Donne in cerca di relazioni. Chi sono?

Donne e uomini in cerca di relazioni.

Potrebbe essere il titolo di un documentario sull’origine della vita, ma non aspiro a diventare un Piero Angela social web, più sommessamente vorrei tipizzare i “soggetti” nel momento dell’approccio, si perché tipizzare semplifica e dato che la vita è complicata di suo, a volte schematizzare rasserena.

In questa puntata parleremo di donne, le cosiddette “soggette”, molto più interessanti dell’uomo, molto più interessanti e molto più metodiche, al limite del seriale.

Dopo quasi attenta analisi avrei individuato tre distinte categorie che, con poche varianti, rappresentano l’universo mondo femminile in cerca d’approccio.

“L’elementare”. 
È la prima, forse la più ampia e rappresentativa, semplice nel ragionamento parte da un presupposto: “io ho una cosa che tu vuoi, quindi...”.
L’elementare gioca sull’effetto “tesoro”, capitalizza il vantaggio, fin da giovane si atteggia ma non troppo, socializza ma non troppo, non è leader ma spicca pazientemente dietro le prime. 
Piacevole nell’aspetto, curata nel dettaglio ma  senza ostentare, il suo habitat è il bordo sala, che può essere bordo pista, bordo piscina, bordo ufficio, bordo tutto purché ben visibile.
L’elementare si mette nella condizione di farsi corteggiare, irretisce con giudizio, senza che l’uomo se ne renda conto.
Mostra all’inizio il lato semplice, accomodante, bacia a labbra semi aperte, limoni adolescenziali, poi si fa più audace, il rapporto evolve anche sessualmente, e la libertà concessa al partner è inversamente proporzionale all’escalation erotica: più ti do meno te ne lascerò!
E tutto così prosegue fino al matrimonio (immancabile quando si tratta di elementare) e al primo figlio, dove l’uomo diventa appendice, Eros è solo il giornalaio sotto casa, la complicità diventa abitudine e scattano tuta e pantofole per lei e partite di calcetto per lui.
Poi il primo figlio compie tre anni, e L’elementare si trasforma.

“Il Killer”.
Con “il” articolo volutamente maschile, non è una vera e propria categoria, più che altro è una missione. 
La donna killer non cerca relazioni, si da un budget, fissa obiettivi e li raggiunge.
Non sono molte le donne killer vere, anche perché servono fascino (tanto), gambe lunghe, arrogante spregiudicatezza mixata ad un dolce sex appeal, eleganza e simpatia.
La donna killer non seduce l’uomo, lo consuma proprio, diventa assoluto, lui non vede altro. 
Lei non toglie libertà, anzi ne lascia in abbondanza, è lui che non la coglie, non riesce ad essere libero perché senza lei si sente perso.
L’amore è travolgente, intenso, in ogni dove, qualitativo e quantitativo.
Perizoma e giarrettiere, Adidas bianche e shorts neri, abito da sera e jeans, sempre a suo agio in un mix di stili apparentemente casuali.
Il killer inanella relazioni in successione, anche più d’una contemporaneamente, uccide a gruppi, gruppi di amici e di amiche (quelle muoiono perché lei gli ha fregato il ragazzo!), è un’insaziabile del sentimento elitario che ama essere adulata.
Ad una certa età il killer comunque trova la relazione stabile, non necessariamente un matrimonio, ma non rinuncia al proprio essere, semplicemente lo sublima.
Almeno fino ai tre anni del primo figlio, li potrebbe succedere qualcosa.

“La romantica”.
È quella del primo banco, la più carina, quella con il diario a cuore, gli occhi a cuore, la grafia rotonda, gli orecchini di perla, i fiocchi.
È quella che l’amore, il tramonto, la luna, le stelle, i fiori, le lettere e i mille messaggi.
Per lei “relazione” fa rima con “eterea”, fa la spesa al Conad perché il commesso del banco salumi è dolcissimo e come dice lui “San Daniele” non lo dice nessuno.
Cerca sempre l’amore della vita, e lo trova, anzi ne trova almeno cinque.
Ogni volta è quello giusto, ogni volta ha sbagliato giudizio, ogni volta perde sette chili in lacrime, ogni volta la da al primo che capita dopo sentendosi poi terribilmente in colpa.
La romantica accorcia le distanze, si appiccica gradevolmente, non arriva quasi mai al matrimonio, è troppo innamorata dell’amore.
Non cambierà mai fino in fondo, qualcosa succederà ai tre anni del primo figlio, si li qualcosa succede sempre.

Ecco, dite che è tutto troppo schematico? 
No, io non credo, perché poi ci sono le combinazioni, il killer elementare, la romantica semi killer, la sentimentale (killer elementare con vene di romanticismo), la non inquadrabile e “l’intelligente”.
L’intelligente è la donna più pericolosa, direi pericolosissima, perché racchiude in se tutte le caratteristiche appena descritte, e le usa con maestria e naturalezza, mixando e seducendo.

Il perché dell’una o dell’altra trova spiegazione in due fondamentali cose della vita: la madre ed il primo uomo incontrato.. il resto è evoluzione.





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