Riflessioni semiserie sulla finta libertà

E poi c'è chi dice che la solitudine sia il prezzo che si deve pagare alla libertà.
Altri invece sostengono che la libertà sia la scusa per chi è costretto a stare solo, solo per colpa degli eventi, o per via delle responsabilità che lo inseguono, responsabilità talmente ingombranti da togliere spazio a tutto il resto.
Quindi libertà come rifugio, libertà di tacere, di fare, di andare, di non andare, tanto liberi da poter far tutto ciò che si vuole... sì... solo quando non c'è altro che li obblighi ad essere "liberi in consequenza".
E che vuol dire "liberi in consequenza"??
Vuol dire che c'è tempo, ci deve essere tempo, vuol dire che la libertà viene dopo, viene dopo una sequenza di "devi", tipo devi essere e devi fare, e soprattutto dovevi fare e dovevi dire, che è pure peggio... perché oltre alla limitazione della libertà c'è il germe del senso di colpa, quello che poi crescendo diventa "hai sbagliato tutto", e il germe del senso di colpa è costantemente annaffiato dall'egoismo di chi non molla, il padrone delle responsabilità.
E allora ecco che il solo finge di essere libero, e aspetta, così, un po' tutti i giorni, e il tempo passa.
E insieme al tempo passano le persone, passano le situazioni, le opportunità, gli eventi, spesso passano gli amici che saranno pure un po' meno liberi ma, ma certamente lo sono per scelta non per dovere. 
E passano i giorni, gli anni, potrei aggiungere pure le settimane ma farebbe troppo calendario.
E più il tempo passa e più i doveri che hanno reso libero il solo, diventano insopportabili. 
L'ineluttabilità diventa cinismo, aridità, incapacità di innamorarsi, di godere e soprattutto di scegliere.
Insoddisfazione.
Che brutta roba che è l'insoddisfazione negativa, quella figlia della delusione, non quella gioiosa che stimola il riscatto, quella tignosa del "mi sono rotto le balle e succeda un po' quel che vuol succedere".
Consequenza di stati d'animo, via l'uno avanti un altro in rapida successione.
Un po' come quello che ogni nuovo giorno una nuova storia, amanti in sequenza, tutti progenia dell'insoddisfazione, spesso auto-obbligati al ritorno nel porto sicuro della relazione originale, quella stabile, quella un po' meno libera ma più rasserenante.

Ah sì, quanto è solo il libero... ma... ma quanto è poco libero il solo.

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