Il problema del quarantenne....

Ho notato che il titolo fa mezzo racconto, nel senso che se il titolo è accattivante gli accessi al blog nei primi trenta minuti sono infinitamente maggiori, e nove volte su dieci è accattivante ciò che porta con se un richiamo leggermente velato al sesso, se ad esempio avessi aperto questo pezzo intitolandolo “Il problema del quarantenne trombante” o  come fanno l’amore i poveri quarantenni nell’anno 2014”, bè credo che probabilmente avrei avuto molte più chance di essere letto.

Invece sta cosa del problema del quarantenne forse mi taglierà le gambe, qualcuno non leggerà temendo si tratti di un trattato sull’ipertrofia prostatica e la necessità di una diagnosi precoce, altri penseranno ad un nostalgico remember sulle partite di calcetto giocate senza il tutore al ginocchio sinistro, ma visto che non ho mai giocato a calcetto nemmeno a vent’anni  e il mio PSA per ora è nella norma, vi tranquillizzo, parlerò d’altro.  Ho già scritto di questa età di mezzo, l’ho fatto in maniera schematica e stereotipata qualche tempo fa, sono ritornato più o meno velatamente sul concetto in altre storie, e vorrei evitare di ripetermi ma non è facile. “J”, una delle mie “misteriose” lettrici, mi ha scritto nei giorni scorsi: “hai presente quelle giornate in cui ti gratti la testa.. ma non capisci? Ma a 40 anni inizia una regressione??”.
Non lo so se inizia una regressione, di certo c’è che i quarantenni oggi un problema ce l’hanno, forse anche più d’uno, ma un problema c’è. 
Sì c’è perché altrimenti non si spiegherebbe questa crisi costante dell’età di mezzo (che badate è cosa diversa dalla mezza età!!). Ognuno vive la propria storia, tutti di fondo, quasi tutti via, non voglio fare il catastrofico , vivono la propria crisi, per ragioni diverse s’intende, tutti però sono accumunati ultimamente da un tratto comune: la barba. Sì, il quarantenne oggi si fa crescere la barba, lunga, corta, a chiazze, spettinata, non importa, regola-pelo da faccia e barba d’espressione, un must, sintomo evidente di un problema comune. 
Io ho iniziato a 39 anni, quindi sono fuori statistica. 
Comunque barba a parte, che non c'entra niente mi rendo conto ma ci tenevo a scriverlo, la diversità del problema dipende dalle situazioni.

Prendiamo ad esempio il quarantenne sposato con prole che vuole evadere per sentirsi vivo, e allora inizia a inseguire le emozioni, a cercare gli sguardi che non vedeva  più da un po’ di tempo, a cercare ristoro ai propri problemi, e rivoluziona la propria vita, può farlo per un giorno, per un mese, per un anno, per un sacco, in maniera spesso disordinata, senza ragione ma con sentimento, senza sentimento ma con istinto, spesso con un'esagerazione di passione.  Dipende. Quasi sempre fa un casino, a volte anche due casini, però si è sentito vivo e lo scopo è stato raggiunto.

Poi ci sono i quarantenni sposati senza prole, variante più libera del caso precedente, stessa spinta emotiva all’evasione senza però aver provato la “più fantastica” delle ragioni di vivere, che da un lato da minori problemi ma dall’altro toglie un pezzo enorme aggiungendo una dose letale di lucido nichilismo.
E poi c’è il quarantenne single destabilizzato, di ritorno o no non importa. La crisi di questo soggetto attraversa varie fasi, all’inizio quasi sempre c’è una delusione, una delusione che può essere d’amore, professionale, sociale, d’amore con implicazioni professionali o professionale con implicazioni d’amore, e questo è vero se uno si porta spesso il lavoro a casa. Crisi in sostanza di ciò che ruota attorno alla propria vita.
In questa fase ecco allora che si aprono due alternative: la depressione cronica o il collezionismo. Sulla prima credo di non dover spiegare niente, sulla seconda, il collezionismo, spenderei due parole. E’ una sindrome strana, quasi una bulimia da riscatto, ci si lancia in una serie insensata di avventure psico-carnali, dove per i pirmi cinque minuti l’uomo dei 40 è convintissimo che “è incredibile questa volta proprio quando meno me l’aspettavo guarda cosa mi è capitato non ci posso davvero credere è fantastica è la donna della mia vita dove è stata fino ad ora???”, 5 minuti, poi a metà del primo servito caldo si passa a “però… il cuore non mi batte… va bè… diamo tempo… proviamo…”, e quando arrivi ad inserire la chiave nella toppa di casa, dove tu la stai portando perché ti sei convinto che un vero collezionista questo deve fare, stai già pensando a quanto manca prima che se ne vada. Cinismo allo stato puro, in questa situazione l’uomo può pure arrivare a fingere l’orgasmo. Adesso non fate della morale spicciola tacciandomi di machismo che di donne che hanno finto l’orgasmo è pieno il mondo, non può farlo pure un uomo?? Ecco.
Il collezionista poi diventa sempre più consapevole delle proprie potenzialità, acquista sicurezza, sperimenta la tecnica, diventa ancora più cinico, e aumenta il numero delle proprie conquiste con una facilità esponenziale, diventa un leone esperto in gazzelle ferite, ma con una differenza, l’unica vittima in tutto questo è lui: un patetico consapevole che finge di non capire, charme e sangiovese per dimenticare.

La fase “collezioniamo” è a tempo, può durare qualche mese, un anno, due, tre, dieci, poi finisce. Dopo dieci finisce comunque perché il 40enne a quel punto è divenuto un 50enne e mantenere collezioni numericamente importanti diventa un po’ più complicato, magari si fa una selezione più attenta.
Una volta finita inizia la fase “ascetica”, il troppo vivere si trasforma in: “prendiamoci una pausa, respiriamo, che dove sto andando??!”. Qui si decide di non battere chiodo, e diventa strano, perché il 40enne ascetico acquista quell’aria mistica e misteriosa che intriga, diventa un fascinoso che chissà quanto starà soffrendo, e questo è assolutamente irresistibile per la donna che vuole parlare con lui, vorrebbe farsi raccontare, vuole vederlo, avverte il pericolo che stimola, ma lui fugge, fugge fedele a non si sa bene chi, a una lei che non c’è? A se stesso? Alla ricerca di un riscatto, o perché effettivamente ha fatto gli esami e l’ipertrofia ha tolto vigore? E’ un mistero.

Poi si dice che termini anche la fase ascetica, a volte con una ricaduta nel collezionismo, a volte con il cuore che ritorna a battere. Sì, il cuore che ritorna a battere, qui non c’è più schema che tenga, non so fare il mio solito diagramma mentale, se-poi-quindi-allora, qui si dovrebbe raccontare ogni singola storia, ogni singolo battito, perché tutto è diverso, tutti diventano diversi, lui-lei-le emozioni insomma, unicità allo stato puro, quindi non schematizzabile. Qui servirebbe uno scrittore vero.

E allora? Qual'è la morale, il senso? Come finisce questa storia? Io credo che finisca che se il cuore continua a battere non sono io a dover raccontare che succede perchè non ne sono capace, se invece smette e si cade nuovamente nella delusione... bè allora rileggetevi tutto dall’inizio!!!

12 commenti:

  1. Da quarantenne inoltrata, credo che si sia sempre alla costante ricerca dell' "incastro perfetto".....La persona che evolve con te nel percorso della vita
    C'è da dire, che se anche esistesse, potrebbe trovarsi dall'altra parte della Terra, oppure deve ancora nascere, o essere troppo giovane, o essere già morta. Quindi, ci si adatta a qualcosa che si "incastri" quasi perfettamente.
    E, come spesso capita, quando devi adattarti, devi rinunciare...
    E la rinuncia, lascia un fondo di insoddisfazione.

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    1. Adattarsi? Noooo, sai che questa cosa non fa per me?? C'ho provato una volta ed è stato più che sufficiente... Voglio l'incastro perfetto, almeno voglio credere che lo sia, diversamente faccio senza!!!

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  2. ...la barba.. dici che è disagio?
    Direi che è solo capriccio..
    cmq...Grazie Stefano è sempre divertente..
    Credo che avere un orto e fare un pó di fatica farebbe bene a tutti..
    Poi ti spiegherò..

    j.

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  3. Leggo sempre le tue storie Ste, se me lo concedi userei questo diminutivo che mi affascina, trovo fantastico come riesci a raccontare sensazioni emozioni stati d'animo e situazioni comuni e reali in maniera così scorrevole semplice....complimenti.
    Ho smesso di scrivere anni fa e non riesco più....una delusione e mi son bloccata.... Non fermarti mai...è troppo bello leggerti! E divertente! Grazie! A.

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    1. Cara A, Ste detto così mi fa un certo effetto, risveglia ricordi molto molto lontani... grazie a te. Ciao!!

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  4. Ho amato anche io un uomo con la barba. Una lunga barba. Allora, come ora, andava di moda, era simbolo di saggezza. Ma di fronte all'amore nessuno è saggio. Lui mi amava più di quanto io amassi lui, come sempre accade, perché l'amore non si divide mai in parti uguali, e così qualcuno si fa male. Lui. Quanto starà soffrendo il mio non più mio "quarantenne ascetico"? A me non importa, purtroppo.
    La Dama del Lago

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    1. "Dama del Lago", non ti conosco ma sento che potrei adorarti. Una donna sincera, incredibile, sfrontatamente sincera... "..a me non importa, purtroppo".
      Lui stara soffrendo, ne sono quasi certo, starà ancora soffrendo, quarantenne non più tale, ascetico di conseguenza, saggio ma non abbastanza da non perdere la testa per te, lì a scansare donne che impazziscono per lui, ancora fermo a pensare "perchè?". E a te? A te non importa.
      Io mi sono innamorato davvero due volte nella vita, è finita ambo le volte, nessuna delle due aveva la barba, hanno scelto loro di farla finire (e questo dovrebbe farmi riflettere!). La prima ha preso una decisione sofferta, lunga, complicata, è stata sincera, la seconda ha fatto presto e mi ha raccontato un sacco di cazzate, forse in buona fede, credeva probabilmente di fare meno rumore nell'andarsene raccontandomi il plausibile anzichè il reale. Risultato? Ha fatto molto male, tutte e due le volte, la seconda di più, perchè all'assenza devi aggiungere la cazzata, e la cazzata un po' rovina l'intensità.
      Vorrei sentirmi dire un giorno: "Soffri? Sai mi dispiace ma non mi importa, perchè l'amore non si divide in parti uguali, a te è toccata quella più scarsa...". Fa male, ma ti fa pensare: "Cazzo, una donna per cui è valsa la pena innamorarsi davvero..., non mi sono preso in giro!!".

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  5. Ho riflettuto sul "problema del quarantenne" e sono arrivata alla conclusione che i quarantenni qui sopra tratteggiati di problemi veri non se hanno! Ed è per questo che se li vanno a cercare, altrimenti se ne starebbero buoni, attenti a non attirare su di sè altre catastrofi. Il cuore che continua a battere è un concetto importante. Questo avviene grazie al lavoro di atrii e ventricoli. Per quanto attiene alle emozioni (e alle mode) i suddetti quarantenni dovrebbero lasciare il testimone ai quindicenni, che almeno hanno la scusante dell'inesperienza e lo splendore della giovinezza che attenua il senso del ridicolo causato da certe situazioni. I ragazzini che seguono le mode fanno ridere, sono ancora solo un branco di pecore senza personalità, a quell'età può essere normale. Il quarantenne che un bel giorno si sveglia hipster fa piuttosto pena. La barba non sta bene a tutti, sta male persino a Fassbender, che è una specie di dio greco! (e nemmeno quarantenne)! (tu comunque stai bene)... I ragazzini che si perdono dietro ai palpiti del proprio cuore possono fare tenerezza, un quarantenne no, non ce lo vedo a mandare mille messaggini su whazzap a tutte le ore del giorno, a chiamare amici e amiche per interpretare (possibilmente in senso favorevole) i comportamenti del soggetto amato, a piangere per una delusione. Il cuore del quarantenne, oltre ad atrii e ventricoli, deve avere la corazza! Non è possibile che si arrivi ai quaranta così indifesi, così poco consapevoli, così poco pratici e razionali. O forse è per via del fatto che il quarantenne vuole tornare indietro? Ecco, è la regressione il problema del quarantenne...la voglia di regressione...
    F

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    1. F i problemi danno senso alla vita!! Un cuore che batte piatto che cuore è?? Deve andare in aritmia, a volte rallentare al limite del sopportabile, altre volte accellerare manco fosse una locomotiva, ma deve sbattere, sbattere e risbattere. La consapevolezza bisogna impararla sul campo, la corazza è finzione, a 40 anni sei molto più indifeso che a 15 perchè a quindici hai l'opzione del recupero, a 40 non puoi sbagliare e se proprio non ci riesci devi farlo in modo eclatante, così da convincerti che era troppo forte per controllarlo!!
      Voglio regredire, io, la mia barba e la mia irrazionalità!!
      Comunque ti tranquillizzo, non chiedo consigli a nessuno, tanto non ascolterei e ho il vanto di aver sempre sbagliato tutto da solo, mica come un quindicenne qualunque!!!

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    2. Perché mi tranquillizzi? Non sono mica preoccupata...
      Certo, i problemi danno senso alla vita...il senso della catastrofe!
      F

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  6. Io purtroppo sono un quarantenne depresso ho trovato la persona sbagliata che mi ha portato a vivere come lei una vita dibdepressione e non la forza di reagire. Purtroppo anche il lavoro va molto male tanti anni di studio e fatica per poi trovarsi a casa in solidarietà ad annientarmi psicologicamente. Vorrei una ragazza diversa che mi tacesse sentire vivo. Scisate lo sfogo. Avete qualche consiglio? Cia a tutti e tutte.

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