Breve storia triste (ma neanche troppo), dove ogni riferimento a persone o cose realmente accadute è puramente casuale

“Ciao”
“Ciao”
“Com’è andata oggi?”
“Mah... al solito”
“Come ieri quindi?”
“Si, più o meno”
“... o meno, sì...“
“E tu?”
“Mah... al solito”
“Come ieri?”
“Si, più o meno..”
“... o meno, sì...”

Silenzio, titoli del Tg5, tintinnio di posate, Cesara Buonamoci in sottofondo, un gatto miagola nell’appartamento di fianco, il profumo della guacamole si lascia vincere dall'aroma della cotoletta.

“Mi passi l’olio”
“Cosa?”
“L’olio!”
“Ah... ecco, tieni”
“Domani?”
“Cosa?”
“Domani com’è?”
“Bah.. come oggi direi”
“Ah.. e tu?”
“E tu nel senso di io?”
“Si, siamo in due”
“Bah... come oggi direi”
“Immaginavo”
"Eh già"
"Sì"

Meteo 5, “si è aperta la porta dell’Atlantico”, pioggia incessante a Nord Ovest, silenzio assordante di menti spente, calici opachi, sguardi persi tra resti di insalatina scondita e cotolette alla milanese.
Due estranei in sala da pranzo, il gatto del vicino miagola ancora, fuori fa sempre più buio adesso che l'ora legale è diventata solare.

“Senti... ...”
“Si sento, molto bene tra l'altro, perché?”
“No senti nel senso di ascolta! Ma tu..., tu mi ami?”
“... ...”
“... ...”
“Io?”
“E chi sennò?”
“Ma che domanda è?”
“Una domanda”
“Bah... certo, si, ti amo”
“Sicuro?”
“Ancora? Si, sicuro. Mi passi il pane”
“Ma che cos’è l’amore per te?”
“Eh?!”
“L’amore! Cos’è l’amore per te?”
“Mmmh... per me l’amore è un apostrofo rosa”
“Quello è il bacio”
“E chi l’ha detto?”
“Cyrano”
“Beh per me è l’amore è un apostrofo lo stesso, un apostrofo rosa tra le parole dammi tregua”
“Stronzo”
“E il pane?”
“Prenditelo da solo”
“Ah sì! E allora tu? Tu mi ami?”
“Io?”
“Sì tu!”
“Mah, più che altro mi annoio”
“Ti annoi di me?”
“Mi annoio di noi”
“E allora che ci stai a fare con me?”
“Sono abituata, e l’abitudine mi rassicura, e mi da la possibilità di pensare all’evasione, e mi riscalda durante l’inverno, e mi fa sembrare meno brutte le rate del mutuo, e magari un giorno i figli, e gli amici sempre gli stessi che non devo cercarne altri, e la Panda di tuo cugino, poi la COOP il sabato mattina, e se non mi raso le ascelle ogni tredici del mese non è la fine del mondo, e poi le sigarette”
“Ma se non fumi?”
“Infatti, pensavo a te, pensavo che un giorno potresti uscire per comprarne una stecca senza rientrare mai più”
"E che faresti se non rientrassi mai più?"
"Sposterei le tue cose in cantina, getterei il tuo spazzolino da denti, comprerei un cane, una bici, un paio di scarpe da jogging, metterei la spirale, ridipingerei di rosa la cabina armadio, passerei la notte a guardare le stelle, mi farei una storia con Giulio, sorriderei, andrei a quel vernissage in via dei Carmelitani, farei colazione al bar ogni mattina, scriverei una lettera d'amore a Renato Zero, il venerdì farei l'aperitivo con Giulia e il giovedì con la Frency, sarei felice, perderei tre chili, mi farei quel week end nella Spa di Villa Abbondanzi, preparerei gli addobbi di Natale a metà ottobre, sarei felice, ricomincerei a studiare, mi farei una storia con Luca, perderei un altro chilo, mangerei in salotto, andrei a dormire con il pigiama di flanella il perizoma e le autoreggenti, guarderei solo il TG1, piangerei, andrei all'Ikea il martedì pomeriggio, sposerei Aldo" 

Silenzio, Brumotti sta prendendo a cazzotti un drogato vicino alla stazione di Rogoredo e non gli hanno nemmeno distrutto la telecamera, il gatto del vicino è diventato afono, la caldaia a condensazione non funziona come dovrebbe ed inizia a vibrare paurosamente.

"Mi passi l'acqua"
"Tieni. E tu che faresti?"
"Io? Beh vedi io non lo so che farei… forse, forse ti penserei"
"Sì, prima te ne vai e poi mi pensi? E poi a cosa penseresti?"
"Penserei che fumare fa male"
"... …"
"Mi passi il giubbotto per favore?"
"Hai freddo?"
"No, esco un attimo, vado a comprare le sigarette"

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