L’onda e il profumo di guazzetto

L’omino con Il giubbotto giallo, la berretta gialla e le scarpe gialle, correva lento e parallelo alla riva.

Il bambino faceva un pupazzo di sabbia.

E lei baciava lui, ma era costretta ad arrampicarsi perché allungarsi sulle punte non era sufficiente, troppo alto lui, troppo bassa lei, ma si amavano, almeno oggi, almeno fino a domani.

Il vento sollevava granelli.

Una coppia di cani assaggiava le onde.

I gabbiani.

Un fanciullo divorava il bombolone alla crema.

Il silenzio. 

Una ragazza, troppo bella per essere sola, passeggiava sulle dune fiera di questa sua contraddizione, arrabbiata per la sera prima, arrabbiata con quel maledetto che non sapeva amare.

Il profumo di cozze alla tarantina e l’aroma del guazzetto, estasiati da perle di Pinot grigio, fuggivano sfrontati dal 26 per salutare il pranzo e gli amici sotto gli ombrelloni di un inizio marzo che sapeva di estate avanzata.

Mille storie s’incrociano tra nuvole e passerelle ricoperte di sabbia, per colpa di una stagione che deve ancora iniziare, metafora del tempo, pezzetti di vita, passioni e noia, e Luì se ne stava lì ad osservare quel tutto che gli brulicava intorno.

Sarebbe rientrato solo il giorno dopo, l’aveva deciso all’ultimo, questo è uno dei vantaggi della libertà, l’altro è passare l’aspirapolvere alle 22.45, silent Rowenta, fa lo stesso rumore dell’onda.


1 commento:

  1. Luì!!! Tesoro di un uomo!
    'stasera alle 23, giuro che passerò anch'io la Rowenta...mi manca il mareeee
    E coomunque, i bomboloni li preferisco con la confettura, come in Liguria, d'estate dai nonni.

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