Le cabine

E i due ad un tratto fuggirono, si nascosero incoscienti dietro le cabine, avevano voglia di fare l’amore, consumati dalla passione e dal non si può, a proteggerli non c’era nemmeno la nebbia... ma a loro non importava. 

Troppo coinvolti dall’attimo, adrenalina e testosterone, cozze e salsedine, ampi calici da poco svuotati e risa sguaiatamente intense. 

Correvano abbracciati sulla spiaggia all’imbrunire, la sabbia li rallentava.

Erano giovani ma non lo sarebbero stati per sempre, nonostante lui troppe volte si comportasse come fosse convinto del contrario,  “allora bruciamoli questi istanti” si dissero, dimenticando per un dieci minuti la slavina di difficile che li inseguiva lontano da lì.

Il mare fuori stagione è perfetto per gli eterni insoddisfatti, terapeutico direi, lo sciabordio disordinato delle onde è “il sottofondo suo”, le grida stizzite dei gabbiani a scacciare pensieri.

E poi pensieri sempre in sincrono che, non si capisce il perché, finiscono troppo spesso con il prendere strade opposte.

“Da grandi ci perderemo e continueremo a sognarci” pensò lei senza dirlo, aveva jeans bianchi.


Lui la baciò con la lingua, lei sorrise affaticata da tutta quell’attesa, si amarono ancora una volta.


Fu semplicemente bello.










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