Donna, i 40 per te iniziano a 35.

Lo sostengo da sempre: per una donna i "40" iniziano a 35. 
Anni intendo, anni.
Nulla a che fare con l'età biologica, no, quella ognuno gestisce la propria, parlo di età celebrale.
Oggi la donna al compiere dei 35 entra nella fase del "tutto è possibile", no limiti e soprattutto vivere ad oltranza.
I sintomi sono facilmente individuabili, il primo, quello più potente, si manifesta con una malcelata insoddisfazione, insoddisfazione per tutto ciò che la circonda.
Insoddisfatta della routine familiare soprattutto, dove il marito è troppo marito, i figli troppo figli, la casa troppo casa, la suocera troppo suocera, i fine settimana troppo fine settimana. 
Poi insoddisfatta di quello che non è famiglia e allora anche il lavoro è troppo lavoro e il tempo libero diventa annoiante, e poi è poco, troppo poco, anzi "devo iniziare a ritagliarmi i miei spazi".
L'insoddisfazione a questo punto diventa apatia acida, con venature di incazzatura rapida, rapida nel senso che basta un niente, e allora il troppo marito, che potrebbe essere anche un troppo fidanzato, inizia a somatizzare.
Ed è con la somatizzazione che inizia un circolo perverso, perché un marito somatizzato diventa una vera piaga, si imbruttisce, si aliena dalla realtà, la barba non è "volutamente incolta che fa maledetto", ma semplicemente "rasata alla cazzo che fa trasandato". 
La pancia non è più interessante ma prolassata, il sesso diventa ecumenico, nel senso che se va bene ci si ricorda di santificarlo a Natale, la birra diventa la vera alternativa, il calcio in TV una ragione di vita, il beccaccino al bar una fuga dai problemi che riconcilia con il mondo.
E la donna, giustamente, diventa ancora più insoddisfatta, ma a questo punto con un però: "insoddisfatta però creativa".
Il "però creativa" si concretizza a seconda delle attitudini, ma il fine è solo uno: riappropriarsi del proprio essere sia interiore che esteriore.
Ed è così che iniziano i corsi di pilates, il footing, il rafting, il tango argentino, i corsi di inglese avanzato, lo yoga, le serate di kamasutra illustrato e commentato al circolo del bridge, le specializzazioni in fotografia, e soprattutto vere e proprie full immersion di social network, tutti, nessuno escluso: FB che si linka con Instagram che condivide con Google che twitta su Pinterest!
E sui social iniziano ad apparire foto a nastro, spesso risalenti ad almeno dieci anni prima, al 75% senza figli, al 99,99% senza marito.
E questo con una costante: il dopo "attività creativa" si chiude con le compagne di corso in qualche locale di tendenza.
Ed è qui che si consuma il disastro, sì perché le frustrazioni passano a fattor comune e banalmente sono benzina sul fuoco, ed  è dopo queste serate che si affacciano prepotentemente lo smalto a caldo, il tacco progressivo (cioè che aumenta di un centimetro la settimana) e il perizoma d'ordinanza che non si sa mai.
E perché dicevo tutto questo inizia con i 35? Perchè il combinato disposto di quanto sopra descritto si fonde spesso con una fisicità che affascina. 
Non più la forza acerba dell'adolescenza, ma la potenzialità discreta della milf che non perdona.
E la Milf che non perdona diventa tutta consapevolezza ed emozione.
Terreno di caccia per toy boy e quarantenni deleteri e d'assalto con la faccia da paraculi.
Il circolo sì che a questo punto è diventato davvero perverso, il ritorno a casa dopo la serata post corso è terrificante, "e quello là" sdraiato sul divano addormentato di fronte alla TV inizia pure a puzzare (quello là è il troppo marito - nda).
A questo punto, in modalità "silenzioso" off course, partono le chat con le amiche su wa e su telegram, fatte di commenti estasiati, anzi proprio eccitati, sugli addominali del toy boy o sul savoir-faire del brizzolato.
Ed il mattino seguente, ça va sans dire, sarà un fiorire di nuove richieste di amicizia su FB, che entro le tredici diventeranno messaggi marpioni su messanger e nuove foto del profilo dove oltre a smalto, tacco e perizoma, faranno capolino le prime labbra a cuore, non ancora botulino, siamo sui 35 ed è quasi tutto naturale.
Un dettaglio: i professionisti del genere (toy boy e quarantenne deleterio) non mollano mai, amano esagerare, non sarà solo un messaggio, sarà una gragnuola, saranno sborantamila messaggini e mille squilli, saranno suadenti, audaci, corteggianti, sapranno capire se di fronte si trovano la 35enne "goodbye and thank you" o la romantica in cerca di un sentimento, e si regoleranno di conseguenza.
Per l'evolversi delle storie rimando agli altri racconti, ho scritto parecchio sui quarantenni e le loro paturnie socio sentimentali che si intrecciano indissolubilmente con le nostre trentacinquenni, qua stavolta mi interessava raccontare il prequel lato donna, capire dove e come inizia, non il perché, sì perché il "perché" è troppo difficile, per questo non basta un banale osservatore come me, servirebbe di più, un quarantenne deleterio e professionista ad esempio, o al massimo un toy boy, sono loro quelli che sanno davvero!!
Vi sembra brutto? Stereotipato e cinico? Può essere, ma cosa volete, la mia visione è distorta, sarà l'età...





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