Vorrei? Potrei? Dovrei? Perché?

Sera.. quasi notte, 45 anni.. quasi grande, ti dicono che devi mettere la testa a posto, ma tu ti chiedi: “a posto dove esattamente?”, e un’idea ce l’avresti pure, ma spesso non si può. 

È incredibile come gli anni che passano si colorino quasi sempre di cliché, travolti dal luogo comune che ci vorrebbe obbligati a fare quello che si deve proprio quando si è raggiunta la maturità per fare quello che ci va.
Passi una vita a dipendere dalle convenzioni e dalle convinzioni, e proprio quando hai il potere di affrancartene, zac, “la testa a posto, la testa a posto”.

Sfido io che poi si diventa vecchi.

Il dovere, il senso del dovere.... da bambino devi perché “sei piccolo e devi diventare grande”, da adolescente devi perché sei “già grande” ma devi diventare ancora più grande, da adulto devi perché “ormai sei diventato grande”... ma da grande?? Da grande vero, che cosa devi diventare cosa?

Capita ad un certo punto che si confonda il devo con il dovrebbe, il voglio con il vorrebbero, l’io con il noi. 
Piani diversi, un po’ come la moglie e la Donna della propria vita, a volte coincidono, ma non necessariamente.

Tu che leggi, sì proprio tu, pensati bambino, giurami che non ti sei mai “innamorato” di quella del primo banco solo perché era la più carina per i tuoi amici? E dimmi, se hai il coraggio dello sporco mentitore, che alle medie ti sei messo con Alice solo perché piaceva a te e non anche ai tuoi amici?! 
E confessa infine la verità: solo ventenne ti sei affrancato e hai scelto Giulia pure se ai tuoi amici stava parecchio sulle balle, poi a ventuno l’hai mollata per Nicole non appena ti sei accorto che forse i tuoi amici un po’ di ragione ce l’avevano, ma questa è un’altra storia e andiamo avanti.

Ecco... a quaranta-quarantatré-quarantacinque anni invece si dovrebbe poter scegliere. 
Sì sì, si dovrebbe poter scegliere, potresti e dovresti decidere di fare tutto quello che ti pare purché sia economicamente sostenibile e non delittuoso e rispettoso di chi ami (non di tutti, di chi ami ho detto).
Avresti la saggezza pure per fare il cazzone, saresti nella condizione di poter essere egoisticamente in carriera o irresponsabilmente innamorato della persona sbagliata nel momento sbagliato e nel posto sbagliato.
Potresti vivere di priorità, e la tua priorità potrebbe essere anche il dovere sia chiaro, perché il mio non è un invito alla dissolutezza, anzi, ma solo un auspicio di volontà.

E allora perché tutta questa insoddisfazione più o meno latente che attanaglia l’età fantastica? 
Che sia la crisi? L’alopecia? La prostata? 
O la convinzione che il tempo sia stato perso, che il treno sia passato, che davvero non ci siano più le mezze stagioni?
L’insoddisfazione “è” perché ci si lascia invecchiare con la scusa (LA SCUSA) del devo, perché il comodo prende il posto del sogno, le priorità son dettate dalla paura e non dalla volontà.

Luoghi comuni anche questi? Un po’ sì, ma se ci fermiamo un attimo a riflettere, forse ci renderemo conto che così comuni poi non lo sono, son solo ovvietà trascurate.







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