I fidanzati sul divano


Nel corso della mia vita e del mio lavoro ho incontrato tanti tipi di coppie,  soprattutto del mio lavoro… ed in particolare nel corso del mio passato lavoro di filiale, perché il direttore di filiale gode di un osservatorio privilegiato: incontri la coppia cointestata, ascolti la loro storia cointestata che li spinge ad aprire il rapporto insieme (sentimental-economico), vedi  poi in rapida successione  la realtà dei conti aperti all’insaputa dell’altro, emetti i due bancomat cointestati e i due bancomat “per sicurezza ne tengo un altro sul mio conto nuovo che mi serve per risparmiare che non si sa mai che possa perdere quello sul conto del mio adorato e cointestato partner” (sto volutamente sul generico per evitare di essere accusato di sessismo), blocchi il bancomat cointestato, blocchi il bancomat singolo, chiudi il conto (e ti arrabbi perché non vai a premio), infine passi la posizione a contenzioso perché nessuno dei due accoppiati vuole pagare le spese di estinzione dell’altro, altro che è sempre debosciato-fedifrago e ladro perchè ha sempre rubato la pensione della nonna di lei/lui per scappare da qualche parte con uno nuovo che sì che lo capisce ed è buono-generoso-comprensivo-intelligenti-sensibile. E non pensiate scappare dall’altra parte del mondo, a volte, anzi spesso, si scappa a due km da casa, più comodo, più economico, più gestibile.

Comunque scusate, sto divagando, dicevo delle tante coppie incontrate… coppie tradizionali, coppie di fatto, gli sposati, gli scoppiati, gli accompagnati, gli aronati (avrei voluto scriverlo in romagnolo ma non lo so fare), i fidanzati in casa, i fidanzatini,  i distanziati (fidanzati a distanza), i fidati (fidanzati che si assicurano di non tradirsi), i felici per sempre, i felici finché dura, i felici non lo siamo stati mai, ho incontrato qualche fidanzato che lo sapeva solo lui e qualche altro fidanzato che “ci siamo presi una pausa di riflessione, ancora un quindici anni e vedrai che si ricomincia più forti di prima”,  ma ho incontrato una sola coppia di fidanzati sul divano.

Fidanzati sul divano. Detta così può sembrare qualcosa di poco serio ma visto il caso direi “tutt’altro”, i due hanno scelto il divano forse perché meno impegnativo del letto, più serio del fidanzamento in macchina, certamente meno formale del fidanzamento in casa, che a volte per inciso può pure diventare un po’ difficile da spiegare, scomodo quel tanto che basta da non farti passare troppo tempo seduto a pensare e finisce che non ti fidanzi mai, scomodo quel tanto che basta per convincere lei a covinare sul fianco tanto da farla diventare piccola piccola anche se è alta un metro e un’esagerazione, comodo quel tanto che basta per convincere lui che “questo fidanzamento s’ha da fare”, comodo quel tanto che basta per convincere lei che lui "ce l’ha, ce l’ha, le manca", ma in fondo lei è un’altra cosa e lui di questo si è già belle che convinto la prima volta che l'ha vista. E allora nel coacervo di convenzioni utilizzate per descrivere un rapporto a due una definizione bisognava pur trovarla, e i soggetti  questo hanno deciso:  fidanzati sul divano, per il momento senza puff perché non hanno trovato quello che fa. “Quello che fa” finisce così, non c’è bisogno di aggiungere altro.
 “Noi siamo fidanzati sul divano, spalla alta e rigida, un fidanzamento bello deciso”, “ Ce lo apri direttore un conto cointestato?” , ”Non ci servono bancomat, né singoli, né cointestati, non ci serve niente, partiamo così senza pretese, senza aspettative, non vogliamo un conto per risparmiarci, nemmeno un conto per specularci, se ci fai la mifid scrivi che amiamo il rischio e non ti accuseremo mai di averci venduto un divano difettoso, sì lo sappiamo direttore che tu non vendi i divani, ma un conto non ci serve, ci stai simpatico e lo apriamo, perdonaci, siamo un po’ matti, anzi molto matti, lei di più, lo sanno tutti, basta vederci, però che vuoi... ci siamo conosciuti per caso, amici di amiche, così all’improvviso, di corsa, di chimica, per coincidenze, tante, molte, moltissime, forse un po’ in ritardo ma stiamo recuperando, senza pause, crackers e ricotta, marmellata e passione, piadina e prosciutto!”

E io sulle prime sono rimasto pure un po’ spiazzato, non sapevo che dire, chi sono sti due? Dicono e fanno cose strane, ho chiesto anche informazioni al mio amico Notaio: “Ma sti due chi sono?”. “Guarda non lo so… li vedo sempre in giro per bar, sembrano un po' persi, frequentano la Romagna ma non lì conosco,  chiedi all’Architetta!”.
“Architetta, tu che sei donna di mondo e sai le cose, dimmi, chi sono sti due?”; “Guarda non saprei, ho sentito dire che sono una coppia, a guardarli si direbbe davvero, paiono innamorati, poi io non so, ho molto da fare io, al mattino mi alzo presto, sono abitudinaria, frequento sempre le stesse persone, gli stessi posti, però più ci penso e più paiono innamorati ma chi sono non lo so”.

E io il conto alla fine l’ho aperto, sono bravi in fondo, pensate che per festeggiare gli ho offerto pure da bere: “Ordinate quello che volete”, “Un bicchier d’acqua dal rubinetto, l’importante è che sia di Ridracoli perché fa bene!” hanno risposto, sono semplici, e poi sta cosa del divano mi piace, mi ha affascinato, non l’ho capita bene bene, ma poi non c’è mica bisogno di capire sempre tutto, faccio il bancario mica il genio, so cos’è successo nel 476 d.c. perché è storia, chi sono quei due non lo so anche se la loro è una bella storia, molto bella anche se non ho mai visto il divano e non posso nemmeno consigliarli un puff adeguato, però sono felici e allora perché non dargli fiducia??  

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