L'insonne

“Ma Ste è tardi, perché non dormi? Era da un sacco di tempo che non ti vedevo scrivere sul letto? Dai, ma perché?”

“Perché? Perché non ho sonno! Mi sono macchiato la camicia con il semifreddo al cioccolato, il ViaVa non è andato, la camicia era bianca, pulita, stirata, col bottone del colletto attaccato da me che faceva un po’ ragnatela ma sono convinto che a resistere diventava moda, e poi ho danneggiato il Black Barry del mio amico, quello aziendale, quello bello con la cover di lattice nero che fa molto bondage, non si accende più e se si accende non si spegne, e se si spegne si riaccende da solo, e il touch non funziona, ma non funziona nemmeno  l’enter, insomma nà chiavica!”
“E va bè, e che centra questo con il non dormire? E poi adesso?”

“No, no, questo non c’entra, insomma… c’entra poco. Tutto è iniziato questa mattina, lungo la solita traversa di corso Baccarini che una volta la mattina quando ti alzavi e portavi la borsa in auto incontravi il sole e invece questa mattina ho incontrato il bel Carlo, alto, slanciato, giusto giusto con quell’accenno di pancetta che fa molto padre di famiglia che non ha ancora fatto cassa integrazione, falcata leopardesca, tailleur gessato grigio, camicia bianca oltre il pantalone, abbronzato, capello fluente che tende alla criniera dello stallone, colorito bronzeo tendente al ramato, sandalo. Sandalo intrecciato che fa molto Francesco, ma intrecciato di pelle lucida che fa molto Santos Francesco. Insomma in fondo che vuoi che sia se anche non ho incontrato il sole??”

“Il sole nella traversa di corso Baccarini che dici tu non c’è mai stato al mattino! I palazzi sono alti, i muri sono alti, la via è stretta, il sole non passa!”
“Passa, passa! Anzi passava, sarà che adesso il piano traffico e le strisce blu hanno cambiato tutto, però guarda ti assicuro il sole passava. Era alto, slanciato, gamba lunga senza gessato, il capello fluente non tendeva alla criniera dello stallone quanto piuttosto alle onde del mare!”

“Alle onde del mare? Ma cos’è che dici!!??”
“Sì, guarda, ci pensavo giusto questa mattina: la settimana scorsa il mare era moro! Giuro, l’ho visto io, moro con i capelli lunghi e sorrideva, o ma sorrideva che faceva paura,  ne parlavo giusto giusto con la donna della mia vita che mi ha chiesto se il mare è maschio o femmina. Femmina ho detto io! Perché? Dice lei. Perché piccola  non si capisce mai né cosa vuol dire né cosa vuol fare! Ah ok, hai ragione allora, è femmina .lo so anch’io, mi ha detto”

“Ah bè se è così mi sembra un buon motivo per non dormire!”
“Dai due minuti ancora, solo due e finisco”

Ecco la notte si dovrebbe effettivamente dormire, però c’è l’insonnia e non ci fai niente, e fra l’altro sono diversi gli insonni!  C’è l’insonne pensieroso, che non dorme e tiene gli occhi aperti e fissa il buio, tanto non lo vede, riesce solo ad osservare i sui pensieri, che spesso sono cupi e sarebbe sufficiente che accendesse la luce, vedrebbe le cose già in altro modo; poi c’è l’insonne sognatore, che sogna con gli occhi aperti, a volte uno aperto uno chiuso, lui non dorme perché ha la testa fra le nuvole, sogna il sole, il mare, la montagna, l’ufficio, l’aria condizionata, il caffè e la pausa pranzo, il viaggio in auto per andare e tornare dal lavoro, la telefonata, la vita di tutti i giorni insomma, e lo può fare per due ragioni opposte: la prima è che ne  sente la mancanza e vuole viverla per finta, la seconda è che gli piace talmente tanto che vuole riviverla, le ragioni sono due ma possono interscambiarsi a seconda dei momenti e delle situazioni.
Poi c’è l’insonne goduto che non dorme perché ha altro da fare, e poi l’insonne ingoduto che non dorme perché vorrebbe altro da fare, ma c’è anche l’insonne che gli tocca: “d’altra parte cosa vuoi fare??”. Sempre sul genere c’è l’insonne pendolare, che un po’ di qua un po’ di là non dorme mai, questo insonne è il più stanco di tutti.

Poi ci sono  gli insonni che fanno finta di dormire, spengono la tv, chiudono gli occhi, qualcuno fa finta di  russare, qualcuno fa finta di fare il sonnambulo e va a bere in cucina, al buio, poi va a fare la pipì, al buio, poi va a controllare la porta d’ingresso, al buio, poi la mattina quando si alza riasciuga il lavello che è tutto bagnato, deve sistemare il bagno che non si capisce come mai è tutto schizzato, deve chiudere la porta che altrimenti fa corrente.
Poi c’è l’insonne che scrive… molto vicino all’insonne che legge…  e questo li riassume un po’ tutti, a volte scrive pensieroso con gli occhi chiusi e la luce spenta (se i pensieri sono cupi); una volta scriveva con la luce spenta e gli occhi chiusi perché c’era talmente tanto sole che ci vedeva lo stesso, anzi si metteva pure gli occhiali scuri per affievolire tutta quell’intensità e aveva un sacco da scrivere per  rivivere due, tre, sette, quindici volte la stessa situazione;  a volte scrive per non fare il pendolare che in fondo non gli è mai piaciuto anche se a volte pensa che possa essere la soluzione; qualche volte scrive perché si diverte a ricordare raccontando; spesso scrive perché sogna o forse sogna perché scrive, di solito però, quando fa così, sta sul divano; qualche volta riscrive pure, perché pensa che una cosa scritta più volte possa essere più vera; a volte scrive per rileggere, a volte scrive e non legge perché si vergogna, a volte sintetizza, altre volte prolissa, a volte scrive per dire a volte per non dire. Un tipo confuso insomma, un po’ patetico se vogliamo, scrivesse per pubblicare almeno! Comunque sia non dorme e qui sta il punto dell'analisi.

“Oh quando hai finito chiamami, io vado è?”

“No dai, arrivo, due minuti! No aspetta, volevo…, dicevo…, facevo…”. Ok, bene, andata, ritorniamo al pc che tra un po’ mi sveglio

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