa paura.

Le storie galleggiano su un mare di gocce di caso, di fortuna, di scelte sbagliate o giuste o niente., galleggiano su fatti accaduti e non accaduti, ma anche su un sacco di parole, dette e non dette, dette troppo, non dette per nulla.

Ci vuole del culo, ma ci vuole pure chi la fortuna la sfida, anche se a volte lo dimentichiamo, così… …. In una sorta di Alzheimer adolescenziale la cui unica cura è l’incoscienza dell’agire.




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