Lo faceva con Ginevra, quella sua figlia sedicenne fancazzista con i capelli lunghi e gli occhi arroganti pronta a trovare sempre la scusa buona, la giustificazione per tutti i suoi micro macro errori, ma così adorabile quando voleva esserlo (sempre meno in realtà). “No ma papà stavo rispondendo a Jordan che forse sta annegando in mezzo al lago di Como, a causa di una tempesta di grandine” - “No, papà non è colpa mia, è stato Saturno che si è allineato con Giove e i loro influssi celesti hanno alterato il segnale Wi Fi e quindi il pc si è scollegato e io non potevo….” - “No ma papà oggi mancavano i due terzi di classe, forse anche i due terzi e tre quarti, c’ero solo io praticamente, o almeno c’ero solo io viva” - “No ma papà, è colpa di Putin che ha invaso Traversara, con i carri armati e i riciò elettrici”.
Lo faceva con Arrigo, il suo migliore amico, che non riusciva ad uscire con la stessa ragazza per più due volte di seguito e la moglie era solo un incidente. “Lucio, oh stavolta era quella giusta, almeno credevo, l’avevo capito subito, almeno credevo, mi stavo innamorando, almeno credevo, avrei voluto passare la vita con lei, almeno credevo, ma ti ricordi quella volta a dodici anni che cosa mi è successo?” - “No, sinceramente non lo ricordo” - “Ma dai, come fai a non ricordarlo? Ugo, il mio persiano, è scomparso e non l’ho più ritrovato” - “Quindi?” - “Lei ha un persiano, e sai come si chiama? Ugo!! Chi mi garantisce che non sia stato il mio Ugo? Chi mi garantisce che non sia stata lei a imprigionarlo allora?!” - “Te lo garantiscono i io, i gatti non vivono trecentoventidue anni e tanto è passato dai tuoi dodici anni, non può essere lui il tuo Ugo!” - “Non sono passati trecentoventidue anni da allora, solo trentotto!” - “Ok Arrigo, ci credo. Parlami allora di Elsa, dopo tutta questa disperazione ho bisogno di capire. Dico Elsa la mora con cui ti ho visto questa mattina al Viale, una terza abbondante e la risata sguaiata. Sono certo che gli stavi raccontando di Ugo, non altro, giusto?!?!” - “Ahh, è stato davvero un caso, l’ho incontrata proprio nel momento più difficile, che fortuna sai? Ero distrutto, credo mi abbia salvato. A proposito, questa sera nel caso sono con te, ci conto?” - “Si tranquillo Arrigo, sei con me…. ho disponibile anche la foto di giovedì scorso, la posto alle venti e trenta, vai sereno…” - “Grazie Lucio, sei un amico”.
Lo faceva con Enzo, il suo personal trainer. “Lucio tu non sei poco portato per lo sport, hai il muscolo maleducato, devi solo trovare il modo giusto per fargli apprendere ciò che deve” - “Ma Enzo, sono sette mesi che ci concentriamo sul burpee, forse il Crossfit non fa per me?” - “No fidati, ti serve solo un po’ di concentrazione in più, hai della stoffa”.
Lo faceva con Agnese, sua nonna. “Lucio, le medicine le ho prese, tutte, agli orari giusti, secondo te mi voglio lasciar morire?” - “Certo che no nonna, lo so che non lo faresti mai, ma la cardioaspirina ti è caduta a terra e non te ne sei accorta, l’hai pestata per errore facendone polvere e non te ne sei accorta, ci sei ripassata sopra perché ti sembrava calcinaccio mica altro, ora riprendiamola con un po’ di acqua, ti aiuto”.
Lo faceva con Selena. “Lucio credimi, non possiamo stare insieme perché ti amo troppo, no anzi perché ti voglio troppo bene, no anzi non possiamo perché meriti di meglio, sei speciale, c’ho provato sai? Ma ti farei solo male, sono troppo instabile” - “Ok, capisco, so perfettamente che Aldo non c’entra nulla ed è solo il tuo psicoterapeuta che solo incidentalmente corre i cento metri in 10.23, balla il tango, solleva cento chili di panca e dice sempre vaffanculo. E so perfettamente che ti scrive ottantanove messaggi all’ora per parlare della tua ultima seduta e del problema che hai al tricipite, che è anche un po’ fisioterapista, e lo so che lo fa solo per devozione professionale mica per portarti a letto!” - “Esatto è così, non c’entra niente lui!” - “Bene, sii felice Selena”.
La verità a volte è troppo ruvida per essere raccontata tutta e tutta subito, Lucio questo lo sa anche se fatica ad accettarlo, meglio girarci attorno e lasciare che emerga un po’ alla volta, in fondo lo ha fatto spesso anche lui, lo ha fatto nella vita di tutti i giorni, lo ha fatto con Rita, Gloria, Annica, Roberta e anche Iris. Non lo ha fatto con Egle e Gilda, a loro ha detto chiaramente “Io vorrei, ma sono innamorato di un’altra da venticinque anni, se vuoi possiamo solo restare amici” - “Perché me lo dici ora? Ora dopo quello che…”, hanno risposto entrambe (in momenti diversi chiaramente). “E’ perché credo sia giusto tu lo sappia”. Poi si è ritrovato l’auto rigata, un fallo disegnato sul portone di casa, tre gomme a terra nell’arco di due settimane e ha pensato che forse per il futuro sarebbe bene metterla giù in maniera più diplomatica, Manuel gliel’ha scritto via mail: “Oh, io non ti assicuro più! La tua atti vandalici sta mandando in crisi di liquidità la compagnia, vedi te!”.
E comunque anche questa storia di voler proteggere ad ogni costo le persone a cui si vuole bene inizia ad essere molto sopravvalutata, sarebbe bene che le persone a cui si vuole bene iniziassero a proteggersi da sole, perché il rischio è quello di creare dei mostri, degli illusi e dei debolucci, si proprio così dei debolucci.
Naïf come termine “debolucci”, vero? Ma è così. Qualcuno scriveva da qualche parte (forse su TikTok) che tempi facili creano uomini deboli, tempi difficili creano uomini forti, e allora proteggere è sbagliato.
Lucio sapeva che Selena mentiva, con Aldo era in corso da mesi, come sapeva che mentiva sua nonna, non per le stesse ragioni, ma per lo stesso fine: proteggere Lucio, farsi i fatti propri e convincere se stesse che lo facevano perché gli volevano bene.
Cazzate.
La nonna voleva suicidarsi dolcemente ma rapidamente, un infarto provocato da interruzione nell’assunzione di cardioaspirina (anche se non è chiaro perché si rimpinzasse di vitamina D e formaggini Mio per combattere l’osteoporosi, che se ne fa un morto di ossa forti?!?), godeva all’idea che le sue amiche dicessero: “fata bèla mort acsè”!!
Selena voleva essere felice, con Lucio non lo era e non lo sarebbe mai stata ma gli faceva comodo e gli aveva fatto comodo, con Aldo non lo sapeva, ma la novità la estasiava e così si trascinò per un po’ (poco poco in realtà) preparando il terreno, un comportamento da vero maschio Alpha (si chiama inversione occasionale dei ruoli), un’uscita di scena quasi da non accorgersi di nulla, Lucio lo aveva capito da mo…. ma non voleva dispiacerla, sperava il po’ diventasse “un po’ più di un po’”, sanguinava silenziosamente il patacca e assecondava questa sua velleità…. ma ripeto… non voleva dispiacerla (Oh capito l’assurdo? Non voleva dare dispiacere ad una a cui non fregava un cazzo di lui?! - la mente umana è bella strana - nda), salvo poi rifarsi su altre donzelle ignare e incolpevoli. Oddio…. incolpevoli incolpevoli non lo so, perché chissà se Gloria era davvero single - come aveva spergiurato a cena - la prima sera che si infrattò con Lucio in macchina sotto al ponte della Castellina, visto che a metà dell’amplesso campestre le arrivò un messaggio da tale Odoardo: “dove cazzo sei che Enrichetto ha bisogno della poppata?!”.
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