Elogio dell'improvvisato

"Ma come si fa a essere così?"
A chi non è mai capitato di sentirselo dire?! A tutti direi.
E un "Ma come fai??" aggiunto subito dopo per ribadire il concetto?! A quasi tutti penso.
Se poi si chiude con "...io ci do su!", allora siamo proprio nel qualunquismo spinto, rasenti rasenti lo scontato.
E pensare che tutto questo è solo per una pizza, sì una pizza, che tu magari arrivi a casa, hai fame, il frigorifero è "non totalmente fornito", senti un bisogno di carboidrati piuttosto intenso, il gatto del vicino ti è entrato in giardino, fuori il sole sta tramontando, e quindi la risposta viene da se: è la pizza, non altro.
E allora cosa rispondi al "Ma come fai?" di prima? Semplice, rispondi che a volte la soluzione è una sola: improvvisare. 
Rispondi che tu sei un improvvisatore, perché è nell'inaspettato che sta il bello, è nel pensato di fretta che si nascondono le emozioni più forti, è nell'istinto che si scatena la passione, è un profumo che prepotentemente ti occupa il cuscino che si fa ricordare, è su di un bacio rubato a morsi con il dubbio che sia troppo presto ma te ne freghi, che nascono le storie d'amore.
È l'improvvisazione che combatte la noia, sono gli appuntamenti puzzle scritti a matita sul Quo Vadis che costruiscono la settimana, è il guizzo che ti fa chiudere il contratto a sorpresa ed ecco che arrivano le sborantamila tonnellate che fanno l'Mbo.
Sono gli amplessi di corsa che fanno perdere la testa. È svenire al Posada senza avvisare che movimenta la serata, è impazzire sul divano appena rientrati a casa che la risolve.

"Ma come fai?"... Organizzo l'inaspettato, ecco cosa faccio. 

Pizza oggi, pomini e mela su letto d'insalata al sapore di tonno domani, riunioni, l'auto che ti abbandona al primo appuntamento, la linea che cade, la telefonata in attesa che si trasforma in teleconferenza di lavoro a tre tipo tu-lei-l'altra, il perizoma che non si trova, lei che nella foga di una trattativa ti dice che si "riposiziona sul mercato" e tu invece pensi "fantastico, proprio in questa riposizione la volevo".

Ecco questo organizzo, così faccio, non altro.

Improvvisare fa diventare grandi senza diventare seri, ti fa abbandonare il certo per il fantastico, ti fa scegliere, ti fa pure sciogliere come mi suggerisce il correttore, ti fa sorridere, fa sorridere pure lei a volte, ti lascia senza cena se improvvisi troppo tardi, fa incontrare amori e amici alle giostre, ti fa la vita, te la costruisce ogni giorno un po', di corsa, con la tosse e anche senza.

Improvvisare non è il contrario di pensare, è solo un pensare senza riflettere, un pensare che quando arriva arriva, non c'è rimedio, c'è solo da rassegnarsi!

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