La prima volta

Ricordo la prima volta che la incontrai, sapeva di buono... sì di buono... di buono e di diffidente.

Parlava poco e ascoltava molto, o forse ero io a parlare troppo, credo di averla sommersa di parole, come faccio sempre d’altronde, o meglio, come faccio sempre quando ho qualcosa da dire.

Il vino era rosso e faceva pendant con l’avorio del tovagliolo e inarcando liberava tannini esausti, il sole si stava lentamente nascondendo, il tempo passava veloce, il cuore batteva forte, non ricordo che cosa abbiamo ordinato ma sicuramente era al sangue.

Il primo appuntamento è fatto di curiosità, incredulità e confronto.
Confronto con quello che immaginavi, con quello che non immaginavi, con quello che cercavi e quello che non cercavi più.

Il secondo appuntamento è fatto di aspettativa, di passione e di saliva.

L’ultimo appuntamento è fatto di freddo, buio, distanza, silenzio, rancore e di un lentissimo  bisogno di fare presto.

In mezzo a queste parentesi c’è la vita.
In mezzo succede.
In mezzo autoreggenti e perizoma, complicità e insieme.
In mezzo lampi di gioia e schizzi di tutto su lenzuola sgualcite.
In mezzo c’è anche il futuro, il mio il tuo il suo, quello che lì accade ti seguirà per sempre.
A volte ti inseguirà.

Ricordo la prima volta che l’ho baciata, sapeva di buono, sì di buono... di buono e di diffidente, ed era solo un bacio che si lasciò rubare, senza troppa resistenza a dire il vero.

Ricordo che iniziò così, tra sguardi intensi e congetture, caos e mani sfiorate, alcuni pensieri trattenuti ed altri gettati tra le fiamme del nostro discorrere, fantasmi, entusiasmo, brividi, fatica, passione e passioni, io e lei.

Ed infine ricordo di ricordare, lo faccio ogni giorno, sì ogni giorno da quel sempre che fu quella prima ed unica vera volta.

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