Una storia quasi vera

"Cosa fai?!"

"Io sto leggendo un libercolo bianco mentre sorseggio una lacrima di Montenegro in ghiaccio che mi ha offerto un cameriere rumeno con l'accento veneto che nel frattempo sta smontando il ristorante"

"Sembra l'inizio di un film!"

"Un thriller"

"Ma rumeno? Sei sicuro?"

"Direi di sì"


È facendo attenzione ai particolari che si costruiscono le storie, tutte, quelle d'amore, quelle di letto, quelle di lavoro, quelle per sempre e quelle di giornata, anche quelle di vita.

Sono i particolari ad attraversare il tempo.

I particolari giusti, al posto giusto, nel momento giusto, come le lucine di Natale, vanno a dicembre, che poi le incontri passeggiando, e ti fanno sorridere.

Di quel sorridere malinconico, che ti ricorda quanto era veloce il risveglio con la testa nel quartiere generale di Big Jim, che poi tu Babbo Natale non lo hai mai visto ma lo sai che esiste.

Ed esiste ancora adesso che sono passati trent'anni.

Di quel sorridere malinconico, che ti ricorda quanto fa male Big Jim che se ne va.

E allora a Natale poi le luci non hai mica voglia di accenderle, perché cambia tutto, almeno sembra.

Ed ecco allora i particolari, ecco, proprio loro, il cui ricordo riaffiora improvviso, passeggiando lontano da casa, e se il ricordo è così forte allora sono molto più di semplici particolari, sono pezzi di vita vera, che hanno dato il senso, ti hanno fatto grande, ti hanno fatto quel che sei.

E ti faranno trovare la strada giusta ancora una volta, perché la strada giusta si trova sempre. 

Sempre.

Basta ascoltarla.


Già, a me stasera è venuta in mente questa storia qua, cercavo una soluzione e ho trovato il perché.


"Forse non è rumeno, aveva solo fretta di chiudere e parlava a scatti, era questo a tradire l'accento. Mi ha pure raccontato che lunedì è giorno di chiusura, perché il lunedì non si fanno affari, e dovrò trovare un altro ristorante per la cena"






Nessun commento:

Posta un commento