Ma è l’occasione che fa l’uomo ladro o è l’uomo ladro che fa l’occasione?!



Ma poi è davvero “l’occasione che fa l’uomo ladro” o è “l’uomo ladro che fa  l’occasione”?!

Sono domande queste che ad un certo punto della vita bisognerebbe porsi.

Trascorriamo il tempo immersi nei luoghi comuni, senza approfondire mai, ci fermiamo alla superficie, al pensare banale, allo spot, al tweet, al post acchiappa like.

Fosse vera la prima l’uomo sarebbe un santo a prescindere fino a quando le occasioni non lo trasformano in uno sporco approfittatore, lui li buono buono a fare niente e tutto ad un tratto zaac... l’occasione maledetta.
E allora eccolo a rubare cuori, denaro, mele, carrelli della spesa abbandonati nel parcheggio della Coop, sorrisi, le cialde già pagate del caffè, posti in fila alla posta, parcheggi, baci con la lingua, amplessi, sguardi, appuntamenti lasciati da altri.

Fosse vera la seconda il ladro che è dentro ciascuno di noi creerebbe occasioni a nastro, sborantamila occasioni, si farebbe cardiologo per trovare cuori, portavalori per trovare denaro, contadino per le mele, mendicante per i carrelli, pagliaccio per un sorriso, venditore di granì d’Arabica per le cialde, pensionato per le file, pilota per il parcheggio, piacione per limonare, superdotato per trombare, oculista per sguardi da vicino, inopportuno opportunista per farsi trovare pronto a sostituire.

Ma non è così, non è vera la prima e non è vera nemmeno la seconda, almeno non completamente.
L’uomo è “dipende”, dipende dall’occasione, dal tempo, dalla voglia, dallo spazio, dal parcheggio, dal carrello, dalla lingua, dalla scorta di profilattici e dalle gambe di lei, dalla voglia di stare svegli, dall’impiegata allo sportello, dall’intensità di uno sguardo all’improvviso.

Per ogni ladro la sua occasione.

Ma onesti non ce n’è allora? Oh si, ma sono noiosi, e spesso sono onesti per necessità, per incapacità, per paura, per pigrizia o per convenienza o perché c’hanno la pancia grassa e puzzano.
Gli onesti costretti non sanno cogliere né l’attimo né l’occasione, perdono il tempo e muoiono tristi.
Lo sguardo si spegne, i movimenti rallentano, i sorrisi ingialliscono, i capelli cadono, la Coop chiude, il caffè si raffredda, resta solo il reddito di cittadinanza, il generico del viagra e il rimpianto.

Analisi spettrale ed elogio del delinquente?
No, no! Solo istantanea della realtà.

Le occasioni capitano, a quasi tutti, certamente con diversa intensità e frequenza... ad alcuni rovinano addosso, altri ne sono letteralmente preda, certuni le rincorrono, molti le perdono, tanti non le vedono, molti le schivano (sono stanchi), pochi le riconoscono davvero per quello che sono.

E quindi?

Quindi niente, non c’è quindi, ci sono solo quelli che decidono di non rischiare per non farsi beccare dalle guardie del tempo, e quelli che decidono di rubare gli attimi e tutto quello che gli sta attorno.
La vita è data, spesso breve, i lenti e i confusi perdono, i lesti e decisi arrivano, arrivano dove non è sempre e subito chiaro, ma da qualche parte arrivano.

Conosco uno che conosceva un altro che aveva un amico che gli aveva detto che suo cugino una volta, da giovane, sapeva annusare l’aria e diceva sempre si e vinceva ogni sfida, a volte arrivava secondo, ma sempre podio era.

Era un giovane ladro di emozioni.

Ora è diventato adulto e passa il tempo a pensare, ma il tempo che passa non pensa a lui.
È un guaio questo, l’anticamera dell’inconcludenza.

La soluzione? Nessuna soluzione, se non quella di rubare come non ci fosse un domani, che se un domani c’è davvero nessuno la sa con certezza.






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