40enni... che strani che sono...


"Ma ciaooo, ma quanto tempo, come stai-cosa fai-hai dei figli-sei dimagrito, ma quanti anni hai?? L'età di mio fratello Luigi o di mio cugino Luca??"
"40, ho 40 anni"

Ma non è mica vero, ne hai 39, ne hai 39 già da un po’ ma la risposta è sempre quella anche se vorresti chiedere: “Ma chi cazzarola sono Luca e Luigi?”.
E mentre rispondi pensi: “Oue, 40 ti ho detto, non sono mica un ragazzino, ne ho viste di cose io”, e ne hai viste veramente, anche troppe forse, però hai 39 anni e non 40. E allora perché?

A 30 anni dicevo: “Ehh per un uomo a trent’anni inizia, per una donna…”
A 35 dicevo: “Ehh per un uomo a trentacinque anni inizia, per una donna…”
A 36 dicevo: “Ehh per un uomo a trentasei anni inizia, per una donna…”

Poi ho smesso, oggi dico: “Ho 40 anni io”, punto esclamativo dopo le virgolette e puntini di sospensione che fanno tanto riflessione. Qualche volta (ma solo qualche!) aggiungo: “Quanti me ne dai?”. Non so che risposta vorrei, però ho la fissa, lo chiedo sempre.

Comunque cosa fa normalmente un 39enne che ha 40 anni? Ma fondamentalmente ha due alternative: o torna indietro o salta direttamente ai 62. Se torna indietro organizza un viaggio a Barcellona, anzi il viaggio l’organizza Lorenzo, che invece ha ancora 39 anni veri, lui stimola ma si aggrega,  prenota un Ryanair che va bene che paga Marco ma non vuole approfittartene, decide di stare fuori 3 giorni, fa una scorta da litro di gel a fissaggio forte che così durante l’atterraggio anche se è ventoso non gli tremano i capelli, porta con se l’Eutirox e una foto della sua ecografia con la dedica del medico che aveva sentenziato: “La tua tiroide è alla frutta, cosa vuoi aspettare di diventare grasso, pelato, sempre stanco e irascibile??” e non l’ha detto ma lo pensava: “impotente??”. Dietro la foto c’è  poi l’indirizzo di casa del medico così che il 40enne possa spedirgli una cartolina: “Grasso-pelato-irascibile tua sorella, sono a Barcellona io!” e non lo scrive ma lo pensa: “Per l’impotente chiedi a tua sorella?!”.

Se  torna indietro il 40enne di solito salta le pause pranzo, cioè salta il pranzo ma fa la pausa, si rilassa ma non troppo, va un attimo a casa a controllare se il parquet del bagno è ancora bagnato dalla doccia bollente della sera prima, ripensa alla sera prima, fa quelle due o tre cose che a vent’anni non faceva,  pensa alla pausa pranzo, va a prendere un caffè  anzi “DUE!!” (maiuscolo perché il barista preferito dal 40enne URLA, poi non saluta quando entra il cliente, il caffè lo fa a razzo e cattivo come l’orco, fa pagare due euro ma fa lo scontrino per 1,50 e  guarda sempre di sbieco, però a lui piace un sacco quel bar), poi pensa al caffè dopo la pausa e solo dopo ritorna in ufficio. Tutto questo in meno di 37 minuti e mezzo. Il 40enne è veloce. Solitamente prima di rientrare in ufficio invia un sms con una frase ad effetto.

Il 40enne che torna indietro fa poi altre cose strane, tipo scrivere quando dovrebbe leggere, tipo alzarsi ogni mattina alle 7 anche quando è in ferie per andare a prendere “DUE caffè?!!”, tipo partire alle 14.30 quando ha un appuntamento alle 16.30 a meno di dieci minuti da casa e per caso si ferma per strada sotto ad un tiglio a fare due chiacchere in auto con una quasi coetanea quasi conoscente che aveva invece un appuntamento allo 14.25 dall’altra parte della città ma si sa che tanto è sempre in ritardo.
Il 40enne che torna indietro qualche volta va anche alle Terme a ballare l'alli galli.
Il 40enne che torna indietro lavora molto, produce anche molto, è distratto in senso lato ma è attento ai particolari, particolari all’apparenza insignificanti tipo alzare il riscaldamento durante le pause pranzo (anche se lui ha sempre caldo e il riscaldamento non funziona e così non ottiene comunque il risultato), oppure farsi un centinaio di km per scegliere il colore di un particolare che starebbe da Dio con lo smalto rosso e quel profumo fantastico (perchè i colori si abbinano anche ai profumi! Poi sbaglia colore e forse sarà necessario cambiare almeno lo smalto), oppure vuole essere tanto attento che ama passare sotto casa di chi parla al telefono con lui perché le persone lui le vuole vedere in faccia quando parla, ne ha bisogno. Oppure tanto attento che quando compra una giacca per se o il cuscino per il divano di casa sua pensa se possono fare pandant con la spallina dei quell'abitino grigio bellino bellino...

Il 40enne che torna indietro non ha la faccia del 40enne, anzi non ha proprio la faccia, e lo dico nel senso romagnolo del termine, “Un ha miga la faza, paro’…!” (e perdonatemi ma non so scrivere in romagnolo). Il 40enne che torna indietro può essere una sorpresa, all’inizio di più, dopo di meno, però, comunque, ci crede sempre, qualche volta di più, qualche volta di meno.

Bene si diceva anche del 40 che passa direttamente ai 62. Non merita di essere raccontato: “Hai 39 anni, non dico fare le cagate di quello di prima pero’….”    

4 commenti:

  1. L'età è la misura del tempo che passa, ed è una misurazione oggettiva.
    Ma noi dobbiamo sempre complicarci la vita e la riempiamo invece di significati soggettivi, di angosce, paturnie, elucubrazioni mentali.
    Come se stessimo facendo un gran premio segniamo i nostri intertempi: patente a 18 anni, laurea a 23, lavoro fisso a 25, fidanzata a 26, matrimonio e casa a 30, figli a 32...
    Poi qualcosa va storto, si buca una gomma, e forse solo a quel punto ci rendiamo conto di quanto sia inutile fare dei programmi.
    Il quarantenne che torna indietro fa proprio bene.
    C'è chi va sempre avanti ostinatamente e magari dentro non si è mai mosso, è immaturo e fa un mucchio di danni; c'è chi ha un'età mentale di 15 anni e lo sa, e sta fermo dov'è perché lì si trova bene; che chi sente il bisogno di "regredire" perché troppa maturità può diventare pesante, per se stesso e per gli altri; c'è chi vorrebbe tornare indietro ma non ne è proprio capace, perché ha la simpatia di un virus gastroenterinale; c'è anche chi dimostra proprio la sua età secondo tutti i canoni e si sente così tanto "a posto".
    Sono sempre contraria al fatto di darsi dei limiti, e questo quarantenne mi sembra non faccia proprio nulla di male... anche se è un po' stalker, e così maniaco da voler abbinare i cuscini del divano agli abiti della sua tipa... di sicuro il fatto di farsi quei 100 km per un particolare è molto da giovane, un quarantenne ormai dovrebbe averlo capito che non ne vale la pena, d'accordo tornare indietro, ma col bagaglio di esperienza conquistata appresso non si dovrebbero più commettere certi errori. Forse è un po' troppo distratto, questo ragazzo...o sarà il fatto che ci crede sempre? si vede che i suoi Quarant'anni sono stati buoni con lui, ne ha viste di cose, forse anche troppe, ma non ancora abbastanza, rivediamolo a cinquanta.

    Se ti piace David Trueba leggi "Quattro amici", i protagonisti sono trentenni, ma si aggancia bene a questo tuo post.

    F.

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  2. Il quarantenne che torna indietro, tipo quello della prima parte del racconto, e' sempre consapevole dei propri errori, anzi credo a volte si diverta a farne dei nuovi, e' uno sperimentatore, quindi figurati se 100 km sono per lui un problema anche se non ne vale la pena, e poi ne vale sempre la pena se lui si diverte a farlo, certo non serve a niente se è questo che intendi però perché limitarsi?? Si limita il quarantenne che salta ai 62, quello che non ho descritto! Sui 50 non ho ancora ragionato, se ci arrivò ne riparliamo a 49!!!!!

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  3. Perché ho la netta sensazione che tu possa chiamarti Ugo??

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