Il nostalgico della porta accanto...

Ho camminato tanto ed ora mi è tutto chiaro, ho trovato la risposta: la nostalgia è solo il giramento di palle che parte quando ci accorgiamo di non avere più vent’anni.

E a vent’anni “il mondo è bello e invitante di colori, e ancora sugli alberi ci sono solo fiori, che prima o poi si dice diverranno pure frutti e allora tu che fai golosamente aspetti...”, ma ad un tratto razionalizzi e consapevolizzi: il tempo è passato.

Eh sì, il tempo è passato e tu rischi di restare digiuno, gli attimi diventano sempre più preziosi e ti diventa all’improvviso evidente che sprecarli fa dimagrire, metaforicamente s’intende.

E allora acceleri, in maniera nevrotica e irregolare, cercando di assecondare il tuo metabolismo altalenante, provi a ripartire da dove hai lasciato ritracciando i passi fatti nella convinzione di riuscire ad evitare gli errori e recuperare il tempo perso.

Ma non ce la si fa, ed è questa evidenza che produce nostalgia, e la nostalgia attiva la produzione di dopamina, e l’accelerazione cardiaca originata dalla dopamina fa sognare.
Sì sì sognare. 
Sognare di notte e un po’ anche di giorno.

C’è qualche base scientifica in quello che sto  scrivendo: assolutamente no, solo evidenza empirica ed elaborazioni novembrine.

L’evidenza la troviamo negli amori bruciati sull’allarme dei quaranta, la troviamo negli amori reload degli amanti irregolari, la si scorge nell’insoddisfazione motivata delle coppie stanche e negli amplessi apocalittici al termine dei quali s’invoca mentalmente la sempiterna botola.
“Apriti botola, ti prego apriti”.

La nostalgia è marrone come la sabbia, grigia come la nebbia, gialla come il sole a primavera, rossa come le fragole, fredda come le lenzuola di un letto sfatto in un appartamento al mare fuori stagione.

Voglia di ritornare ai venti e alla potenza sconfinata dell’aspettativa indomita che si credeva eterna.

I nostalgici non sono tutti uguali, proprio come non erano uguali tutti i ventenni.
Conosco nostalgici tristi, altri felici, pochi soddisfatti, tutti persi nel passato convinti di poter trovare lì il loro futuro.
Illusi.

Il nostalgico vero diventa egoista e pure un po’ cinico: “la nostalgia è mia e la gestisco io, tu spostati giovinastro”.

Ma la nostalgia è sempre single? No, no, si può essere dei nostalgici anche in coppia. Quasi sempre c’è una correlazione negativa però, come lo spread e i Btp: se il primo scende il secondo sale, e viceversa. Questo nella coppia si traduce in “io vorrei che lei fosse” e “ io vorrei che lui diventasse”, di nuovo passato e futuro in un opposto gioco delle parti.

Vent’anni... la sfortuna è continuare a sentirseli. 
Sì perché vent’anni sono un po’ come andare in bici, una volta imparato ne sarai capace per sempre, chi dice il contrario semplicemente non ha voglia di pedalare.

E perché tutto questo? Perché è l’ormone che fa casino, ne son certo. Colpa del testosterone, che da all’uomo quest’illusione di potenza perpetua e alle donne fa crescere i peli.
E se ci sono nostalgici anche dei peli, allora li non se ne esce più.







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