Il viale dello Stradino e mai dire "forse non ti amo più", perché è una cagata pazzesca... sappiatelo.



Prima di iniziare questa storia è necessario fare due premesse, solo due.

La prima è che io la sera passeggio, spesso, lo faccio da sempre, negli ultimi mesi lo faccio anche di più, soprattutto dopo cena. Perché? Perché mangio tardi, dormo poco, anzi sempre meno per l'esattezza, perché sono vecchio, perché penso, perché penserei anche se non passeggiassi ma almeno passeggiando mi distraggo, perché spesso dalle 23.30 alle 24.00 non ho un cazzo da fare, perché mi piace osservare quello che mi succede attorno mentre vado a zonzo.

La seconda è che ho promesso ai protagonisti di quanto vi racconterò l'assoluto anonimato in cambio dell'autorizzazione a poter raccontare quanto accaduto, per questo userò per loro nomi di fantasia, ambienterò i fatti in un luogo sconosciuto ed artefatto, depisterò artatamente qualsiasi tentativo di individuarli.

I nostri si chiamano Alcide e Concetta, due ragazzi dei giorni nostri, due come tanti, con due nomi come tanti, trentenni come tanti, fidanzati o quasi fidanzati o quasi ex fidanzati o semi conviventi come tanti, lui con un fratello, lei con una sorella, più piccola ed enormemente rompiballe, ancora una volta come tanti.

Anche loro come me a volte passeggiano, ed è così che me li sono ritrovati davanti qualche sera fa. Erano le 23.45, si stava tutti andando nella stessa direzione lungo il Viale dello Stradino, una viuzza alberata di una città di provincia, in fondo a sta via sta una roba che tutti conoscono come il Fontanino, c'è anche una rotonda, mesi fa ci avevano piazzato un coniglio in mezzo, un coniglio di legno, il coniglio del paciugo, il perché lo avevano chiamato così è un'altra storia che qui non rileva, insomma eravamo lì, in sto posto che non si deve capire dove.

Io stavo dieci passi dietro, volevo superarli ma anche no, perché i due erano molto agitati, soprattutto Concetta, avrei voluto lasciarli soli, sciacquarmi proprio dalla zona, ma qualcosa mi tratteneva, e quindi loro rallentavano io rallentavo, loro acceleravano io acceleravo, loro si fermavano io mi mettevo a guardare le stelle. Se avessi visto la scena da fuori mi sarei scambiato per un maniaco o un serial killer.

Ad un certo punto Concetta alza la voce: "Eh no, mi devi una spiegazione, ma una vera, me la devi dare, dimmi come cazzo si chiama la troia, perché ci deve essere e può essere solo troia!!! Angela? Domenica? Ramona? Eh?! Si chiama Romana? Dimmelo che l'ammazzo, e poi ammazzo anche te, e poi ammazzo anche tuo fratello che tanto te l'ha presentata lui, lo so, non gli sono mai stata simpatica, da tre anni stiamo assieme e manco una spuma al cedro mi ha offerto in quel bar di merda che si ritrova"

Alcide calmo al limite del serafico: "Concetta non c'è nessuna troia, mio fratello non ti odia, la spuma al cedro al bar non la tiene, ti ho solo detto che forse io non sono più innamorato... sono stato sincero, che dovevo fare? Mentirti? Ingannarti? Usarti? Lo sai che non ti farei mai del male"

Concetta (fermandosi con l'indice puntato, lo sguardo iniettato, una lacrima che le colava sulla guancia destra): "Ahhhhhhh, ma come fai a dirmi una cosa del genere, cosa vuol dire forse non sei più innamorato??? Ma che significa forse? Forse oggi piove, forse domani vado al mare, forse accompagno mia nonna dalla callista alle 19.00 se mia sorella non può, forse sono in cinta, ma no forse non ti amo più, non esiste, non solo non si può sentire, non si può proprio dire! O mi ami o non mi ami, lo capisci?? O mi ami o la colpa è di quell'altra!! Di quell'altra punto."

La cosa stava prendendo una piega un po' troppo intensamente personale e platealmente pubblica per continuare a fingere di non accorgermi dei fatti, dovevo superarli, mio malgrado dovevo farlo, anche se intimamente solidarizzavo con Concetta, perché è vero "forse non ti amo più" non si può sentire, o taci o non la ami e glielo dici tale e quale, fa male lo stesso ma almeno fa meno presa per il culo, e a parte questa mia digressione sul tema, detta qui fra voi e me, decido di aumentare l'andatura, buttarmi sulla destra e con la noncalanche tipica di un postino d'esperienza passare oltre.

Arrivato alla loro altezza, Concetta si gira di scatto, mi si para di fronte, mi appoggia entrambe le mani sulle spalle, mi blocca e mi fa; "Signore fermati, ti prego, diglielo tu, digli che non può mollarmi così, questa sera, senza una ragione, alle undici e tre quarti, dopo tre anni, per un forse non ti amo più, diglielo che se la trovo io l'ammazzo la troia di Ramona (anche se lui dice che non esiste), diglielo che un'altra come me se la sogna, digli anche che io un altro come lui me lo sogno, digli che io questo lo so ma lui no. Digli anche che domani ci sarà il sole e se io non ci sarò, lui non saprà con chi goderseli davvero quei raggi di merda che continueranno ad insistere sulla finestra di casa mentre farà colazione alle otto meno un quarto come tutte le strafottutissime mattina che Dio mette sulla faccia della terra, e digli anche che dopo domani pioverà e senza di me la pioggia farà ancora più schifo, perché con chi potrà lamentarsi della sua idosincrasia per l'acqua piovana senza essere scambiato per un pazzo? E digli che se ci siamo incontrati, io e lui e basta, in mezzo a tutta quella marea di gente che cantava Gelato al Cioccolato nel 2022 sulla spiaggia di Pinarella di Cervia una ragione ci deve pur essere, e non può essere un forse ti ho amata dal primo momento che ti ho vista ma adesso forse non ti amo più!"

Alcide, tra il sorpreso, lo sconcertato e l'imbarazzato mi fa: "Signore la scusi, si stava un attimino discutendo..."

Al ché non c'ho visto più, non potevo continuare a tacere, eh no, proprio non potevo, il troppo è troppo: "Eh no, ma proprio davvero no, Signore a chi? Ma chi vi credete di essere per darmi del Signore così impunemente? Ma voi dal pulpito dei vostri trent'anni mal vissuti davvero pensate di poter offendere uno che passa di qui così per caso mentre state mandando a puttane la vostra storia? Signore?? Ma vi rendete conto? Ma mi avete visto?? Ragazzo, ecco, come mi dovete chiamare, ragazzo".

Sconcerto, sconcerto profondo, ecco che cosa ho letto nei loro occhi appena finito il mio scazzo, sconcerto e silenzio iniziale.

Poi "Scusi ragazzo" dissero all'unisono.

"Oh ecco, così ci siamo, adesso ditemi, che succede?".

Alcide voleva parlare, dietro l’imbarazzo glielo si leggeva negli occhi, guardava Concetta, guardava me, guardava la punta dei sui piedi... "le ho solo detto che forse non la amo più, che forse non la amo più come prima e che forse sarebbe giusto che ci allontanassimo per un po'... per capire, per vedere..."

Concetta: "lo senti che dice, ma ti sembra normale?"

Io non sapevo che dire, io che sto alla coppia e ai problemi di coppia come Dracula sta all'AVIS, come Orcel sta al Ministero delle Finanze, io che sono anche figlio unico, io che non sono mai riuscito a far  funzionare niente che non avesse l'articolo indeterminativo "un" di fronte, io che in treno mi siedo nei posti da quattro e occupo i restanti tre con zaino, borsa porta PC e la spesa della Coop rubata al mio collega d'ufficio solo per il viaggio, io che colleziono uscite inutili di una mezza sera che poi abbandono a metà sfinito dalla noia (quindi smezzo ad oltranza praticamente) accampando l'improbabile scusa che devo recuperare mia figlia (che in realtà dorme ininterrottamente dalle otto del giorno prima a casa della madre), a me chiedi se mi sembra normale??!! Io che amo chi non mia ama, non amo chi mi ama, stimo pochissime persone, soprattutto quelle che non mi stimano perché hanno capito tutto,  a me chiedete consigli??? Ecco tutto questo pensavo, ma non ho detto nulla di niente, ho semplicemente sorriso, li ho guardati, ed ho provato così:

"Alcide domani c'è il sole lo sai? Io no, ma Concetta sì. Tu ti alzerai come ogni mattina alle 7.00, fari il bidet, laverai la faccia e te ne andrai in cucina, a fare colazione, e Concetta ci sarà, tu la darai per scontata anche dopo questa sera, non ti accorgerai troppo di lei, almeno non inizialmente, hai trent'anni, l'ormone agitato (appena sveglio anche di più), la mente distratta, la barba lunga, il Napoli (mortacci loro) ha vinto lo scudetto, ma le prenderai la mano, la sinistra con la sinistra, mentre con la destra metterai un cucchiaino di zucchero di canna nel caffè-latte tiepido, mescolerai in senso orario, guarderai fuori dalla finestra, ti accorgerai del sole, penserai per un attimo che lei aveva ragione e io non ne sapevo nulla, e ti accorgerai che le stai ancora tenendo la mano.
E ti accorgerai, per la prima volta dopo tanto tempo, che tenerle la mano la mattina mentre fai colazione, anche solo per quarantonove secondi, cazzo se ti piace. 
E ti accorgerai che non lo fai per lei, lo fai per te. 
E uscirai di casa, andrai al lavoro, ma prima di entrare in ufficio sentirai il bisogno di chiamarla un attimino, un attimo soltanto, per dirle semplicemente: "avevi ragione… c'è il sole…  e sai un'altra cosa? Ma quanto cazzo sei bella quando c'è il sole!?", solo così semplicemente "…ma quanto cazzo sei bella quando c'è il sole?!". 
E anche questo non lo dirai per lei, no, lo dirai per te, perché stai iniziando a renderti conto che forse non ti amo più è una cagata, che forse una Ramona di merda te la sei pure incontrata due settimane fa, e ti ha fatto pure l'occhiolino, e aveva due tette della madonna, il rossetto rosso, i capelli biondi, la gonna corta, il tacco quattordici e ti sembrava libera come il vento, ma perché non hai provato a tenerle la mano? Perché non hai provato a farla salire in auto, a prenderle nuovamente la mano anche lì, ad accarezzarla con l'indice e il pollice come fai con Concetta per provare la sensazione che ti dava? 
Perché non le hai sfiorato il naso senza dirglielo, perché non ti sei fermato all'improvviso in autostrada e non ha provato a baciarla come se fosse un bisogno impellente che manco il terremoto ai Campi Flegrei? 
Dovevi provare, così questa sera me l'avresti potuta descrivere la sensazione. 
Non lo hai fatto lo so, non ancora almeno, e spero proprio non lo farai mai, ma te lo dico io che cosa avresti provato toccando la mano di Ramona: niente, non avresti sentito niente.
Non avresti sentito il bello, non avresti sentito il mare, non avresti sentito il vento, non avresti sentito la saliva, il sudore, non avresti visto il sole, non avresti sentito i brividi, non ti avrebbe assalito la voglia di regalarle uno, dieci, cento, mille fiori, tutti i giorni, per un mese, per due, anche tre se fossi stato milionario, non avresti sentito il bisogno di metterti a litigare con lei alle 23.45 in Viale dello Stradino e dirle sta minchiata di cosa che è forse non ti amo più. No, non lo avresti fatto, perché Ramona sta roba qui se la sogna...."

Rimasero in silenzio, mi guardarono straniti, Alcide le prese la mano, dopo qualche istante di imbarazzo dissero lui "ciao" e lei "buonanotte", si incamminarono lentamente, lui si avvicinò all'orecchio di lei, lo sentii bisbigliare "oh.... ma quanto cazzo sei bella anche se non c'è il sole?!".
Lei sorrise dolcemente imbarazzata.

Ecco, lo dicevo io che due passi dopo cena fanno bene.



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